LGBTQ+

VIDEO – 11 OTTOBRE GIORNATA DEL COMING OUT #AMOREDIMMELO CondividiLove e Agedo Roma per il Coming Out Day

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L’11 Ottobre è la giornata del Coming Out. Il coming out dei nostri figli, per noi genitori è un dono grande che ci ha permesso di conoscerli e amarli ancora di più. Oggi guardiamo al mondo con occhi diversi grazie a loro. AGEDO ROMA è lieta di proporre il più coinvolgente dei suoi spot.

#amoredimmelo

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EX GENERAL VANNACCI ☆ È NATA UNA STELLA ☆ di MAVA FANKU’

Ascolta dalla voce di Mava

Cari lettori, vi ricordate quando interruppi le mie vacanze bruscamente, perchè mentre stavo sotto l’ombrellone, oziando con il cellulare a random, una notizia mi fece venire i brividi, e non di freddo, che con quel caldo sarebbe stata una mano santa?

Era saltato fuori, come un cavalluccio marino sulla battigia, tale generale Roberto Vannacci che, in un incontenibile guizzo di suprematismo in mimetica, sparava a zero, in modo tanto semplicistico quanto nostalgico, su bersagli enormi grandi come un transatlantico, quali i gay, le femministe, gli immigrati e altri cavallucci di battaglia dell’oscurantismo medievale postmoderno più alla moda.

@Foto Web – l’ex ufficiale della Folgore Roberto Vannacci

Il tutto attraverso un saggio, addirittura, autoprodotto (per scelta autoctona o perché nessun editore gliel’ha voluto pubblicare?) titolato “Il mondo al contrario” (mia nonna diceva con più originalità nell’idioma cirotano: “U munn ara liverza“), che l’ex ufficiale della Folgore, non più responsabile dell’istituto geografico militare (perchè è stato destituito), veicola come una bomba a orologeria, solo per fatal combinazione (?) dopo la scomparsa di una delle più autorevoli voci del femminismo, Michela Murgia, che sicuramente l’avrebbe fatto nero, oltre alla sua abbronzatura di ordinanza.

Ciò che perplime è la tempistica (perchè proprio in quel momento?), più che la pronta e prevedibile (meno male!) indignazione generale, a cominciare dal ministro della difesa Guido Crosetto che chiede (e ottiene)”esame e azione disciplinare”, dissociandosi in modo politicamente corretto ed invitando l’opinione pubblica sui social a “non utilizzare le farneticazioni personali di un generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le forze armate” – e continua a precisare il ministro che il generale Vannacci – “ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione”.

E fin qui tutto regolare, anche se le giuste reazioni del mondo politico sono arrivate prontamente, come questo mio articoletto balneare sul bel generale.

@Foto Web Roberto Vannacci ex responsabile dell’istituto geografico militare, perchè destituito.

Per il deputato del Partito Democratico, Piero Fassino, “le necessarie dissociazioni non sono sufficienti. Ci aspettiamo un immediato e adeguato intervento del Ministro Crosetto e dei vertici delle nostre Forze armate”. Ed è arrivato!

Così per il segretario di Sinistra Italiana “quello che non è normale nel nostro Paese è che un alto ufficiale dell’Esercito Italiano si metta pubblicamente a esprimere giudizi incommentabili, insulti omofobi e razzisti, pregiudizi e stupidaggini”.

E continuano il sindaco di Firenze, Dario Nardella, e il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliaruolo: “si tratta di un concentrato di omofobia e volgarità di rara violenza verbale che lede l’onore delle Forze Armate verso cui l’intero Paese nutre stima e rispetto”.

Esaminiamo adesso, per sommi i capi, tali oggettive farneticazioni, e non per partito preso al volo a destra o a sinistra, ma per semplice buon senso.

@Foto Web – il generale Roberto Vannacci in mimetica

Ad esempio, tanto per prendere a caso una citazione dall’incriminato libruncolo di 300 pagine, sparlando di Paola Egonu, campionessa di volley, il generale Vannacci osserva che è “italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”. E qui l’accusa di razzismo patriottico ci sta tutta.

E via degenerando su altri temi cari al pensiero destro più nostalgicamente becero, Vannacci prende posizioni estreme contro coloro che, a suo dire, definiscono “civiltà e progresso” quando gli “occupanti abusivi delle abitazioni prevalgono sui loro legittimi proprietari; quando si spende più per un immigrato irregolare che per una pensione minima di un connazionale e quando le città si trasformano in luoghi per single benestanti e alternativi mentre lavoratori, operai e famiglie sono costretti ad abbandonarle”.

Continuando a blaterare della legittima difesa il generale ex parà, che si autodetermina erede di Giulio Cesare, ipotizza: “se un ladro entra in casa mia, perché non dovrei essere autorizzato a sparargli, a trafiggerlo con un qualsiasi oggetto mi passi tra le mani”, “se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce, ammazzandolo, perché dovrei rischiare di essere condannato?”.

@Foto Web – il generale Vannacci in tutta la sua magnifica presenza.

E così il generale, che secondo la mia immodesta opinione, ha trovato il modo di farsi sponsorizzare dallo stato gratuitamente per un infimo libretto populista autoprodotto, nel suo tomo fa anche riferimenti alla questione migranti e alle “discutibili regole di inclusione e tolleranza imposte dalle minoranze”.

E cosa pensa il modesto generale, che si paragona non solo a Giulio Cesare, di tutto questo “inaspettato polverone”? Ovviamente si giustifica per tutto: “Al ministro non replico – aggiunge -, mi attengo a quelle che sono le sue disposizioni. Ciò che mi procura disagio è la strumentalizzazione: sono state estratte frasi dal contesto e su queste sono state costruite storie che dal libro non emergono”. – Non si preoccupi, generale, ora lo compreremo tutti! – “Sono amareggiato” – continua – “dalla decontestualizzazione e dal processo a delle opinioni: Giordano Bruno (e dopo Giulio Cesare mancava che si paragonasse ad un altro mito della storia) lo hanno bruciato perché aveva un pensiero controcorrente (mentre il nostro parà cavalca l’onda destra del momento?), meno male abbiamo superato quei momenti”. Ah si?

Sarà pure un pò megalomane? Ma il meglio di sè lo dà quando si esprime sui gay, affermando che la società è schiava delle minoranze, delle lobby (alludendo forse ad un’associazione di militari, poliziotti, carabinieri, avieri, marinai, che sono persone omosessuali, lesbiche, transgender) . E parlando di omosessuali e coppie gay: “normali non lo siete, fatevene una ragione!”. E ancora: “la normalità è l’eterosessualità. Se a voi tutto sembra normale, invece, è colpa delle trame delle lobby gay internazionali”.

E fa un altro triplo salto mortale giustificante: “la frase sugli omosessuali viene da uno, ovvero io, che è scappato tutta la vita dalla normalità (contraddizione?): per questo dico che sono a fianco degli omosessuali (ma vah?) nella caratteristica di essere al di fuori della normalità. Nel libro spiego che la normalità non è migliore o peggiore, non è buona o cattiva”

@Foto Web – l’affascinante generale Vannacci col pugno fermo in una ufficiale parata

Bel generale Roberto, è Mava Fankù in persona che le parla, lei forse conoscendolo sarà pure simpatico, ed è sicuramente un bell’uomo 54enne ancora molto aitante; ma con tutto il rispetto, perchè adesso giustifica e smentisce pure la sua tanto decantata normalità? Così facendo mette in dubbio il suo machismo di pensiero e, scendendo a questi compromessi, non fa una buona propaganda a chi vorrebbe. Lei comunque è molto furbo e, grazie a tutta questa bagarre, in questo momento il suo libretto è il più venduto su Amazon!

Altra nota positiva è che, ad oggi, essendo stato destituito dal comando, potrà godersi i suoi successi letterari nella sua terra d’origine, sulle splendide spiagge spezzine, da sotto il suo ombrellone.

Post Scriptum

E così sarà stato, ma guardatelo adesso il nostro ex generale (reduce da una lunga intervista televisiva a “È sempre Carta Bianca” di Bianca Berlinguer, e altre ancora), in una elegante camicia bianca, incorniciato da fiori bianchi, ad uno degli eventi “culturali” (a pagamento:50 euro con bouffet e firmacopie) per presentare il suo libro sull’era meloniana che gli ha già fruttato 800.000 euro. Proprio come una Superstar ☆

@Foto Web – Roberto Vannacci ad un evento in Versilia, per presentare il suo best seller.

Mava Fankù by Emyliù Spataro

Mava Fankù by Emyliù Spataro

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FOTO E VIDEO: BOLOGNA RIVOLTA PRIDE 2023 LA MAREA ARCOBALENO SFILA IN CITTÀ

Sabato 1 luglio, Bologna è stata invasa dal popolo arcobaleno. Migliaia di partecipanti hanno dato vita a un lungo corteo per rivendicare e ribadire, laddove fosse necessario, i diritti della comunità LGBTQ+. Come anche a Roma e Milano, erano presenti le famiglie arcobaleno. Insieme alle 50 mila persone erano in piazza anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore e l’attivista storico Franco Grillini.. Questo il senso del manifesto politico dell’evento, così come diffuso dal comitato organizzatore: “Scendiamo in piazza per rivendicare le nostre istanze politiche. Una riforma radicale del diritto di famiglia: a partire dalla molteplicità di forme di cura e di affetto che caratterizzano le nostre famiglie queer, chiediamo il matrimonio egualitario, il riconoscimento alla nascita dei figli e delle figlie di tutte e tutti, la possibilità per tutti di adottare e di accedere alle tecniche di riproduzione assistita, ma anche strumenti giuridici flessibili che permettano di riconoscere il ruolo di cura di persone care ulteriori rispetto ai due genitori, e che supportino i legami di cura e di responsabilità reciproca anche al di fuori della la coppia; vogliamo inoltre che la vita personale e i legami affettivi delle persone migranti siano completamente tutelati dal rischio di espulsione“. Lo slogan del Rivolta Pride è stato: “Lotta e cura senza paura”. 

Video @Daymotion @Il Resto del Carlino

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Photo @Schicchi @Il Resto Del Carlino

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BORN THIS WAY: BRIANZA OLTRE L’ARCOBALENO, CON FORZA E ORGOGLIO PER LA COMUNITA’ LGBTQ+

Nata nel 2019, BOA Brianza Oltre l’Arcobaleno è l’associazione di riferimento nel territorio della Brianza per coloro che vogliono parlare, informarsi, attivarsi e confrontarsi sulla transizione e sulla comunità LGBTQ+. Il nostro magazine ha incontrato Alex Mariani, l’attivissimo e instancabile presidente di BOA, per un’intervista che proponiamo ai lettori.

Se non abita a Roma o a Milano o in un’altra grande città, dove può rivolgersi una persona in transizione per avere informazioni o supporto? E quanto è difficile essere se stessi, soprattutto quando si vive in posti che non vedono di buon occhio una persona LGBTQ+? La realtà è che non esistono molti punti di ascolto per chi ha bisogno di sapere come fare a districarsi attraverso la burocrazia e le leggi, per ottenere il riconoscimento del cambio di sesso.

In foto: Alex Mariani

Chiedilo ad Alex.

Alex Mariani ha 48 anni, vive in Brianza e da buon brianzolo, è proprietario di un mobilificio ereditato dal padre. Alex è una persona transgender FtoM. Svolgendo un lavoro al contatto col pubblico, Alex ha dei clienti che lo hanno conosciuto prima della transizione e quando parla del suo percorso, lo fa con una battuta: “Come battevo bene il martello prima, lo batto bene anche adesso“. Per lui il cambiamento principale non è stato quindi quello fisico o anagrafico, ma voler essere se stesso, perché l’essenza della persona non si cambia: siamo esseri umani e non ruoli incasellati in categorie. Alex è presidente di BOA, Brianza Oltre l’Arcobaleno, un’associazione nata nel 2019 da un collettivo, anno in cui i soci sono riusciti a organizzare il primo Pride, che ha avuto un successo oltre ogni aspettativa. Si pensava infatti alla presenza di massimo 20 persone e invece, hanno aderito in diecimila. Terminato il Pride, BOA si è chiesta cosa potesse organizzare in Brianza, visto che non c’era nulla di che, e per questo motivo bisognava obbligatoriamente spostarsi a Milano. La prima azione è stata quella di stipulare una convenzione per uno sportello di ascolto in una sede della CGIL. E da lì, BOA ne ha fatta di strada. Pride, Tdor, iniziative di sensibilizzazione sul tema della transizione, gruppi AMA, sostegno psicologico, interventi nelle scuole e anche un articolo su Vanity Fair: BOA è diventata un punto di riferimento per quant@ vogliono informarsi o attivarsi con e per la comunità LGBTQ+.

Alex Mariani, quali sono gli obiettivi di BOA Brianza?

“I nostri obiettivi sono quelli di far uscire, e dunque fare capire alle persone, che non sono sole qui in Brianza, che non bisogna per forza spostarsi a Milano per avere il diritto di essere se stessi, che questo stesso diritto l’hanno anche nel loro piccolo o grande paese”.

Ci sono state difficoltà per diffondere la mission e le iniziative di BOA?

“La difficoltà è il territorio: la Brianza è abbastanza chiusa per la nostra comunità, facciamo scalpore e a volte diamo anche un po’ fastidio, ma noi vogliamo continuare ad esserci, ad entrare nelle scuole, a dialogare con i Comuni e ad essere un punto di riferimento per chiunque”.

Chi sono le persone che si rivolgono a voi?

“Ci sono varie persone: chi vuole intraprendere il percorso di incongruenza di genere, chi semplicemente vuol fare amicizia, chi ha problemi in famiglia o a scuola”.

Quali interventi mettete in atto per dare aiuto a chi si rivolge a BOA Brianza?

“Siamo riusciti a entrare in molte scuole quest’anno e questo ci ha permesso di parlare con le ragazze e i ragazzi che fortunatamente si sono mostrati molto preparati e anche a volte curiosi, ma nel senso buono. Abbiamo inoltre un gruppo di psicologi e avvocati che ha sposato la nostra causa e ci permette di aiutare, tramite loro, a prezzi calmierati per la persona. Inoltre continuiamo ad avere i nostri sportelli di primo ascolto a Monza e a Vimercate oltre a quello on line, e quest’ultimi sono portati avanti dai volontari e le volontarie”.

Progetti per il futuro?

“Continuare, entrare ancora di più nelle scuole perché secondo noi è fondamentale partire da lì, creare eventi formativi per la Brianza, ma anche eventi ludici in cui chiunque venga si senta al sicuro e libero” .

Vorrebbe dire qualcosa ai nostri lettori?

“Vorrei dire a chi fa parte della nostra comunità di non avere paura di uscire, di chiedere aiuto e di rivolgersi alle associazioni sul territorio, perché insieme possiamo fare davvero la differenza. A chi invece non ne fa parte vorrei dire di venire ad incontrarci, ad ascoltare, informarsi, senza partire con il pregiudizio; di avere la mente aperta, perché in fondo siamo tutti esseri umani, con i pregi e i difetti che tutt* abbiamo, che non c’è nulla di sbagliato in nessuno di noi. Ma soprattutto, che siamo veramente molto simpatici”.

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IL FOTOSERVIZIO. ROMA PRIDE 2023 IN 32 FOTO (E CE N’E’ PER TUTTI, POLITICA COMPRESA) BY @GEMMA BUONANNO

Sabato 10 giugno si è tenuto a Roma il Pride 2023, mai così ricco. Sarà forse a causa del governo delle destre, o della retromarcia del presidente della Regione Lazio? Non è chiaro e forse non è importante saperlo, ma sta di fatto che l’edizione di quest’anno è stata memorabile. Il reportage che presentiamo ai lettori è di Gemma Buonanno, la fotografa che ha documentato per il nostro magazine l’onda arcobaleno che ha animato le strade della Capitale.

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Photo @Gemma Buonanno

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VIDEOSABATO: VARIOUS VOICES 2023. IL FESTIVAL DI CORI LGBTQ+ A BOLOGNA DAL 14 AL 18 GIUGNO

Dal 14 al 18 giugno, la città di Bologna ospiterà la 15° edizione di Various Voices, il Festival corale LGBTQ+ più importante in Europa, il secondo al mondo, promosso da Legato, l’associazione dei cori LGBT* europei. La candidatura della città è stata presentata dall’associazione Komos, coro LGBT di Bologna ed è stata sostenuta da Cromatica – Associazione Nazionale Cori Arcobaleno.

Various Voices è il più importante festival di cori LGBTQ+ d’Europa, l’edizione 2023 è organizzata dall’associazione di promozione sociale Aulos, in collaborazione con Komos APS e per conto di Legato Choirs (associazione europea di cori LGBTQ+).

Il video promozionale dell’iniziativa

Si tratta di un evento non competitivo che si tiene ogni 4 anni in una diversa città europea, scelta dai cori che fanno parte di Legato.

L’obiettivo principale del festival è diffondere – attraverso la musica – messaggi, richieste, bisogni e istanze della comunità LGBTQ+, per promuovere una società più accogliente e inclusiva.

Various Voices ha una storia lunga 35 anni, con 15 differenti edizioni ospitate in varie città europee: dal 1985 a Colonia (Germania) con 4 cori provenienti da 4 nazioni, fino al 2018 a Monaco (Germania) con più di 100 cori arrivati da 19 nazioni e 2700 delegati.

Il programma completo è disponibile al link:

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UNA VOCE DA BRIVIDO: CORVYX, CUORE E TALENTO

In copertina: photo @Corvyx

Un’estensione vocale eccezionale di quattro ottave e mezzo, occhi azzurri penetranti, look total black come ricorda il suo nome: Corvyx è l’artista statunitense che si sta facendo strada soprattutto sui social. Il mondo musicale cambia: adesso sono le visualizzazioni a decretare il successo, ma quando il talento c’è, e lui lo possiede davvero, allora esso appare ancora più evidente. Ascoltare per credere.

Trentadue anni, segno zodiacale Aquario, chitarrista e cantante con una laurea in attività teatrali, Corvyx sta raggiungendo la popolarità grazie alla sua voce, capace di raggiungere altezze di tono rarissime, e al suo innegabile talento. Esploso su YouTube, dove ha raggiunto 11 milioni di visualizzazioni interpretando cover di genere pop e rock come ad esempio, “My immortal” di Evanescence e “Prying” di Kesha, l’artista continua la sua strada verso il successo grazie anche ai suoi fans o meglio alla sua coven, che letteralmente sta per congrega. D’altronde, che esista un fil rouge che unisce musica e magia, intesa come energia, lo ha dichiarato lui stesso: “ Vedo la musica come la cosa più vicina alla magia che l’umanità possiede. Come un incantesimo, l’energia di una canzone trasforma completamente una persona, addirittura influenzando il modo in cui le sostanze chimiche interagiscono nel suo cervello. E proprio come un incantesimo, una canzone è guidata dalle parole e dal ritmo. C’è un flusso verso la magia – una vibrazione, un’energia – molto simile alla musica e molto simile all’universo“. Così l’artista si presenta. E continua: “Corvyx cerca di lanciare un incantesimo di evasione piena di speranza nella sua musica, creando un percorso per le persone, che possa allontanarle dalle difficoltà che le circondano, ispirandole, attraverso il canto (o l’incantesimo), a ottenere di più, ad ascendere e trascendere. Corvyx cerca la connessione con anime affini, quelle che si sono sentite fuori posto e spiazzate dalla vita. Proprio come loro, ha vissuto gran parte della sua vita sperimentando l’oscurità e spera di essere la luce per guidare le persone fuori dalle loro tenebre”.

L’artista si è anche prodotto in un video che vi proponiamo, intitolato PRIDE, ossia orgoglio, nel quale si confida coi fan, parlando della sua appartenenza alla comunità LGBTQ+ e dichiarando di essersi sentito finalmente se stesso solo quando ha fatto coming out con la sua famiglia e i suoi amici. Alla domanda di un fan : “A che età hai capito di essere gay?”, Corvyx ha risposto dicendo che la consapevolezza non è arrivata in un momento preciso, ma che già da bambino sapeva di esserlo. Ha poi raccontato di quanto il suo coming out abbia allontanato da lui quella parte del pubblico che considera prima l’orientamento sessuale e poi il talento di un artista, cosa purtroppo abbastanza comune, ma che non ha intaccato la determinazione di Corvyx ad andare avanti comunque.

E’ possibile attivare i sottotitoli in inglese per seguire meglio le parole di Corvyx ai fans

Ma chi è, o cosa rappresenta Corvyx? Ancora una volta, è lui stesso a descriversi. “L’enigma alternativo Corvyx inventa un elisir di pop oscuro cinematografico, abbinando le sue produzioni eteree a voci inquietanti che gocciolano di pura emozione e potenza. Indossa un’estetica autoproclamata da “strega spaziale” e, con la sua gamma di 4 ottave e 1/2, ha affascinato un pubblico di oltre 200.000 follower sui social che chiama il suo Corvyx Coven. Il suo nome trova origine nel magico Corvus (“Corvo” in latino) perché anche lui è diventato un messaggero per gli incompresi. Con oltre 11 milioni di visualizzazioni su YouTube e in crescita, Corvyx si è dimostrato un innegabile visionario e una nuova forza musicale“.

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GIRL. TRANSIZIONANDO A PASSO DI DANZA @ I PENSIERINI FILMICI DI MAVA FANKU’

Per il Cinema in streaming A.C. (non Avanti Cristo, ma Ante – Corona Virus) ho rivisto per voi “GIRL”, storia di una ragazza transessuale, cercando immagini inedite, offrendovi la possibilità di saperne di più se non l’avete ancora visto, o di riviverlo insieme.

Ascolta il podcast di “GIRL” dalla voce di Mava

La disciplina della danza classica e l’identità di genere sono nel film di Lukas Dhont una miscela drammaticamente esplosiva.

Felice la scelta di un giovanissimo attore androgino per interpretare il ruolo di una ballerina adolescente nata nel corpo altro di un ragazzo. La bellezza androgina di Victor Polster è sublime e ricorda Cate Blanchett.

Film severo come la protagonista che nulla concede allo stereotipo su questi temi. Lara è una ragazza transessuale di 15 anni che già vive al femminile con il padre e il fratellino di 6 anni.

Ha fretta di femminilizzare il suo aspetto più di quanto già non sia e intraprende la transizione trepidante e senza paure con la terapia ormonale, finalizzata all’intervento definitivo di riassegnazione chirurgica sessuale.

Nel contempo vuole realizzare il sogno di diventare un’etoile, ed è proprio nell’ambiente della scuola di danza che si scontra con i primi conflitti sociali con le sue coetanee per la sua non conformità che lei per prima non accetta, torturandosi i piedi per stare sulle punte, e il sesso che comprime ossessivamente con del nastro adesivo, fino ad una scelta estrema.

L’elegante regia che indugia sui dettagli del corpo incompiuto e martoriato, fa sentire la fatica del vivere in una condizione inaccettabile di diversità per chi ha la semplice, vitale necessità di essere una GIRL.

Parola di Mava Fanku’

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E SE GESÙ FOSSE NATO DA UN UTERO IN AFFITTO? @ PENSIERINI POLITICI DI MAVA FANKÙ

Dall’avvento di questo governo delle destre, siamo travolti da una ondata di moralismo tappabuchi che dovrebbe distrarre la gente dalle mancate promesse elettorali.

E così, anziché dar conto delle questioni primarie non risolvibili a breve termine, come le problematiche del lavoro e la dissestata sanità, si attaccano i diritti già precari delle minoranze LGBTQ+, quasi come sembrerebbe succeda nell’Ungheria di Orban.

Relegando l’Italia come fanalino di coda in arretratezza e chiusura mentale in fatto di egalitarismo, aumentando il peso della disuguaglianza.

Ma è davvero questo che la maggior parte degli elettori vuole, oppure gliene importa poco o nulla di ostacolare l’omogenitorialità delle coppie gay, vietando il già vietato utero in affitto, e preferendo invece che si dia la priorità ad argomenti che li riguardano più da vicino?

Eppure non si fa altro che moraleggiare, come nel recente caso di Enea, il bambino lasciato dalla mamma al Mangiagalli di Milano, che verrà sicuramente amato da una coppia affidataria, magari arcobaleno, perchè no?

Eppure le coppie gay con un forte istinto genitoriale sarebbero affidabili tanto quanto quelle etero.

Pensiamo al caso di Alba, la bambina con la sindrome di Down abbandonata in ospedale dalla madre dopo il parto e rifiutata da 7 famiglie per la sua patologia. Non si riusciva a trovare una coppia disposta ad adottarla. Così si fece avanti un single omosessuale, Luca Trapanese. E gliela affidarono.

E questo è cosa buona e giusta. Come il caso di un certo Gesù di Nazaret, concepito dallo Spirito Santo nel ventre di una poco più che bambina di nome Maria. Data in sposa ad un anziano Giuseppe.

E se questo modello di Sacra Famiglia nata, permettetemi di dirlo, da una sorta di utero in affitto, per partenogenesi, ha dato origine a una delle religioni più seguite del pianeta, qualche dubbio sulla criminalizzazione di questa pratica dovrebbe pur venire.

Se lo scopo è quello di dare la vita a bambini che saranno sicuramente adottati, curati e amati, e non lasciati nelle ”culle della vita’‘ di un ospedale, se in un cassonetto, o cresciuti in un orfanotrofio in attesa di essere affidati, o disamati in una famiglia disfunzionale, allora perché non legalizzare l’utero in affitto o la maternità surrogata?

È solo una mia peregrina opinione.

Mava Fankù

L’Annunciazione di Fra Angelico

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Mava Avatar Fanku’

  • Registrazione Tribunale di Roma n.133/22 del 8/11/22

Direttore Stefania Catallo

Stefania Catallo, romana e fondatrice del centro antiviolenza Marie Anne Erize. Si occupa di storia orale e di diritti delle donne. Giornalista e scrittrice, ha pubblicato diversi libri, l'ultimo dei quali "Evviva, Marie Anne è viva!" (2018, Universitalia), ha ricevuto il Premio Orsello nella sezione Società.

Redazione:

EMYLIU' SPATARO

Emilio Spataro, in arte Emyliù, attore, chansonnier, fotografo, grafico. Di origine calabrese cirotana, vive a Roma. Opinionista e Web Master del Magazine.

MAVA FANKU'

Opinionista disincantata, dotata di un notevole senso dell'umorismo e di una dialettica tagliente, Mava Fankù cura attualmente due rubriche, La Pillola Politica e I Pensierini di Mava, elzeviri su temi vari che ispirano la nostra signorina agèe, da poco anche in video, oltre che in podcast, oltre che in scrittura.

ALESSIO PAPALINI

Romano, educatore, formatore e appassionato di lettura e comunicazione. Attore del Teatro Studio Jankowski di Roma

PATRIZIA MIRACCO

Psicoterapeuta e giornalista. Appassionata di arte e mamma umana di Aki, una bella cagnolina a quattro zampe di 4 anni.

VENIO SCOCCINI

Diplomato all'Istituto Alberghiero Michelangelo Buonarroti di Fiuggi (FR) - Dopo una lunga esperienza in Italia, e all'estero come chef per personaggi di rilievo, sia in casa che su yacht, nel 2013 si è trasferito a Londra, dove ha appreso nozioni di cucina multietnica continuando a lavorare come chef privato.

ROSELLA MUCCI

Ho sperimentato il palco cimentandomi in progetti di Teatro Sociale tra il 2012 e il 2015 con testi sulla Shoa, sul femminicidio, sulla guerra. Il mio percorso teatrale è poi proseguito in autonomia quando ho sentito il desiderio di portare in scena testi scritti proprio da me.Tutti i miei scritti per scelta hanno

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