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31 MARZO: GIORNATA DELLA VISIBILITA’ TRANSGENDER – CON IL VIDEO “CRISALIDE” INTREPRETATO DA EMYLIU’ SPATARO

PERCHÉ IL PRIMO PASSO PER CANCELLARE DISCRIMINAZIONE E PREGIUDIZI RADICATI È INIZIARE A OSSERVARE IN MODO DIVERSO UNA COMUNITÀ PER TROPPO TEMPO GHETTIZZATA E OSTRACIZZATA. ESSERE TRANS È SOLO UN ALTRO MODO DI SENTIRSI BENE NEL MONDO E DI ESSERE PIENAMENTE SE STESSI. E COME TALE VA CONSIDERATO”. (Rachel Crandal)

La Giornata Internazionale della Visibilità Transgender, che si celebra il 31 marzo, è nata grazie all’impegno di Rachel Crandal, nota attivista trans americana, distinguendosi dal TDoR (Transgender Day of Remembrance) per diversi motivi, primo tra i quali quello di non evidenziare solo il dolore e le difficoltà della comunità transessuale, bensì di normalizzare il loro ruolo nella società.

Gli stereotipi a cui è stata sottoposta la comunità trans hanno impedito la narrazione reale, ossia che dietro ogni storia c’è una persona. Quindi, non solo le storie problematiche se non tragiche viste a volte in tv o sul grande schermo, ma anche e soprattutto quelle, ad esempio, dei nostri vicini, colleghi, amici: persone come tutte le altre.

CRISALIDE: STORIA DI UNA TRANSESSUALE, INTERPRETATA DA EMYLIU’ SPATARO

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LA BRUTTEZZA È NEGLI OCCHI DI CHI GUARDA @ LA PILLOLA POLITICA DI MAVA FANKÙ

Nel mio privato sono circondata da persone che attaccano la Schlein per il suo aspetto, definendola troppo brutta per contrastare le silfidi di governo. E ne osservo le modalità di comportamento.

  Ovvio che un atteggiamento del genere nasconda, anzi, dimostri paura della nuova arrivata d’opposizione; così che non potendola attaccare sui contenuti, perché troppo di sinistra (finalmente!), si tenta maldestramente di denigrarla sui suoi tratti somatici non propriamente  canonici, per spostare l’attenzione dal vero problema: la paura che non solo sappia tenere testa alla di nuovo urlante Giorgia, ma abbia un eloquio anche più ricco e articolato. Oltreché tutto il resto.

Ma la cosa più allarmante è che ad esporsi in questo triste spettacolo di pochezza misogina (e mi duole dirlo, sopratutto da parte di altre donne)  siano non solo le persone semplici e di poca cultura, ma anche insigni intellettuali liberali che di solito sfoggiano savoir faire e galanteria rispetto alla figura femminile. E persino il Travaglio – che di destra non è –  ha dedicato alla Schlein una copertina orribile e per fortuna molto criticata.

E se si adduce a questa mancanza di buon gusto il fatto che la nostra Elly, non rappresenti le donne italiane  in quanto dichiaratamente lesbica, allora il problema si complica davanti ad una foto della neo segretaria insieme all’attivista transgender televisivamente più famosa d’Italia, Vladimir Luxuria.

Entrambe appaiono radiose e sorridenti, noncuranti delle loro imperfezioni in nome della piena libertà di essere felici di se stesse, lottando sempre per le libertà e i diritti individuali e collettivi, cosa che spiegabilmente risulta insopportabile agli occhi di chi, chiuso nella prigione della repressione di ogni guizzo vitale di libertà, con lo spauracchio dell’anarchia come peggiore dei mali, preferirebbe i regimi e le dittature alla democrazia.

Ma questo la maggiorparte di noi non lo vuole. Vero?

Mava Fankù

Il trionfo della bellissima faccia di Elly Schlein

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TORNA A CASA E TROVA UN SET A LUCI ROSSE

In copertina: foto @Jo Broughton

Se di primo acchitto sembrerebbe una vicenda da film anni ’70, a ben vedere si tratta di qualcosa di molto più grave: un uomo che aveva preso in affitto un appartamento sul litorale romano, lo scorso 20 novembre, tornando in anticipo a casa dal lavoro, ha trovato una troupe che stava girando un film porno in casa sua, anzi sul suo letto. Questo perché il padrone di casa teneva un doppione delle chiavi e aveva approfittato dell’assenza dell’affittuario per trasformare l’appartamento in un set a luci rosse. Da qui era scaturita una lite, sedata dall’arrivo dei carabinieri mentre cast e maestranze, circa 20 persone a detta della vittima del fatto, si erano date alla fuga prima dell’arrivo della pattuglia.

L’episodio deve far riflettere su due aspetti principali, primo fra tutti, la leicità di girare porno in Italia. La questione è controversa, perché si può, a patto di osservare delle regole contrattuali ed etiche ben precise, come si può leggere sul link seguente:

Il secondo quesito riguarda invece i diritti del proprietario su un immobile in affitto. Alessio Uzzo, consulente immobiliare Remax, al quale abbiamo chiesto lumi, ci ha dichiarato: “con la firma del contratto di affitto, il proprietario perde la disponibilità dell’immobile e può eventualmente accedervi solo con l’autorizzazione dell’affittuario“. Quindi, se le cose stessero davvero come si dice, il proprietario avrebbe commesso un reato, ossia violazione di domicilio.

Ma sorge anche un altro dubbio: possibile che le venti persone che stavano girando siano andate via così facilmente, visto l’ingombro delle attrezzature da set cinematografico? E il vicinato? Nessuno ha visto o sentito niente?

Inoltre, sembra che a oggi nessuna denuncia sia stata ancora presentata, almeno secondo il quotidiano “Il Messaggero”, che per primo ha dato la notizia. Non resta da fare altro, quindi, che aspettare gli eventi, tenendosi strette le chiavi di casa.

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ROMA SCENDE IN PIAZZA PER I DIRITTI DEI GIOVANI TRANS

La prima manifestazione in Italia per i diritti de@ giovan@ transgender si terrà sabato 1 aprile a Roma. Si chiama “Protect trans youth” e partirà alle 14 da piazza dell’Esquilino per arrivare e concludersi in piazza Madonna di Loreto. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione Gender X per porre l’attenzione sui diritti delle persone trans, soprattutto quelle molto giovani.

La dichiarazione degli organizzatori e il pensiero del Presidente Mattarella

Nel nostro Paese non vediamo ancora riconosciuti e garantiti pienamente i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza per le persone trans, esposte a bullismo e violenza transfobica e a isolamento sociale. Per questo nasce l’iniziativa Protect Trans Youth, per far conoscere le criticità della situazione italiana e avanzare proposte concrete di fronte alle istituzioni: dalla carriera alias a percorsi di formazione per il personale scolastico, fino al supporto alla genitorialità e alla tutela della sicurezza e del benessere psico-fisico dei giovani in tutti gli aspetti. Le voci e i racconti delle ragazze e dei ragazzi saranno al centro della giornata”. Gioele Lavalle, fondatore e coordinatore di Gender X, continua: “Sono tante le giovani persone trans che cominciano molto presto a subire violenza ed emarginazione, dai pari come dagli adulti di riferimento. Ci sono docenti che si rifiutano di usare il genere in cui i loro studenti si identificano, o che ne saltano il nome all’appello, come se per loro non esistessero, e che così finiscono per legittimare il bullismo dei compagni di classe.”

Anche il Presidente Mattarella nel 2020, in occasione della Giornata Mondiale contro l’omofobia si era espresso così: “[…] per promuovere il contrasto alle discriminazioni, la lotta ai pregiudizi e la promozione della conoscenza riguardo a tutti quei fenomeni che, per mezzo dell’omofobia, della transfobia e della bifobia, perpetrano continue violazioni della dignità umana”. Condannando anche le discriminazioni sull’orientamento sessuale che: “costituiscono una violazione del principio di eguaglianza e ledono i diritti umani necessari a un pieno sviluppo della personalità umana“.

Lo sguardo dell’arte sulla transessualità

Tra gli artisti che si sono impegnati sui temi della transessualità, ricordiamo lo scrittore Massimo D’Aquino col suo libro “Camminavo rasente i muri, autobiografia tascabile di un transessuale” (2019, Croce Libreria), un racconto autobiografico che abbraccia tutta l’esistenza dell’autore, utile per sfatare il mito della transessualità come scelta.

Il regista Giuseppe Sciarra, con il corto “Venere è un ragazzo”, vincitore di diversi premi sia per la sceneggiatura che per la regia.

Anche l’attore teatrale Emyliù Spataro ha interpretato “La Crisalide“, in un’intensa interpretazione di una transessuale.

Alla manifestazione hanno già aderito: Genderlens, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Libellula, Le Tre Ghinee, Tdov, Arcobaleno dei diritti (Latina) , Cgil Roma e Lazio, Famiglie Arcobaleno, Di Gay Project , Gay Center, Arcigay Roma, Differenza Lesbica, Azione Trans, MIT Movimento Identità Trans Bologna, Atn Napoli, Associazione Sunderam Torino, Ala Milano Onlus, Agedo Roma, Gaynet Roma, Polis Aperta, Agapanto, Libera Rugby Club, Collettivo Prisma, Lucha Y Siesta, Be Free, Ora d’aria, Collettivo Cattive Ragazze, Romà Onlus, Romni Aps, Associazione Rowni Roma Women Network Italy Aps, Orchidea Latina.

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“UNA NUOVA AMICA”. CINEMA TRANSGENDER @ PENSIERINI FILMICI DI MAVA FANKU’

Ascolta dalla voce di Mava

Ozon e il travestitismo saffico parnasiano.

La genesi della componente femminile nell’uomo è nella sua origine cromosomica e ogni storia transgender ha un suo percorso unico. Per non parlare di travestitismo, brutto termine che di solito viene associato ad argomenti morbosi e discriminanti.

Ancor piú complicato per un uomo iniziare ad esplorare la propria diversa identità da adulto, magari proprio accanto ad una compagna comprensiva, durante un matrimonio con prole, e poi con la complicità della migliore amica della moglie appena morta dopo il parto.

É il tema di ”Una nuova amica” di François Ozon. Il vedovo consolabile riporta a galla la propria parte femminile proprio durante l’elaborazione del suo lutto, restando comunque attratto esclusivamente dalle donne, nonchè continuando a fare da amorevole padre e nel contempo anche da madre alla neonata, indossando gli abiti della defunta moglie.

Azzarderei la definizione di “travestitismo saffico”, che mi risulta essere più diffuso di quanto si possa immaginare tra gli “uomini femminili” eterosessuali e dunque “neo-lesbici”...

Una bella sorpresa per chi vede il film senza aver letto recensioni, come nel mio caso, perchè il difficile tema viene trattato in modo estremamente delicato, con levità, seppur esplori la psicologia dei personaggi dal profondo, come solo un talentuoso autore sensibile all’universo femminile riesce a fare.

Una prova d’attore notevole quella di Romain Duris, stilizzato in panni femminili, senza ricadere nel grottesco macchiettismo, con l’ausilio virtuosistico di una magnifica e surreale fotografia.

Anche per questo film si menziona lo stile almodovariano, forse perchè la storia è tratta da un racconto di uno scrittore al quale si è ispirato anche Almodovar.

Ma il bel film di Ozon riesce a superare il limite dell’etichetta, vivendo di vita propria in modo sfolgorante, facendosi a mio avviso persino preferire al più famoso regista ispanico per come affronta analoghe ambigue sceneggiature.

Parola di Mava Fankù

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IL VIDEOSABATO TEATRALE – VAI COL TANGO! MI BUENOS AIRES QUERIDO, OMAGGIO AL POETA JUAN GELMAN

In copertina: Valentina Bruno e Christopher Humphris con Nicola Viceconti. Photo @Massimo Colasanti

Presentato e premiato alla rassegna teatrale “Interno argentino con tango”, dedicata alla memoria dei desaparecidos, “Mi Buenos Aires querido” è l’incontro immaginario tra il poeta Juan Gelman e il tango. Da un’idea di Ersilia Cacace su testi di Juan Gelman e Cacace; tango e coreografie di Valentina Bruno e Christopher Humphris; voce narrante di Emyliù Spataro.

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“LE COPPIE GAY SPACCIANO BAMBINI PER LORO FIGLI” @ LA PILLOLA POLITICA DI MAVA FANKU’

Ascolta dalla voce di Mava

Questa frase, pronunciata in un dibattito televisivo dal vicepresidente della Camera, tale Rampelli, deputato dei Fratelli D’Italia, è una oggettiva sciocchezzuola.

Per usare un eufemismo, perché in realtà è una frase estremamente discriminatoria, che per colpire le coppie omogenitoriali per questioni di pruderie ideologica, strumentalizza persino i bambini che dipendono da chi li sta crescendo. Bambini che si sentono figli di chi si prende cura di loro e che hanno diritto ad esser riconosciuti come tali.

E penso, da modesta opinionista, che una frase del genere dovrebbe essere considerata da tutti come un’aberrazione, specie se a pronunciarla è un uomo con una carica così importante. Perchè, avrà un peso specifico diverso, pur avendo solo la qualità di un malevolo “peteolezo” (dal veneto: peto + olezo – ndr.) se la stessa cosa l’avesse detta la portiera del nostro condominio.

Qui non si tratta di riconoscere i diritti di due adulti dello stesso sesso che decidono di unirsi in coppia, ma i diritti dei loro figli voluti e amati che esistono già. Senza creare disagio alla loro serena crescita.

Parlare poi di legittimazione dell’ “utero in affitto”, demonizzando tale pratica oltre ogni limite, come spauracchio per delegittimare l’omogenitorialità, è il solito effetto speciale distraente per spostare l’attenzione su un qualcosa di assolutamente fuori tema.

Tanto per continuare a colpire gratuitamente le “famiglie arcobaleno” gettando sui loro colori il nero liquame della mala fede. Proprio di ieri, primo giorno di Primavera, è la notizia di mettere fuori legge in tutta Europa la pratica della “maternità surrogata”, già vietata in quasi tutti gli Stati a partire dal nostro.

Che bisogno c’era di questo pleonastico effettaccio speciale?

La rinnovata opposizione avrà un gran bel da fare.

Mava Fankù

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OMOFOBIA E BULLISMO: SABATO 25 MARZO AL TEATRO TORDINONA “IKOS” DI GIUSEPPE SCIARRA

In copertina: il regista Giuseppe Sciarra

Ikos viene dal greco e significa fenice. E’ così che il regista Giuseppe Sciarra ha voluto intitolare il suo lavoro autobiografico su omofobia e bullismo, già premiato al Lecce Film Fest, all’Aracnea film and book festival e all’Apulia Web Fest.

Sabato 25 marzo alle ore 18.30 presso il Teatro Tordinona, Cinema Filmstudio presenterà “Ikos”, il documentario breve scritto e diretto da Giuseppe Sciarra e interpretato da Edoardo Purgatori. La collaborazione tra il regista pugliese e l’interprete della serie TV “Le Fate Ignoranti” ha dato vita a questo atto di accusa contro il bullismo e l’omofobia.

Edoardo Purgatori in Ikos

Omofobia e bullismo sono purtroppo realtà che spesso si presentano insieme, e Sciarra ne ha vissuto la drammaticità sulla sua pelle, come ha dichiarato:Il bullismo è un male inenarrabile. Sminuito da alcuni, fintamente compreso da altri. A me ha rischiato di togliermi la vita e la salute mentale. I miei coetanei sono stati nei miei confronti senza cuore, inumani. La loro cattiveria non voglio dimenticarla e non posso sminuirla perché fa comodo pensare che da bambini e adolescenti si è tutti buoni ma non è così, i miei carnefici non erano per bene e non erano buoni. Quello che posso fare oggi è fare conoscere la mia storia affinché la gente sappia cosa ho vissuto e stanno vivendo in tanti”

L’evento è stato promosso anche da Gaynet, associazione nazionale di operatori e operatrici dell’informazione che opera per migliorare il linguaggio dei media sui temi LGBTQ+. Dopo il corto e’ previsto un dibattito presentato da  Giulia Bandini con il regista, Edoardo Purgatori e il giornalista Alessandro Paesano per parlare di bullismo e omofobia e più in generale, di violenza e discriminazione. Di seguito il link per prenotarsi all’evento.

https://www.romafilmstudio.it/ikos-2/

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“Rimani” una poesia d’amore di Gabriele D’Annunzio interpretata da Alessio Papalini

In copertina: Gustav Klimt. Giuditta I. 1901 Olio su tela cm. 84X42 Vienna, Österreichische Galerie Belvedere

ASCOLTA IL PODCAST DELLA POESIA


Rimani! Riposati accanto a me.
Non te ne andare.
Io ti veglierò. Io ti proteggerò.
Ti pentirai di tutto fuorché d’essere venuto a me, liberamente, fieramente.
Ti amo. Non ho nessun pensiero che non sia tuo;
non ho nel sangue nessun desiderio che non sia per te.
Lo sai. Non vedo nella mia vita altro compagno, non vedo altra gioia
Rimani.
Riposati. Non temere di nulla.
Dormi stanotte sul mio cuore…

Musica

Title: Phenix-unplugged
Author: Koi-discovery
Source: https://freemusicarchive.org/music/koi-discovery/omega/phenix-unplugged/
License: CC0 1.0 Universal License

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NEL NOME DEL PADRE @ I PENSIERINI DI MAVA FANKU’

Quando avevo una rubrica di Posta del Cuore, mi scrisse una persona “non conforme” parlandomi del rapporto conflittuale e profondo avuto con il Padre; e nel giorno di San Giuseppe, dedicato alla Festa del papà, voglio proporre quella toccante lettera che da allora ho conservato nell’attesa di poterla pubblicare.

Ascolta dalla voce di Mava

“Cara Mava, sono un così detto “diverso” di mezza età, che durante la sua infanzia veniva definito un bambino effemminato, “mezzafemmina” nel Sud: pare un termine giocoso e magico rispetto agli altri intuibili epiteti che mi riservarono in seguito nell’adolescenza.

Malgrado questi termini mi turbassero, ho avuto la fortuna di non aver subito del bullismo violento, seppur le mie scelte importanti di vita siano state condizionate da quell’iniziale humus omofobo in cui sono cresciuto.

Sarà che non avendo inclinazioni esclusive verso “lo stesso sesso” (mai sentito come tale in realtà), ho avuto storie adolescenziali con ragazze, inframmezzate anche da esperienze con ragazzi. Quindi la mia formazione, sessuale e sentimentale, potrebbe definirsi come bisessuale.

In tutto questo la mia famiglia ha avuto un ruolo fondamentale, trovando “insegnamento” più che nelle prevalenti figure femminili (che oltre a darmi affetto e attenzione, talvolta soffocante, hanno assecondato le mie pulsioni androgine, come ad esempio nei giochi con le bambole, nella prima infanzia), in quella maschile di mio padre che, seppur in apparenza fosse considerato burbero e maschilista, un giorno, io già liceale maturando, mi prese da parte e mi disse una frase che non ho più dimenticato.

“Io so come sei” – guardandomi con tenerezza – “e per come sei, ti puoi esprimere dopo esserti costruito una corazza, altrimenti gli altri ti mangeranno”.

Di poche parole il mio papà, che ho tanto contestato nell’adolescenza, ma in quelle poche parole, col senno del poi, ci vedo tutto l’amore di un padre che vuole proteggere dal mondo inospitale il figlio “diverso” e fragile, come farebbe il Re Leone con il suo cucciolo.

Come quando una volta, potevo avere quindici anni, eravamo in un ristorante di Roma, con un nome che era tutto un programma – “La Parolaccia” – con dei suoi amici camerateschi e goliardici, mentre delle vere e proprie entraneuses intrattenevano i commensali con battute pecorecce e gesti osceni: del genere, accarezzare la bella testa calva di mio padre, simulando una masturbazione con una bottiglia di caro champagne, fino a stapparla col botto e conseguente fuoriuscita di liquido effervescente.

“Facciamo svezzare tuo figlio da una di queste signorine” – sghignazzò qualcuno con sguaiata provocazione a mio padre che rispose pronto: “lasciate stare mio figlio che è timido”.

Ero terrorizzato in un angolo del tavolo e tirai un sospiro di sollievo.

Ti voglio tanto bene Papà.

Ovunque tu sia.

Nel mio cuore di sicuro.

E per il mio sempre.

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  • Registrazione Tribunale di Roma n.133/22 del 8/11/22
  • Direttore Stefania Catallo
STEFANIA CATALLO

Stefania Catallo, romana e fondatrice del centro antiviolenza Marie Anne Erize. Si occupa di storia orale e di diritti delle donne. Giornalista e scrittrice, ha pubblicato diversi libri, l'ultimo dei quali "Evviva, Marie Anne è viva!" (2018, Universitalia), ha ricevuto il Premio Orsello nella sezione Società.

Redazione:

EMYLIU' SPATARO

Emilio Spataro, in arte Emyliù, attore, chansonnier, fotografo, grafico. Di origine calabrese cirotana, vive a Roma. Opinionista e Web Master del Magazine.

SAVERIO GIANGREGORIO

Attivista ANPI e Amnesty International, femminista, si occupa anche di Jus Soli e della causa degli italiani senza cittadinanza. Segue dal primo giorno la vicenda di Giulio Regeni, di cui riporta l'amaro conteggio ogni giorno sui suoi profili social. Attivista ANPI per il senso di profondo rispetto verso coloro che ci hanno liberato da nazisti e fascisti. "Siamo una democrazia e indietro non dobbiamo tornare".

MAVA FANKU'

Opinionista disincantata, dotata di un notevole senso dell'umorismo e di una dialettica tagliente, Mava Fankù cura attualmente due rubriche, La Pillola Politica e I Pensierini di Mava, elzeviri su temi vari che ispirano la nostra signorina agèe, da poco anche in video, oltre che in podcast, oltre che in scrittura.

LORENZO RAONEL SIMON SANCHEZ

Esperto in comunicazione, divulgatore e attivista per i diritti umani della comunità LGBTQ+

ALESSIO PAPALINI

Romano, educatore, formatore e appassionato di lettura e comunicazione. Attore del Teatro Studio Jankowski di Roma

PATRIZIA MIRACCO

Psicoterapeuta e giornalista. Appassionata di arte e mamma umana di Aki, una bella cagnolina a quattro zampe di 4 anni.

VENIO SCOCCINI

Diplomato all'Istituto Alberghiero Michelangelo Buonarroti di Fiuggi (FR) - Dopo una lunga esperienza in Italia, e all'estero come chef per personaggi di rilievo, sia in casa che su yacht, nel 2013 si è trasferito a Londra, dove ha appreso nozioni di cucina multietnica continuando a lavorare come chef privato.

ROSELLA MUCCI

Ho sperimentato il palco cimentandomi in progetti di Teatro Sociale tra il 2012 e il 2015 con testi sulla Shoa, sul femminicidio, sulla guerra. Il mio percorso teatrale è poi proseguito in autonomia quando ho sentito il desiderio di portare in scena testi scritti proprio da me.Tutti i miei scritti per scelta hanno come punto comune una ironia sana e leggera che aiuta il pubblico a riflettere sull'argomento proposto.

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