Mese: Maggio 2023

NOSTALGIA DEL CINEMA ANTE VIRUS @ I PENSIERINI DI MAVA FANKU’

Ascolta dalla voce di Mava

Che nostalgia del Cinema al Cinema, prima delle mascherine e dei lascia-passare, quando lo streaming era un’alternativa domestica, ma non una costrizione succedanea, come lo è stato per un lungo periodo…

E anche se adesso non ci sono più divieti, nel frattempo persino “noi” puristi del CINEMA al CINEMA ci siamo convertiti in larga parte alla visione in streaming, che avrà pure i suoi vantaggi, ma tra gli svantaggi c’è quello di perdere quasi tutta la magia che solo il grande schermo può dare.

A parte quando un vicino di poltrona ti sgranocchiava (nell’orecchio) i pop corn per tutta la durata del film :)(:

E dicevo “perdere quasi”, perchè in certi rari casi, quella magia la si ritrova quando si ha la fortuna di poter vedere un bel film d’autore in streaming. Perchè se riesce ad emozionarti anche in TV o persino su un display del cellulare, gustandoselo anche in piu’ puntate, come quando un film ti prende veramente e ci entri dentro come per incanto, e vorresti che non finisse piu’…

allora vuol dire che l’arte c’è di sicuro…

Come in NOSTALGIA di Mario Martone, con un Pierfrancesco Favino che crea un personaggio cosi’ vero, con un improbabile accento “straniero”, tornando dall’estero dopo una vita, nella sua Napoli dei quartieri bassi, ritrovando l’anziana madre, che pur quasi cieca, lo riconosce quando se lo trova davanti, seppur lui si limiti a guardarla senza parole, con amore.

E quando l’aiuta a lavarsi in una tinozza, con tutta la dolcezza del mondo di cui un figlio è capace di provare per una madre, e la pettina, l’asciuga, la prende in braccio e la ripone come una bambina nel letto fresco di bucato, ne si sente quasi il profumo di quell’amore.

Ma non ve lo voglio raccontare, questo incantevole film, anche perche’ non l’ho ancora visto tutto 🙂

Vi ho descritto solo le scene iniziali per invogliarvi a vederlo, se non l’avete ancora visto.

Ne vale davvero la pena.

Per disintossicarci dal selvaggio streaming di serie, con un vero film che ci emozionera’.

Parola di Mava Fankù

FOTOGRAMMI dal film NOSTALGIA di MARIO MARTONE con PIERFRANCESCO FAVINO

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VIDEOSABATO TEATRALE: MENOPAUSA NON TI TEMO CON “DOSAGGIO ORMONALE” DI GIUDITTA CAMBIERI

Temutissima o lungamente attesa, la menopausa e i suoi effetti sono al centro di “Dosaggio ormonale”, la stand up comedy che Giuditta Cambieri che sta portando nei teatri italiani. Se fino a qualche decennio fa – e neanche tanti – la menopausa era tabù e considerata inoltre la pietra tombale alla vita sessuale o al potere seduttivo della donna, ora vivaddio se ne inizia a parlare con libertà e anche, perché no, con comicità.

Parole e canzoni s’intrecciano durante una tempesta ormonale. Verità vengono a galla. Giuditta e Lorella si ritrovano a navigare in un mare di “sudarelle” tra verità più o meno scomode  venute a galla durante quella perturbazione. Pezzi di cuore tagliuzzato, ricordi di speranze naufragate,  parole che era meglio non sentire e altre che sarebbe stato meglio dire, immagini uscite da scene di vita vissuta e di vita sopravvissuta.

L’ormone, si sa, è come un coreografo impazzito; ti fa saltellare un po’ qua e un po’ là. Così in un percorso di riflessioni drammaticamente comiche e non solo, le due si ritrovano a fare il punto  sull’ essere donne in un mondo fatto a misura di maschio. Un mondo fatto apposta per “lui”, fatto apposta come un dispetto per “lei”.

Ma non tutte le perturbazioni vengono per nuocere. Non è più tempo d’aspettare, è tempo d’imboccare la gloriosa strada della tanto temuta e agognata menopausa. ATTEMPATE ORA….RESISTENTI DA SEMPRE!

Ricordate gli attacchi di caldo in pieno gennaio delle nostre mamme o delle zie? Ecco, quelle sono le “donne col ventaglio”, l’eufemismo col quale il regista Almodovar definisce chi ha raggiunto il traguardo della menopausa. Il divertentissimo video che segue si chiama “Sudarelle”. Insieme a Giuditta Cambieri, l’attrice non udente Mally Mieli.

Un altro regalo della menopausa e del tempo che passa è la (non) tonicità. Nel clip intitolato “Ti pende”. una descrizione esilarante dei suoi effetti, con Giuditta Cambieri, Carolina Cigliola attrice-LIS udente e la musicista Lorella Pieralli.

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CHI PRENDERÀ IL POSTO DI FAZIO E LUCIANINA? @ LA PILLOLA POLITICA DI MAVA FANKÙ 

La televisione di Fazio e Littizzetto se ne va altrove e per vederla dovremo pagarla. Per colpa di chi?

 Sembrerebbe un’azione punitiva/repressiva del Nuovo Governo, ma anche togliendo le aggettivazioni rimane un senso di vuoto, dove al posto di una istituzione oramai, costituita da un duetto rodato e di successo, verrà sostituito qualcuno di destra, come Pino Insegno. Si dice.

Senza voler giudicare per partito preso, la differenza è palese, e basterebbe pensare a tutti i personaggi, artisti, intellettuali, politici, intervistati da Fazio con garbo e competenza negli anni, oltre agli argomenti trattati con l’ironia caustica della Lucianina, sempre arguta  e intelligente, per comprendere l’entità della perdita, in nome di una sorta di epurazione politica.

Ora è chiaro che, indipendentemente dal gradimento dei due conduttori di ”Che tempo fa”, si rinuncia a una media di 2,5.milioni di spettatori a puntata (il partito della Lega di Salvini ha avuto gli stessi voti alle ultime elezioni) per un quasi sicuro flop. 

Dunque la motivazione politica è predominante: la rimozione dei simboli delle sinistre alla Rai, da parte delle destre al potere. E dire che ”tanto Fazio ha trovato un ingaggio milionario a Discovery, con la Littizzetto a seguito”, è la conferma della sua professionalità e di quello che rappresenta.

Ho sentito diverse persone non di sinistra dire cose di buon senso, come ad esempio: ”Fazio non mi piace, la Littizzetto non mi diverte, non li seguivo se non una volta tanto, ma darei qualunque cosa per saperli ancora li dopo 40 anni”.

Perchè possiamo essere liberi di cambiare canale e programma, se non gradiamo un palinsesto. Ma nella scelta pluralistica, si poteva aggiungere qualcuno di qualità, anziché togliere un conduttore/giornalista con un successo stabile che aveva il suo pubblico, con prepotenza.

Per metterci qualcosa e qualcuno che ci costringerà sempre più a dover pagare, oltre al canone di Mamma Rai altre piattaforme,  per scegliere altrove.

Democratica.mente vostra 

Mava Fankù

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ALL’AMORE NON SI RESISTE OVVERO “I VOTI DELLE FANCIULLE” DIRETTO DA CLAUDIO JANKOWSKI

In copertina: foto @Francesco Bunicich

“I voti delle fanciulle” è una brillante commedia di Alexander Fredro del 1832. L’opera è divisa in cinque atti e l’argomento principale è l’amore. Abbiamo incontrato il regista teatrale Claudio Jankowski presso l’Istituto Polacco di Roma, dove mercoledì 17 maggio è andato in scena un reading molto interessante.

La commedia racconta la storia di due giovani, Aniela e Klara, che decidono di non volersi sposare e di tormentare gli uomini con la loro totale indifferenza. Albin, innamorato di Klara, viene da lei immediatamente rifiutato, così come Aniela rimane insensibile ai tentativi amorosi di Gustaw il quale non prende inizialmente sul serio il giuramento delle ragazze. Infine proprio Gustaw dà vita a un intrigo per conquistare la sua amata e per aiutare il disperato Albin. La commedia di Fredro presenta l’amore come una grande forza che sprona le persone ad agire donando loro la gioia di vivere, una vera fonte di felicità per la quale bisogna lottare; l’autore nega quindi l’idea dell’amore a prima vista, confidando però nell’esistenza delle anime gemelle e del magnetismo amoroso.

L’opera andò in scena per la prima volta bel 1833 a Lviv e fu subito un grande successo che portò lo scrittore a conquistare molti nuovi spettatori e lettori. Il cast del reading è composto da: Alessandra Annedda, Cristina Calvitti, Silvia Capizzi, Luisella Carboni, Giulio Guerrisi, Michele Renda, Paola Scotto. Al pianoforte Diego Salvagna, traduzione e adattamento di Dorota Wdowinska. Regia di Claudio Jankowski.

SFOGLIA LA GALLERY FOTOGRAFICA CON LE IMMAGINI DI FRANCESCO BUNICICH

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I TAROCCHI: ARCANO XXI IL MONDO

L’ultima Carta dei Tarocchi è Il Mondo. Con essa si chiude il cerchio degli Arcani Maggiori, attraverso i quali abbiamo viaggiato lungo tutte le situazioni della vita, incontrandone i personaggi, le scene, i desideri, le paure, le speranze. Il Mondo porta il numero XXI, ma è utile sapere che Papus riteneva che la Carta dovesse portare il numero XXII, collocando al suo posto Il Matto, pensiero peraltro condiviso da Eliphas Levi. Il Mondo è rappresentato da una figura femminile al centro di un ovale di alloro, ai lati del quale troviamo i simboli dei quattro Evangelisti: l’angelo di Matteo, l’aquila di Giovanni, il toro di Luca e il leone di Marco, che quasi santificano la Carta con la loro presenza. La donna porta tra le mani due bacchette magiche, rimandando a quelle del Mago e del Carro, tramutate negli scettri dell’Imperatore e dell’Imperatrice nonché nel pastorale del Papa. Il simbolo di potere che diventa simbolo di trasmutazione della materia: anche qui, una delle simbologie dei Tarocchi passa di carta in carta. Anche la nudità della donna ricorda quella de Le Stelle. Nelle Carte Visconti Sforza il Mondo è invece rappresentato con due amorini che sorreggono una sfera nella quale è disegnata una città medievale, al contrario dei mazzi più conosciuti come quelli di Marsiglia o di Wirth.

Il Mondo @Luigi Caldararo

Il Mondo rappresenta il successo, la possibilità di realizzare tutto quello che si desidera, la fortuna, la perfezione, la riuscita assicurata (Papus), l’azione magnetica del cosmo (Eliphas Levi). E’ interessante riflettere anche su un altro significato: solo divenendo mondo (mundus) ossia puro, l’essere può raggiungere la sua meta. Il Mondo è la Carta più favorevole del mazzo.

Il Mondo, Tarocchi Visconti Sforza

Al contrario, il Mondo non negativizza il suo significato ma lo offusca quindi la riuscita non è piena, il successo non è totale, c’è qualcosa che impedisce la pienezza. Vale la pena ricordare che il Mondo rappresenta anche un luogo chiuso e familiare; anche la donna racchiusa nell’ovale ha un significato ulteriore, quello del rapporto con la femminilità. Alcuni autori hanno poi trovato un’analogia tra la raffigurazione del Mondo con quella dei genitali femminili (Jodorowski).

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ESCLUSIVA LA TESTIMONIANZA DI MARCELLA DA “LE MAROCCHINATE” IL LIBRO A PUNTATE

Marcella, nome di fantasia, all’epoca novantenne, sette anni fa si imbarcò in un viaggio a Roma nel cuore dell’inverno per testimoniare quello che aveva vissuto sulla sua pelle durante i saccheggi dei goumiers. La testimonianza video che proponiamo è stata registrata nel liceo Amaldi di Roma, dove la signora venne accolta dalle studentesse di una quinta col la collaborazione della professoressa Mariella Cupitò, da sempre attenta a questa pagina semisconosciuta della nostra Storia. Semmai ce ne fosse bisogno, voglio puntualizzare che “Le Marocchinate” è un libro senza razzismo e senza nessuna politicizzazione, nonostante negli anni i tentativi di strumentalizzarlo partiticamente siano stati numerosi. Da autrice, ho voluto riportare le emozioni e le esperienze di queste donne, eroine e non vittime, fiere e resistenti come la loro terra, la Ciociaria.

MARIETTA NELLA COPERTA
Io l’aggia visti cu l’uocchi mia, a chigli.
Mamma, appena aveva saputo che stavano entrando in paese, era scappata nell’orto dove stavo lavorando, e mi aveva chiamata, anzi aveva iniziato ad urlare di lasciare tutto e correre subito da lei. Mi ero rialzata e l’avevo vista agitarsi in preda al panico finché non mi aveva trovata; quindi mi aveva afferrata per un braccio ed eravamo entrate in casa di corsa, gettando sul tavolo della cucina qualche pomodoro che avevo colto. Poi mi aveva spinta in camera da letto, chiudendo la porta. Mio zio Paolo, che non era andato in guerra perché debole di mente, era rimasto fuori della stanza come una sentinella, col fucile da caccia carico in mano.
Mamma allora aveva disteso per terra una grossa coperta di lana, di quelle tessute in casa, ruvida e caldissima per l’inverno, facendolo con gesti calmi anche se vedevo le sue mani tremare dalla paura. Mi disse che doveva avvolgermici dentro e così fece, facendomi sdraiare e arrotolando con cura la coperta in modo che non fossi visibile, e legandola con dei grossi spaghi. Poi chiamò lo zio, e insieme mi posero in cima all’armadio, mettendomi insieme a un mucchio di vecchie lenzuola, raccomandandomi di non muovermi e non parlare per nessun
motivo.
Là dentro si soffocava, e dissi alla mamma che se fossi restata avvolta nella coperta per molto tempo di sicuro sarei morta. “Meglio morta nella coperta che sotto ai marocchini.” mi rispose
lei. Poi, chiusero la porta della camera da letto e andarono via. Quando quelle bestie arrivarono, me ne accorsi dai rumori e dalle grida; fortunatamente non erano interessati a rubare la biancheria di casa, e per questo sono ancora viva. Sentii che entravano in
camera parlando tra di loro e battendo i muri col calcio dei fucili in cerca di nascondigli segreti per l’oro e il denaro, ma non trovando niente di interessante se ne andarono.
Quello che ho sentito mentre ero nascosta sull’armadio è stato talmente brutto che ancora me lo sogno. Ero una ragazzina di tredici anni quando successe l’inferno, ma questo incubo mi
perseguita da tutta la vita, anche adesso che di anni ne ho 90. In Ciociaria sapevamo che erano arrivati i marocchini, e pensammo fino all’ultimo che fossero i liberatori, venuti a riportare la pace e l’abbondanza. Fino a che non gli venne data carta bianca, non poterono toccare nessuno né fare nulla di male. Dopo, invece, la fecero da padroni, iniziando con le donne.
Riuscivano a capire dove erano nascoste le ragazze, perché già avevano violentato e ucciso nei paesi vicini; conoscevano i loro nascondigli e le trascinavano fuori con la forza per violentarle.
Quando prendevano una ragazza lo facevano in gruppo, e alla fine di lei cosa rimaneva? Niente, solo un vestito e poco altro, un fantasma che poi vagava stordito e pieno di sangue per la strada. Alcune morirono durante la violenza, anzi a pensarci bene sono più quelle morte che quelle che sono rimaste vive. Loro, i marocchini, non avevano paura di nessuno: ormai non esistevano più le autorità, non c’era più la legge e quindi i padroni erano loro. Da noi a Ceccano, non c’era più neanche la caserma dei carabinieri, e poi girava voce che avessero avuto l’autorizzazione a scatenare quell’inferno dai loro superiori. Avevano liberato un branco di bestie feroci, e noi non eravamo riusciti a difenderci dalla loro furia.
Dopo il passaggio dei marocchini, tante di noi si rifugiarono nel convento dei padri Passionisti, alla Badia di Ceccano; io stessa ci rimasi per parecchio tempo, fino a quando non arrivarono gli
americani coi carri armati, e ci sentimmo sicure di uscire senza essere aggredite. Dovevamo essere un bello spettacolo: sporche, scheletriche per la fame, e terrorizzate dell’eventualità che
potesse succedere di nuovo lo scempio che molte avevano già subito. Li guardavamo con gli occhi sbarrati, tremando e pronte a scappare se avessimo avvertito qualche pericolo.
I soldati ci diedero da mangiare e poi andarono via, e noi riprendemmo la nostra vita.
Quando gli uomini tornarono dalla guerra, si celebrarono i primi matrimoni. Quelle che erano state violentate si accorsero di non poter portare avanti una gravidanza, oppure davano alla luce dei figli malformati o troppo piccoli per sopravvivere. Forse i marocchini le avevano infettate con qualche malattia. Qualcuna ha ottenuto la pensione di guerra per quello
che le avevano fatto quei demoni, ma a che cosa è servito, se ormai erano rovinate per sempre?
Abbiamo aspettato la giustizia per anni, ma non è mai arrivata e quando anche l’ultima di noi morirà, chi si ricorderà più delle Marocchinate?

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IL VIDEOSABATO: IKOS DI GIUSEPPE SCIARRA, OGGI AL FILMSTUDIO DI ROMA ALLE 18.30

Nel pomeriggio di oggi 13 maggio alle ore 18.30, il regista Giuseppe Sciarra presenterà il suo corto “Ikos” presso il Filmstudio di Roma, presso il Teatro Tordinona. L’opera, dedicata al bullismo, sarà l’occasione per confrontarsi col pubblico su un tema molto importante e attuale, soprattutto in prospettiva del mese del Pride. Proponiamo ai nostri lettori la versione promo del corto di Sciarra.

La presentazione del corto di Giuseppe Sciarra, in un’intervista girata insieme a Stefano Pierpaoli, direttore di Filmstudio.

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TRA PEDOFILIA E BOTOX: L’INFANZIA A RISCHIO DELLE PICCOLE MISS

Già Luchino Visconti aveva attenzionato il fenomeno delle piccole miss e delle loro madri ambiziose in “Bellissima” con Anna Magnani. Oggi dopo le foto scandalo di Balenciaga, qual è la situazione dei concorsi di bellezza per bambini?

Lo scandalo Balenciaga scoppiato lo scorso dicembre, aveva posto l’attenzione mondiale sulle pubblicità con i minori. Nel caso specifico, i bambini erano stati fotografati con elementi che rimandavano al bondage; gli scatti facevano parte della campagna Balenciaga Gift Shop, ritirata immediatamente dopo le proteste dei molti, tra cui varie celebrities, circa l’accostamento dei bambini a temi scabrosi e di natura sessuale.

La nuova campagna Garde-Robe 2023, avviata dal brand subito dopo quella contestata, mostrava nelle foto dei documenti che si riferivano alle decisioni della Corte Suprema statunitense in merito alle leggi sulla pornografia infantile. Anche qui piovvero critiche, alle quali la Maison rispose con questa dichiarazione: “Prendiamo molto sul serio la questione e stiamo intraprendendo un’azione legale contro le parti responsabili della creazione del set e dell’inclusione di articoli non approvati per il nostro servizio fotografico della campagna primavera 2023. Condanniamo fermamente qualsiasi forma di abuso sui bambini. Sosteniamo la sicurezza e il benessere dei bambini”. Viene però da chiedersi come mai la campagna fosse stata approvata e lanciata: forse i settori preposti non avevano comunicato? O forse si trattava di una provocazione da parte della Casa di moda, andata perfettamente a segno?

Sta di fatto che esistono delle realtà nelle quali i bambini vengono oggettivizzati e sessualizzati, e spesso su di loro vengono proiettate le ambizioni genitoriali, soprattutto materne.

Una delle foto @Balenciaga Objects

Little Miss America

Pompate a zuccheri e caffè per tenerle su, messe a dieta, truccate come delle donne adulte, depilate, acconciate, fotografate in pose ammiccanti, camminando spesso sui tacchi alti e in abito da sera, e in alcuni casi trattate col botox: queste piccole concorrenti vengono private della loro infanzia, che si intravede sotto cipria e rossetto, per diventare l’incarnazione di una bellezza malata. Sebbene sia evidente la loro età, lo show al quale partecipano le vuole little miss: piccole miniature di quelle adulte che le spingono alla competizione e che vivono attraverso le loro figlie, cercando rivincite personali con la conquista del titolo di bambina più bella d’America. Ovviamente ci sono concorsi di tipo diverso, ma tendenzialmente sono di due tipi: i natural, nei quali le bambine sfilano acqua e sapone; e i glitz, dove tutto o quasi è ammesso, finanche i denti finti per non far vedere quelli da latte mancanti.

@Real Time Little Miss America

Le giurie di questi concorsi valutano le piccole concorrenti in base a parametri di bellezza del viso e del corpo, attitudine artistica e anche con un colloquio, così da far sembrare tutto normale, se è poi così normale far sfilare bambine di pochi anni. Lo spettro della pedofilia aleggia intorno a questi casting: basti pensare al caso di JonBénet Ramsey, uccisa nel 1996 e della quale non è stato trovato il colpevole, insieme al pericolo delle ripercussioni psicologiche: quali conseguenze avrà questa ricerca della bellezza perfetta, quasi filtrata, da raggiungere assolutamente? Quanto costerà l’ambizione, spesso delusa, di essere la prima? E, semmai si arriverà al titolo, si riusciranno a conciliare gli impegni pubblicitari allo studio? Lasciare la corona e la fascia a un’altra sarà poi così semplice? E i disturbi alimentari che potrebbero svilupparsi? Ma, soprattutto, è giusto far vivere gli stereotipi di bellezza femminile, inculcati da millenni e insiti nella società, che tanti danni hanno provocato, condannando spesso le donne a un ideale estetico irraggiungibile, a delle piccole di pochi anni?

Immagine web

I concorsi in Italia

Aboliti in Francia dal 2013, in Italia esistono concorsi di bellezza per i piccoli, le cui dinamiche, pur assomigliando a quelle d’oltre oceano, sono leggermente diverse. Nel 2019 Filomena Albano, allora Garante per l’infanzia e l’adolescenza dichiarava: “È necessario ricordare che esiste la Convenzione Onu sui diritti dei minori. E che i bambini vanno protetti da ogni forma di sfruttamento che possa essere pregiudizievole per il loro benessere. L’ordinamento italiano offre dei rimedi: la valutazione sulla condotta dei genitori o di chi esercita la responsabilità è infatti affidata all’autorità giudiziaria, che può intervenire laddove ci siano delle violazioni dei diritti dei bambini“, sottolineando così l’importanza della vigilanza e del compito genitoriale.

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ROSSO E NERO. ARMOCROMIA DI DUE PREMIERES FEMMES @ LA PILLOLA POLITICA DI MAVA FANKU’

“E perche’ no una monarchia illuminata, se non un Re?” – risponde con sagace ironia la nostra Elly Schlein, alla Presidente Giorgia che prospetta la priorita’ dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica e del Premier.

Sedute al centro del tavolone nella grande sala dei summit di Montecitorio, una di fronte all’altra, la prima cosa che salta all’occhio e’ che, per la prima volta nella Storia della Repubblica, ai vertici dello Stato ci sono due donne protagoniste a confronto e gli uomini sono ridotti a comprimari.

Due premieres femmes d’eccezione, vestite di rosso e nero – ma guarda caso – che per quanto possano essere antagoniste e diverse come il giorno e la notte, hanno in comune due cose fondamentali: il sesso di appartenenza e le sorti del nostro sgangherato Paese.

Con molta nonchalanche, nel serrato ping pong dialettico, dibattono in modo “franco” – racconta Elly – che per quasi mezz’ora viene appellata con “onorevole” dalla Presidente Giorgia Meloni, che già mi immagino incoronata come un’illuminata Regina, considerando i punti salienti dell’articolato confronto sulle riforme: riformare la Costituzione passando da una Repubblica Parlamentare ad una Repubblica Presidenziale.

Secondo la mia modesta opinione non potevamo avere una leader democratica migliore di Elly, degna rappresentante d’opposizione, che riesce a tener testa con un linguaggio pacato ma fermo e tagliente ad una leader di destra dominante, nelle cui priorità anziche’ l’economia del Paese, il Lavoro, la Sanita’, la Scuola e il Cucuzzaro, c’e’ – chissa’ perche’? – il Presidenzialismo e l’autoreferenziale Premierismo.

Insomma, tutta una serie di termini sospetti che finiscono con “ismo” per arrivare al motivo ricorrente nel “sovranismo” del popolo. Forse perche’ attribuirebbe all’eletto quei “pieni poteri” a cui inneggiava l’ex Ministro degli Interni, attualmente Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini nel suo precedente mandato?

E cosa fa il ministro Matteo? A metà del faccia a faccia tra Elly e Giorgia, si alza e se ne va.

Il diplomatico confronto finisce con le divergenze conclamate tra maggioranza e opposizione, ma la Presidente del Consiglio dira’ che c’e’ un’apertura sull’elezione diretta del Premier da parte delle opposizioni, mentre la neo Segretaria del Partito Democratico dichiara che su questo tema c’è una chiusura.

Rassicuranti le parole della Schlein sui pesi e contrappesi previsti dalla Costituzione che non vanno sbilanciati per non indebolire l’equilibrio democratico del Paese, come la figura del Presidente della Repubblica garante super partes della democrazia, mentre le destre di maggioranza vorrebbero metter mano sulla Costituzione.

Presidente Mattarella, le lancio un messaggio pseudo subliminale: sono un’opinionista seria, magrado il nome, e spererei tanto in un suo risolutivo intervento.

Mava Fanku’

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I TAROCCHI ARCANO XIX IL SOLE

L’Arcano XIX, o meglio il XVIIII, che risulta scorretto dal punto di vista della numerazione romana ma esatto nell’ottica dei Tarocchi, dove non si sottrae ma si aggiunge, è Il Sole. Terza Carta dedicata agli astri, dopo Le Stelle e La Luna, è spesso raffigurata come un paesaggio nel quale l’astro diurno splende prepotentemente, irradiando su due bambini che nelle raffigurazioni dei Tarocchi di Marsiglia e di Wirth sono ritratti accanto a un muretto multicolore, quasi la sponda di una piscina. Occorre allora ricordare la raffigurazione della Luna, l’Arcano precedente, nella quale la piscina era occupata da un’aragosta; e questo ci ricorda quanto le Carte seguano un fil rouge che le unisce e ne trasporta i simboli da un Arcano all’altro. Per fare un esempio, il Carro è ricoperto da un drappo con disegnate le stelle, e proprio Le Stelle sono uno degli Arcani Maggiori. Oppure, sempre riguardo al Carro, il bastone tenuto tra le mani dal personaggio della Carta, che ricorda moltissimo la bacchetta magica de Il Bagatto.

Il Sole nei Tarocchi di Marsiglia

Il Sole parla di luce e di rivelazione; mentre la Luna nascondeva, il Sole svela e porta alla luce cose e fatti che fino a questo momento non sono stati rivelati. Con questa Carta non è possibile mantenere segreti o dire bugie: l’astro illumina tutto, eliminando le ombre, anche in senso metaforico. La Carta parla di manifestazioni, del palesarsi di qualcuno o di qualcosa; di verità e di limpidezza; di chiarificazione, di verità, di trasparenza. Il Sole rappresenta anche i figli e il ruolo genitoriale. Se al contrario, il Sole non si negativizza bensì si affievolisce: è come, per usare una metafora, quando il cielo è coperto: la luce si diffonde ma con meno intensità.

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  • Registrazione Tribunale di Roma n.133/22 del 8/11/22

Direttore Stefania Catallo

Stefania Catallo, romana e fondatrice del centro antiviolenza Marie Anne Erize. Si occupa di storia orale e di diritti delle donne. Giornalista e scrittrice, ha pubblicato diversi libri, l'ultimo dei quali "Evviva, Marie Anne è viva!" (2018, Universitalia), ha ricevuto il Premio Orsello nella sezione Società.

Redazione:

EMYLIU' SPATARO

Emilio Spataro, in arte Emyliù, attore, chansonnier, fotografo, grafico. Di origine calabrese cirotana, vive a Roma. Opinionista e Web Master del Magazine.

MAVA FANKU'

Opinionista disincantata, dotata di un notevole senso dell'umorismo e di una dialettica tagliente, Mava Fankù cura attualmente due rubriche, La Pillola Politica e I Pensierini di Mava, elzeviri su temi vari che ispirano la nostra signorina agèe, da poco anche in video, oltre che in podcast, oltre che in scrittura.

ALESSIO PAPALINI

Romano, educatore, formatore e appassionato di lettura e comunicazione. Attore del Teatro Studio Jankowski di Roma

PATRIZIA MIRACCO

Psicoterapeuta e giornalista. Appassionata di arte e mamma umana di Aki, una bella cagnolina a quattro zampe di 4 anni.

VENIO SCOCCINI

Diplomato all'Istituto Alberghiero Michelangelo Buonarroti di Fiuggi (FR) - Dopo una lunga esperienza in Italia, e all'estero come chef per personaggi di rilievo, sia in casa che su yacht, nel 2013 si è trasferito a Londra, dove ha appreso nozioni di cucina multietnica continuando a lavorare come chef privato.

ROSELLA MUCCI

Ho sperimentato il palco cimentandomi in progetti di Teatro Sociale tra il 2012 e il 2015 con testi sulla Shoa, sul femminicidio, sulla guerra. Il mio percorso teatrale è poi proseguito in autonomia quando ho sentito il desiderio di portare in scena testi scritti proprio da me.Tutti i miei scritti per scelta hanno

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