10 Dicembre 2023
Cate Blanchett e Rooney Mara nel film Carol
Da sinistra: Vita Palamanca, Emyliù Spataro, Jasmine Piattelli in "Le sorelle fatali(tà" al Lumen di Firenze
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L “UNICA” VERSIONE DI ILARY BLASI

Ilary vs Totti, ossia lo psicodramma della ex coppia più bella del mondo. In questi giorni è in onda su Netflix “Unica”, un’intervista di circa un’ora e mezza nella quale Blasi racconta la sua versione sulla separazione dal calciatore, dopo un matrimonio durato vent’anni e tre figli.

C’era una volta la regina Elisabetta II, una donna che di guai ne aveva avuti pure lei: dal marito allegramente fedifrago, ai figli pasticcioni, ai nipoti impertinenti; ma nonostante ciò, niente pareva turbarla e, soprattutto, nulla poteva farla discostare dal suo motto “never complain, never explain“, che potremmo tradurre con un “mantieni sempre un silenzio di piombo”. Ma torniamo ai giorni nostri e ai nostri non blasonati ed ex coniugi Totti. Partiamo dal fatto che la verità non si conoscerà mai, tuttavia Ilary Blasi ha saputo essere protagonista di una lunga intervista televisiva, sapientemente confezionata da Netflix, durante la quale racconta il ventennio al fianco di Francesco Totti, ex stella del calcio capitolino. A prima vista potrebbe sembrare la solita accoppiata letterina-calciatore e probabilmente agli inizi era così, ma poi qualcosa cambia, si evolve. Vuoi per la carriera televisiva di lei, che passa dal fare la comparsa svestita nei programmi di intrattenimento a condurre programmi di punta, disegnando una parabola ascendente; vuoi per la caduta di lui che, come ogni atleta, a un certo punto deve arrendersi all’età, obtorto collo. E qui, a sentire Blasi, entrano in scena le solite dinamiche competitive legate ai ruoli, dove l’ottavo re de Roma non accetta il pensionamento e rosica nel vedere Blasi gettonatissima. C’è poi la querelle del caffè col personal trainer, la squallida storia dell’amante nascosta, la bassezza delle borse e degli orologi occultati e tutto quello che durante questi quasi due anni di separazione è stato dato in pasto alla stampa.

Nella foto: Ilary Blasi in una scena del documentario

Erano altri tempi quelli in cui Mike Bongiorno assurgeva alle cronache perché la moglie aveva sposato un altro uomo a Las Vegas, diventando ufficialmente bigama: il conduttore non alzò polveroni e nonostante i pettegolezzi durati anni, riaccolse con sé la consorte con la quale ebbe un altro figlio, mostrando dignità e savoir faire. Era il 1978.

Impossibile infine anche il paragone con la famosa intervista televisiva del 1992 a lady Diana, quella nella quale dichiarò il tradimento di Carlo con Camilla: certo, i media si scatenarono, ma non si fecero questioni economiche e soprattutto non ci furono furti di borse e scarpe griffate.

Allora come considerare questo prodotto televisivo? Sicuramente come uno spaccato sulla vita di una donna bella e di successo, che si presenta esattamente per quello che è, nel bene e nel male. Ma, come diceva Andreotti, smentire o tornare su una notizia equivale a darla due volte. E in questo aspetto Blasi è stata molto capace. Chapeau.

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LA VIDEOPOESIA: “PER GIULIA” DI MASSIMO D’AQUINO

Alessio Papalini interpreta questa intensa poesia di Massimo d’Aquino, dedicata a Giulia Cecchettin.

PER GIULIA

Ti ho donato le mie mani
Perché ne facessi ciò che ti serviva
I miei capelli, il mio sorriso, il mio cuore
Tutto era tuo
Eppure non mi hai creduto
In un momento hai deciso che non dovevo più sorridere
Più passare le mie mani sul tuo volto
Mai più avere un cuore.

Massimo D’Aquino

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NAPOLEON DI RIDLEY SCOTT: LA RECENSIONE

Epico, intimista, imperfetto in alcuni riferimenti, ma si sa che Ridley Scott se ne infischia, anzi si diverte, a far inorridire gli storici. “Napoleon”, al cinema dallo scorso 23 novembre, racconta la vita del corso seguendo due strade parallele: i fatti salienti dell’ascesa di Bonaparte e la sua relazione turbolenta con Giuseppina Beauharnais.

Il film si apre con la decapitazione di Maria Antonietta, che corona lo sterminio della casa di Borbone di Francia, per poi passare alle accese discussioni del Direttorio, al suicidio di Robespierre e al fallimento della Rivoluzione francese, avida di sangue ma spaccata dall’interno. Ed è proprio qui che si inserisce Bonaparte (Joaquin Phoenix), che in una scena del film dice: “...quelli al potere mi considerano come un bruto, inadatto a cariche più elevate“. Riuscirà invece nella sua scalata sociale e militare, e la sua ascesa sarà favorita da Giuseppina, aristocratica introdotta nella buona società, della quale si innamorerà profondamente.

Una scena del film

Giuseppina (Vanessa Kirby) e Napoleone sono entrambi molto ambiziosi: lei, rimasta vedova con due figli, vede in lui una possibilità nonostante non ne sia troppo interessata, come confida alla sua cameriera; Bonaparte invece, vede in Giuseppina la chiave per entrare nel gotha e anche un donna di tale grazia e bellezza da restarne folgorato. Ci saranno tradimenti e riconciliazioni e alcuni coup de canapé, ossia il sesso mordi e fuggi reso popolare da Napoleone.

La coppia imperiale però, nonostante il suo potere, non riesce a operare una vera rivoluzione della struttura sociale francese, ancora fortemente legata ai modelli monarchici che solo pochi anni prima sono stati distrutti nel sangue: l’erede non arriva, Giuseppina deve cedere il passo alla diciottenne Maria Luisa d’Austria che diventerà madre del Re di Roma. E il destino delle donne si ripete: siano essere regine o imperatrici o granduchesse, il loro scopo fondamentale è procreare. Come insegna la madre dell’imperatore, Letizia Ramolino, che si adorna dei sui figli come la madre dei Gracchi.

Una scena del film

Toulose, Austerlitz e Waterloo sono le tre battaglie rappresentate nel film, impressionanti nella loro intensità e nella cura dei particolari. “Due volte nella polvere due volte sull’altar“: l’epopea di Bonaparte, dopo il clangore delle battaglie e lo scintillio di armi e diamanti, si chiude silenziosamente a Sant’Elena, davanti a un oceano grigio e piatto, dove si inabissa il suo ego ipertrofico, a ricordarci che tutto passa, anche l’alloro, la corona e l’impero. Ei fu.

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SAMAN ABBAS: CHIESTO L’ERGASTOLO PER I GENITORI

Laura Galli, pm della Procura di Reggio Emilia, ha chiesto l’ergastolo con due anni di isolamento diurno per il padre e la madre di Saman Abbas, la ragazza di Novellara scomparsa il 30 aprile 2021 e ritrovata il 27 novembre 2022, sepolta in una buca scavata dai suoi assassini. Nel corso della lunga requisitoria, durata 10 ore, sono stati chiesti inoltre trent’anni di reclusione per lo zio Danish Hasnain e per i cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz. Secondo la pm “il padre è colui che ha deciso l’omicidio della figlia“, aggiungendo che “non poteva essere l’esecutore materiale dell’omicidio perché ci volevano almeno due minuti per strozzare Saman e non è mai stato ‘fuori’ dalle telecamere“, Per Shabbar Abbas la pm Galli ha individuato sia il concorso morale che quello materiale nell’uccisione della giovane “perché ha agevolato l’esecuzione portandola fuori da casa e l’ha consegnata all’assassino“.

Per quanto riguarda la madre, Nazia Shaeen, queste le conclusioni della pm Galli: “…ha contribuito all’omicidio di Saman non solo condividendo l’uccisione della figlia ma anche fattivamente… erano stati costretti a ucciderla dal momento che rappresentava un disonore per la famiglia“.

Il procuratore Paci, ripercorrendo le prove che hanno portato all’incriminazione degli imputati ha dichiarato: “Nessuno dei protagonisti di questo processo, a cominciare dal padre, ha voluto degnare questa ragazza di una espressione di pietà, se non strumentale o capziosa. Se lo scavo indiscutibilmente è stato fatto anche con quella pala e quella pala indiscutibilmente è stata trovata a casa dei tre imputati, questa è la firma dell’omicidio. Non si è trattato di uno scavo improvvisato, ma ha tenuto conto delle dimensioni di chi doveva ospitare. La fossa era stata originariamente predisposta e preparata e quando il corpo era pronto per essere depositato ci si è accorti che doveva essere allargato. Saman è stata uccisa, per asfissia generata con un gesto meccanico che ha portato alla rottura della parte sinistra dell’osso ioide. I periti hanno indicato come dinamica lo strangolamento o strozzamento, prediligendo la seconda ipotesi: una costrizione con le mani o con altre parti del corpo“. Intanto, la salma è a disposizione per la tumulazione definitiva.

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IL FEMMINICIDA E LA CRISALIDE. STORIE DI ORDINARIA VIOLENZA INTERPRETATE DA EMYLIU’ SPATARO

Per celebrare il 25 novembre, il nostro magazine ha deciso di dedicare la maggior parte degli articoli di questa settimana al contrasto alla violenza di genere. Ognuno dei collaboratori della redazione darà il suo personale contributo. Oggi vi presentiamo “La Crisalide e il Femminicida”, interpretati da Emilio Emyliù Spataro.

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#RESPECT: LE DONNE DI TINA LOIODICE&ZATOX. L’INCURSIONE ARTISTICA NOTTURNA DELLE GUERRIERE NELLE STRADE DI ROMA

Durante la notte del 25 novembre, sono comparse nei quartieri romani di San Lorenzo e Trastevere alcune opere delle artiste romane Tina Loiodice e ZaTox: le immagini delle loro guerriere guardano passare la gente. #respect è l’hashtag che le due artiste hanno scelto per invitare alla riflessione durante la Giornata Internazionale contro la Violenza di Genere. Sfidando il freddo e la pioggia, le guerriere scrutano le strade più frequentate dei due quartieri dove la movida romana è più intensa. Proponiamo ai nostri lettori foto e video delle opere di street art #respect.

LE FOTO DI #RESPECT

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#25 NOVEMBRE: ‘SORRIDI DONNA’ DI ALDA MERINI

ASCOLTA IL PODCAST DELLA POESIA INTERPRETATA DA ALESSIO PAPALINI

Sorridi, di Alda Merini


Sorridi donna
sorridi sempre alla vita
anche se lei non ti sorride.
Sorridi agli amori finiti
sorridi ai tuoi dolori
sorridi comunque.
Il tuo sorriso sarà
luce per il tuo cammino
faro per naviganti sperduti.
Il tuo sorriso sarà
un bacio di mamma,
un battito d’ali,
un raggio di sole per tutti.

Author: Koi-discovery
Title: Phenix-unplugged
Source: https://freemusicarchive.org/music/koi-discovery/omega/phenix-unplugged/
Public domain CC 1.0 Universal License

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#25 NOVEMBRE LE INFO SUL CORTEO DI NON UNA DI MENO

Quando si sono perse le tracce di Giulia Cecchettin lo sapevamo tutt3 cosa era successo. Lo sappiamo in ogni volta che torniamo a casa a passo svelto, raso al muro, ogni volta che stringiamo le chiavi di casa come un’arma, ogni volta che mandiamo la posizione a unə amicə a un appuntamento, ogni volta che pesiamo le parole per lasciarlo o per rifiutarlo. Lo sappiamo ogni volta che un giornale dipinge il ritratto del “bravo ragazzo” forse un po’ geloso”. Lo sappiamo a ogni molestia verbale, a ogni intimidazione.

Lo sappiamo perché i femminicidi e i transicidi dall’inizio dell’anno sono stati più di 100.

Noi ci stringiamo nella nostra rabbia, mentre il governo parla di testa sulle spalle, di condotta morale e inasprimento delle punizioni. NOI VOGLIAMO UNA PRESA DI COSCIENZA TRANSFEMMINISTA, educazione sessuo-affettiva nelle scuole, rafforzamento dei centri anti-violenza e dei consultori.

Il 25 NOVEMBRE scendiamo in piazza anche per giulia Cecchettin scendiamo e invaderemo le STRADE DI ROMA E MESSINA.

TORNIAMO MAREA, E SE NON SARÀ PER AMORE SARÀ PER RABBIA.

nonunadimeno

transfemminist3ingovernabili #25N

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#25 NOVEMBRE: NICOLE E IL PADRE ABUSANTE

In copertina: immagine web

Nicole è una donna che ce l’ha fatta, uscendo da una situazione familiare dove il padre era violento con lei e la madre. Proponiamo ai nostri lettori l’audio testimonianza di Nicole, che ha voluto donarci per dare forza e esempio a quelle donne che pensano di non potercela fare.

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#25 NOVEMBRE: QUELLE CHE CE L’HANNO FATTA. GLORIA SOPRAVVISSUTA AL FEMMINICIDIO

La storia di Gloria è simile alle troppe vicende che leggiamo quasi ogni giorno sui giornali, con la sostanziale differenza che Gloria può raccontarla perché è ancora viva. Gloria ha un passato di indossatrice curvy; la bella foto in bianco e nero che la ritrae, scattata dalla fotografa Francesca Mazzara, testimonia il suo ritorno in passerella nel 2019, seppur in sedia a rotelle. Gloria ha fatto molta strada: ha studiato per diventare counselor e a breve darà l’esame di iscrizione a un’associazione di categoria. Si occupa di bellezza e fa divulgazione sulla violenza di genere. Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia: l’audio che vi proponiamo è stato registrato la lei per i nostri lettori.

Credit photo @FrancescaMazzara per gentile concessione

GUARDA IL VIDEO E ASCOLTA LA STORIA DI GLORIA

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#25 NOVEMBRE. DIMENSIONE DONNA E CONSULTA DELLE DONNE: EDUCARE AL RISPETTO E ALLE DIFFERENZE

Aspettando il 25 novembre abbiamo chiesto a Patrizia Sacchi, presidente di Dimensione Donna, e ad Amelia Ciampa, al vertice della Consulta delle Donne di Civitavecchia, quali sono secondo loro gli interventi necessari e improrogabili da attuare per fermare i femminicidi che, fino a questo momento, sono stati 106. Una linea di sangue che ha attraversato e purtroppo continuerà ad attraversare l’Italia e che, si spera, possa interrompersi definitivamente. Ecco le loro risposte.

In foto: da sinistra Amelia Ciampa e le attiviste della Consulta delle Donne

Amelia Ciampa: “Non credo sia efficace istituire una materia scolastica che riguardi la violenza di genere, quanto invece preparare i docenti a parlare di educazione emotiva ai propri allievi. Che la scuola non sia solo veicolo di istruzione, ma che i docenti abbiano ben presente il fatto che i loro allievi hanno un mondo interiore fatto di emozioni, e che puntino quindi a farle sviluppare in maniera sana. E’ poi evidente la necessità di finanziare le associazioni che si occupano di donne e di violenza di genere, perché i fondi sono pochi e insufficienti. Per quanto riguarda la Consulta delle Donne, i colloqui individuali attraverso i quali la donna prende consapevolezza della relazione che sta vivendo e di quali siano le dinamiche interiori che possono spingerla verso la dipendenza affettiva, ci hanno sempre dato dei risultati molto positivi. Anche il sostegno che forniamo ormai da trent’anni attraverso i gruppi AMA, danno alla donna anzitutto la sensazione di non essere da sola e creano una rete di sostegno attraverso la competenza e l’esperienza di donne che hanno vissuto cose simili. Sarebbe inoltre opportuno che lo Stato, attraverso i suoi organi anche locali, si occupasse per lo meno di fornire un servizio utile alla diffusione della cultura della parità di genere, stringendo rapporti costanti con le associazioni che si occupano del fenomeno. Non basta delegare tutto al solo intervento del servizio sociale, che spesso viene percepito come giudicante specialmente nell’ambito delle separazioni conflittuali”.

In foto: a destra Patrizia Sacchi presidente di Dimensione Donna durante un evento

Patrizia Sacchi: “Per il contrasto alla violenza di genere, l’inasprimento delle pene è sicuramente auspicabile, così come l’uso del braccialetto elettronico o di altri strumenti di dissuasione; quello che però andrebbe fatto con urgenza è accelerare i tempi dei processi. Con l’applicazione del Codice Rosso si è ottenuta sicuramente una maggiore velocità nell’ascolto sia della donna che dell’abusante; tuttavia, per arrivare alla prima udienza passa ancora molto tempo e quindi arrivare alla fine dei processi comporta tempi molto dilatati. Dopo la denuncia le donne sono spesso lasciate sole, con l’unico sostegno dei centri antiviolenza, quindi è assolutamente necessario pensare alla creazione di progetti di sostegno emotivo dedicati a loro. Parliamo comunque però di provvedimenti che vanno a curare il sintomo e non la malattia, nel senso che si va a punire il colpevole ma non si fa prevenzione. La violenza contro le donne è un problema culturale, lo abbiamo sempre detto e lo ripetiamo ancora, quindi gli investimenti andrebbero fatti a supporto della famiglia, nella scuola, con la creazione di percorsi all’educazione sentimentale come materia di studio. Secondo me questo è l’unico modo concreto e reale per il contrasto alla violenza. Investire sull’educazione, sull’istruzione, rieducare all’espressione dei sentimenti, all’ascolto dell’altro, al rispetto, a sviluppare l’empatia potenziando i servizi anche nelle scuole e sostenendo le famiglie attraverso i corsi alla generosità: queste sono le chiavi giuste, secondo me”.

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#TDoR 2023, MASSIMO D’AQUINO: COMBATTERE IL PREGIUDIZIO SI PUO’ E SI DEVE FARE

Il 20 novembre in tutto il mondo si celebra il TDoR, ossia la giornata del ricordo delle vittime di omotransfobia. Il nostro magazine ha intervistato lo scrittore e poeta Massimo D’Aquino, per parlare dell’importanza di questa data e di quanto ancora c’è da fare per fermare un massacro contro vittime innocenti perpetrato da chi vede in loro un pericolo e, spesso, una vergogna da cancellare col sangue.

“Ho acceso una candela bianca, perché non so più che fare per alleviare il dolore per la morte di tutte queste persone. Dicono circa 400, ma se questi sono i dati ufficiali, quelli che mi danno più da pensare sono le morti non denunciate, i casi che non hanno fatto clamore; purtroppo non si tratta di un traguardo da raggiungere: la corsa all’odio non la vogliamo percorrere. Ognuno di loro ha una storia, una vita vissuta, persone che le hanno amate e che ora si disperano ancora incredule per la fine che hanno fatto. E se fossi nato in un altro posto? Avrei subito la stessa fine. Qualcuno avrebbe potuto uccidermi perché trans e attivista e chi mi ama mi starebbe piangendo. Chiunque lotti per i diritti delle persone trans* ed è contrario ad ogni forma di discriminazione, in un posto diverso da qui, in Italia, potrebbe essere già morto ammazzato. Ciò di cui dobbiamo essere pienamente consapevoli è che non è soltanto l’essere trans che ci porta ad essere potenziali vittime tutt*, bensì l’indotto sociale che non ci dà l’opportunità per vivere una vita dignitosa. Ogni notizia, ci fa entrare nelle loro vite, nelle loro passioni. Stiamo facendo rivivere l’anima di queste persone attraverso la nostra di anima e non proviamo nessun timore; vorremmo consolarle, dare loro l’affetto e il sostegno mancato. Inseguite, spaventate, incredule dinnanzi a tanta crudeltà e violenza, si saranno rese conto che stavano per essere assassinate? Vi ricordate di Cloè, l’insegnante trans che dapprima era stata licenziata perché trans, poi riammessa e che infine si è data fuoco nel camper dove viveva? Così come Chiara, una ragazza trans di diciannove anni suicida come un’altra donna trans di ventisette anni, morta suicida, dopo essere stata violentata. Non solo è importante ricordare ogni anno questa ricorrenza per le persone appartenenti alla comunità t, ma ciò che più conta, a mio avviso, è renderne partecipi quante più persone al di fuori del nostro ambito affinché ci si renda conto di dove può portare l’odio gratuito verso persone che chiedono solo di poter essere se stesse senza nulla togliere a nessuno. E’ importante non dimenticare questo eccidio spesso silenzioso che anno dopo anno miete vittime innocenti”.

Secondo lei se ne parla abbastanza?

“Mi chiede se se ne parla abbastanza, le dico che basta fare un semplice esperimento e, parlando con qualcuno, uscirsene col dire: “domenica sera vado al TDOR” , la risposta dell’ottanta per cento delle persone non appartenenti alla comunità (e non solo) è : “al T che???”. Non se ne parla abbastanza e non bisognerebbe ridursi a parlarne solo durante il mese di novembre, la battaglia per queste vittime, ripeto, INNOCENTI, dovrebbe essere quotidiana”.

“E’ vero, da qualche tempo, mi sto dedicando anche alla poesia e la prima che scrissi parecchio tempo fa era proprio dedicata al suicidio di un ragazzo trans di vent’anni, Lukas. Finora ne ho raccolte una trentina e perché no potrei anche pensare ad una raccolta da pubblicare; l’ispirazione arriva quando meno te l’aspetti, spesso basta una parola, una notizia ascoltata di corsa, un avvenimento che mi colpisce particolarmente e poi l’Amore”.

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#TdOR 2023: “PAMELA” LA STORIA DI UNA TRANS INTERPRETATA DA EMYLIU’ SPATARO

In copertina: Emyliù Spataro ritratto da @Beatrice Canino

Tratto da una storia vera, “Pamela” è la storia di una trans, che proponiamo ai nostri lettori in occasione del TDoR. Scritta da Stefania Catallo e interpretata da Emyliù Spataro, racconta la vita, le speranze e le fragilità di una creatura a volte aliena al mondo.

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#TDOR 2023. LA VIDEOPOESIA “PERCHÉ TU” DI MASSIMO D’AQUINO

In occasione del TDoR, l’attore teatrale Alessio Papalini interpreta una toccante poesia inedita di Massimo D’Aquino, scrittore e poeta transessuale, intitolata “Perché tu“.

Perché Tu (?)

Ho trapiantato nel mio Corpo le ferite della mia Anima per lenirle
ma non è mai bastato
Allora ho steso teli bianchi, puri e freschi
Li ho legati a pali di solido legno
profondi nella sabbia
e li ho fatti agitare dal vento
sul mare
E ho aspettato che arrivassero fino a te
le tracce di me

Ecco perché sei qui

Massimo D’Aquino

Musica:
Title:
That Kid in Fourth Grade Who Really Liked the Denver Broncos
Author:
Chris Zabriskie
Source:
https://freemusicarchive.org/music/chris-zabriskie/undercover-vampire-policeman/that-kid-in-fourth-grade-who-really-liked-the-denver-broncos/
License:
CC BY 4.0 international
Music edit

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ARTEMISIA GENTILESCHI CORAGGIO E PASSIONE. LA MOSTRA A GENOVA DAL 16 NOVEMBRE AL 1 APRILE 2024

Dal 16 novembre 2023 al 1° aprile 2024, a Palazzo Ducale di Genova saranno esposti i capolavori di una delle artiste più amate di sempre, dalla vita appassionante, tragica, ricca di colpi di scena e successi straordinari.

È Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 – Napoli 1653), importante esempio di tenacia e genialità, donna dalla vita tutt’altro che facile, segnata dalla prematura scomparsa della madre, dal contesto sociale che non le permette di affermarsi come pittrice, fino al traumatico stupro.

Una donna che, con la maestria del suo pennello, è riuscita a rappresentare il suo controverso rapporto con gli uomini a partire da quello intenso e travagliato con il padre Orazio Gentileschi – suo maestro, grande pittore dell’epoca e amico di Caravaggio – trasformatosi poi in rivalità fino alla riconciliazione negli ultimi anni. Orazio e Artemisia sono raccontati attraverso confronti serrati tra tele con lo stesso soggetto, per comprendere come la ragazza abbia potuto superare il linguaggio del padre. I due artisti sono anche messi in dialogo con lo stile del Caravaggio.

Tra vicende familiari appassionanti, soluzioni artistiche rivoluzionarie, immagini drammatiche e trionfi femminili, la mostra – a cura di Costantino D’Orazio con la collaborazione di Anna Orlando – offre l’opportunità di vedere raccolti oltre 50 capolavori sparsi in tutta Europa, opere che permettono di delineare un ritratto preciso della personalità complessa di una delle artiste più celebri al mondo.

La mostra è promossa e organizzata da Arthemisia con Palazzo Ducale Fondazione per la CulturaComune di Genova e Regione Liguria.
La mostra vede come sponsor Generali Valore Culturaspecial partner Ricolamedia partner Il Secolo XIX e mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale.

La mostra rientra nel progetto “L’Arte della solidarietà” realizzato da Arthemisia con Komen Italiacharity partner della mostra.
Unire l’arte con la salute, la bellezza con la prevenzione: è questa l’essenza di un progetto che vede il colore rosa della Komen Italia fondersi con i capolavori esposti nelle mostre.
Nel concreto, una parte degli incassi provenienti dalla vendita dei biglietti di ingresso della mostra verrà devoluta da Arthemisia per la realizzazione di specifici progetti di tutela della salute delle donne.
Con questa partnership Komen Italia si prepara al grande evento nazionale per festeggiare il suo 25esimo anno della “Race for the cure” il prossimo maggio 2024.

Il catalogo, edito da Skira e a cura di Costantino D’Orazio, presenta i testi di Pietrangelo Buttafuoco, Riccardo Lattuada, Anna Orlando, Yuri Primarosa e Claudio Strinati

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