Mese: Settembre 2023

IL SABATO VIDEOPOETICO – FRIDA KAHLO “TI MERITI UN AMORE”

Ti meriti un amore che ti voglia spettinata,

con tutto e le ragioni che ti fanno alzare in fretta,

con tutto e i demoni che non ti lasciano dormire.

Ti meriti un amore che ti faccia sentire sicura,

in grado di mangiarsi il mondo quando cammina accanto a te,

che senta che i tuoi abbracci sono perfetti per la sua pelle.

Ti meriti un amore che voglia ballare con te,

che trovi il paradiso ogni volta che guarda nei tuoi occhi

e non si stanchi mai di leggere le tue espressioni.

Ti meriti un amore che ti ascolti quando canti,

che ti appoggi quando fai il ridicolo,

che rispetti il tuo essere libera,

che ti accompagni nel tuo volo,

che non abbia paura di cadere.

Ti meriti un amore che ti spazzi via le bugie,

che ti porti l’illusione,

il caffè

e la poesia.

Title: Smile on
Author: Peter Rudenko (https://freemusicarchive.org/music/Peter_Rudenko/Incomplete/01_-Peter_Rudenko-_Smile_On/)
Source: Free Music Archive
License: CC BY Attribution 3.0 Unported (CC BY 3.0)
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FUORI LE MURA: NUOVO PREMIO PER IL DOCUMENTARIO DI NATALE E SCIARRA

In copertina: Andrea Natale e Giuseppe Sciarra

Nuovo traguardo per “Fuori le Mura”, il documentario sul quartiere Prati di Roma codiretto dai registi Andrea Natale e Giuseppe Sciarra che vince per il miglior montaggio a Stefano Tammaro al Soulplace Film Festival.

https://youtu.be/xgWOMsIUhxs?si=m-2tITMah8WTLmxk
Il teaser del documentario

Il progetto cinematografico di Sciarra e Natale ha girato già alcuni festival in giro per il mondo in soli pochi mesi, (Red Movie Awards, Venice Film Week, New York Movie Awards, Paris Film Award, Hollywood Gold Award, Beyond The Curve Film Festival, London Movie Awards, Swedish International Film Festival, International Gold Award), ottenendo molti consensi.

Fuori le Mura descrive il Rione Prati di Roma attraverso i ricordi, le criticità ma anche l’amore espresso dai suoi commercianti e le persone che lo abitano. Raccontando una Roma che vuole una rivalsa e che si ama ancora, nonostante le mille difficoltà.

“Siamo felici dei grandi risultati ottenuti dal nostro documentario. Volevamo raccontare attraverso il mio quartiere la città di Roma la quale sta vivendo una delicata fase di transizione in attesa di compiere quei grandi cambiamenti che i romani aspettano da tempo.”, ha dichiarato Andrea Natale.

“Credo che Prati e la sua situazione attuale rappresentino un quadro perfetto di quello che è oggi Roma”, aggiunge Giuseppe Sciarra. “Abbiamo dato voce alle persone comuni proprio per spronare tutti a rivendicare non solo la bellezza di Roma ma anche la sua anima, un’anima che pulsa di idee, voglia di riscatto e amore.”

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EX GENERAL VANNACCI ☆ È NATA UNA STELLA ☆ di MAVA FANKU’

Ascolta dalla voce di Mava

Cari lettori, vi ricordate quando interruppi le mie vacanze bruscamente, perchè mentre stavo sotto l’ombrellone, oziando con il cellulare a random, una notizia mi fece venire i brividi, e non di freddo, che con quel caldo sarebbe stata una mano santa?

Era saltato fuori, come un cavalluccio marino sulla battigia, tale generale Roberto Vannacci che, in un incontenibile guizzo di suprematismo in mimetica, sparava a zero, in modo tanto semplicistico quanto nostalgico, su bersagli enormi grandi come un transatlantico, quali i gay, le femministe, gli immigrati e altri cavallucci di battaglia dell’oscurantismo medievale postmoderno più alla moda.

@Foto Web – l’ex ufficiale della Folgore Roberto Vannacci

Il tutto attraverso un saggio, addirittura, autoprodotto (per scelta autoctona o perché nessun editore gliel’ha voluto pubblicare?) titolato “Il mondo al contrario” (mia nonna diceva con più originalità nell’idioma cirotano: “U munn ara liverza“), che l’ex ufficiale della Folgore, non più responsabile dell’istituto geografico militare (perchè è stato destituito), veicola come una bomba a orologeria, solo per fatal combinazione (?) dopo la scomparsa di una delle più autorevoli voci del femminismo, Michela Murgia, che sicuramente l’avrebbe fatto nero, oltre alla sua abbronzatura di ordinanza.

Ciò che perplime è la tempistica (perchè proprio in quel momento?), più che la pronta e prevedibile (meno male!) indignazione generale, a cominciare dal ministro della difesa Guido Crosetto che chiede (e ottiene)”esame e azione disciplinare”, dissociandosi in modo politicamente corretto ed invitando l’opinione pubblica sui social a “non utilizzare le farneticazioni personali di un generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le forze armate” – e continua a precisare il ministro che il generale Vannacci – “ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione”.

E fin qui tutto regolare, anche se le giuste reazioni del mondo politico sono arrivate prontamente, come questo mio articoletto balneare sul bel generale.

@Foto Web Roberto Vannacci ex responsabile dell’istituto geografico militare, perchè destituito.

Per il deputato del Partito Democratico, Piero Fassino, “le necessarie dissociazioni non sono sufficienti. Ci aspettiamo un immediato e adeguato intervento del Ministro Crosetto e dei vertici delle nostre Forze armate”. Ed è arrivato!

Così per il segretario di Sinistra Italiana “quello che non è normale nel nostro Paese è che un alto ufficiale dell’Esercito Italiano si metta pubblicamente a esprimere giudizi incommentabili, insulti omofobi e razzisti, pregiudizi e stupidaggini”.

E continuano il sindaco di Firenze, Dario Nardella, e il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliaruolo: “si tratta di un concentrato di omofobia e volgarità di rara violenza verbale che lede l’onore delle Forze Armate verso cui l’intero Paese nutre stima e rispetto”.

Esaminiamo adesso, per sommi i capi, tali oggettive farneticazioni, e non per partito preso al volo a destra o a sinistra, ma per semplice buon senso.

@Foto Web – il generale Roberto Vannacci in mimetica

Ad esempio, tanto per prendere a caso una citazione dall’incriminato libruncolo di 300 pagine, sparlando di Paola Egonu, campionessa di volley, il generale Vannacci osserva che è “italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”. E qui l’accusa di razzismo patriottico ci sta tutta.

E via degenerando su altri temi cari al pensiero destro più nostalgicamente becero, Vannacci prende posizioni estreme contro coloro che, a suo dire, definiscono “civiltà e progresso” quando gli “occupanti abusivi delle abitazioni prevalgono sui loro legittimi proprietari; quando si spende più per un immigrato irregolare che per una pensione minima di un connazionale e quando le città si trasformano in luoghi per single benestanti e alternativi mentre lavoratori, operai e famiglie sono costretti ad abbandonarle”.

Continuando a blaterare della legittima difesa il generale ex parà, che si autodetermina erede di Giulio Cesare, ipotizza: “se un ladro entra in casa mia, perché non dovrei essere autorizzato a sparargli, a trafiggerlo con un qualsiasi oggetto mi passi tra le mani”, “se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce, ammazzandolo, perché dovrei rischiare di essere condannato?”.

@Foto Web – il generale Vannacci in tutta la sua magnifica presenza.

E così il generale, che secondo la mia immodesta opinione, ha trovato il modo di farsi sponsorizzare dallo stato gratuitamente per un infimo libretto populista autoprodotto, nel suo tomo fa anche riferimenti alla questione migranti e alle “discutibili regole di inclusione e tolleranza imposte dalle minoranze”.

E cosa pensa il modesto generale, che si paragona non solo a Giulio Cesare, di tutto questo “inaspettato polverone”? Ovviamente si giustifica per tutto: “Al ministro non replico – aggiunge -, mi attengo a quelle che sono le sue disposizioni. Ciò che mi procura disagio è la strumentalizzazione: sono state estratte frasi dal contesto e su queste sono state costruite storie che dal libro non emergono”. – Non si preoccupi, generale, ora lo compreremo tutti! – “Sono amareggiato” – continua – “dalla decontestualizzazione e dal processo a delle opinioni: Giordano Bruno (e dopo Giulio Cesare mancava che si paragonasse ad un altro mito della storia) lo hanno bruciato perché aveva un pensiero controcorrente (mentre il nostro parà cavalca l’onda destra del momento?), meno male abbiamo superato quei momenti”. Ah si?

Sarà pure un pò megalomane? Ma il meglio di sè lo dà quando si esprime sui gay, affermando che la società è schiava delle minoranze, delle lobby (alludendo forse ad un’associazione di militari, poliziotti, carabinieri, avieri, marinai, che sono persone omosessuali, lesbiche, transgender) . E parlando di omosessuali e coppie gay: “normali non lo siete, fatevene una ragione!”. E ancora: “la normalità è l’eterosessualità. Se a voi tutto sembra normale, invece, è colpa delle trame delle lobby gay internazionali”.

E fa un altro triplo salto mortale giustificante: “la frase sugli omosessuali viene da uno, ovvero io, che è scappato tutta la vita dalla normalità (contraddizione?): per questo dico che sono a fianco degli omosessuali (ma vah?) nella caratteristica di essere al di fuori della normalità. Nel libro spiego che la normalità non è migliore o peggiore, non è buona o cattiva”

@Foto Web – l’affascinante generale Vannacci col pugno fermo in una ufficiale parata

Bel generale Roberto, è Mava Fankù in persona che le parla, lei forse conoscendolo sarà pure simpatico, ed è sicuramente un bell’uomo 54enne ancora molto aitante; ma con tutto il rispetto, perchè adesso giustifica e smentisce pure la sua tanto decantata normalità? Così facendo mette in dubbio il suo machismo di pensiero e, scendendo a questi compromessi, non fa una buona propaganda a chi vorrebbe. Lei comunque è molto furbo e, grazie a tutta questa bagarre, in questo momento il suo libretto è il più venduto su Amazon!

Altra nota positiva è che, ad oggi, essendo stato destituito dal comando, potrà godersi i suoi successi letterari nella sua terra d’origine, sulle splendide spiagge spezzine, da sotto il suo ombrellone.

Post Scriptum

E così sarà stato, ma guardatelo adesso il nostro ex generale (reduce da una lunga intervista televisiva a “È sempre Carta Bianca” di Bianca Berlinguer, e altre ancora), in una elegante camicia bianca, incorniciato da fiori bianchi, ad uno degli eventi “culturali” (a pagamento:50 euro con bouffet e firmacopie) per presentare il suo libro sull’era meloniana che gli ha già fruttato 800.000 euro. Proprio come una Superstar ☆

@Foto Web – Roberto Vannacci ad un evento in Versilia, per presentare il suo best seller.

Mava Fankù by Emyliù Spataro

Mava Fankù by Emyliù Spataro

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UN LAVORO FATTO PER BENE: LA TOMBA DI SAMAN SCAVATA BEN 6 VOLTE

Doveva essere un lavoro fatto a regola d’arte, se la tomba scavata nelle campagne di Novellara per occultare Saman Abbas è stata scavata ben 6 volte. Tutto doveva essere perfetto e a prova di bomba: nessuno doveva trovarla.

La perizia medico-legale ha ricostruito le fasi della morte della giovane, di cui si è discusso nell’udienza del 26 settembre del processo a carico di cinque familiari della ragazza, accusati di averla uccisa perché si era opposta a un matrimonio forzato in Pakistan.

I periti nominati dal tribunale, ossia il medico legale Cristina Cattaneo, l’archeologo forense Dominic Salsarola, il genetista forense Roberto Giuffrida e l’anatomopatologo Biagio Eugenio Leone avrebbero appurato che lo scavo sarebbe stato “approfondito”. “Il fatto che il terreno sia ben stratificato determina che questa parte del riempimento si sia in realtà costituita da una serie di 6 eventi che si sono susseguiti nel tempo e che non possono assolutamente essersi depositati in un unico momento”, si legge nel testo di 500 pagine che si sofferma sull’analisi del luogo dove, il 18 novembre del 2022, sono stati trovati i resti di Saman. Questo significa che, stando sempre al testo “lo scavo è stato approfondito tramite l’impiego di soli badili introdotti nei depositi indisturbati e con un piede, sulla parte superiore della lama della pala spinta in profondità”. Perciò a scavare era più di una persona e la morte di Saman era stata pianificata da tempo. Il corpo poi, non è stato messo subito nella fossa ma tenuto in altro luogo prima della sepoltura, sempre secondo le indagini peritali.

Inoltre il padre di Saman, pare abbia versato lacrime di commozione (di coccodrillo) nel vedere le foto dei resti della giovane, che gli sono state mostrate durante l’udienza, foto che “non avrebbe voluto guardare”.

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THEM: TUTTO L’ORRORE DEL RAZZISMO NELL’AMERICA A COLORI PASTELLO DEGLI ANNI ’50

Metti una famiglia di colore in cerca di una nuova opportunità durante la Grande Migrazione degli anni ’50. Metti un’America profondamente razzista e WASP, desiderosa di allontanare il più possibile i neri dai quartieri ordinati e dai colori pastello: questa potrebbe sembrare la trama “Them”, la miniserie in onda su Prime Video, ma in realtà c’è molto di più. Ideata da Little Marvin, si tratta di una serie horror che, pur servendosi di elementi spaventosi e tradizionali del genere, mostra però con crudo realismo che il vero orrore è quello della porta accanto.

La famiglia Emory, padre ingegnere madre insegnate e due figlie, si trasferisce nel quartiere bianco di East Compton, sobborgo di Los Angeles, per lasciarsi alle spalle un passato traumatico a causa del razzismo agito contro di loro in North Carolina. Dal loro arrivo le cose precipiteranno e in soli dieci giorni – uno per episodio – si assisterà alla demolizione della scenografia a colori pastello di un quartiere dove apparentemente tutto è lindo e ordinato, le famiglie sono quelle bianche e sorridenti dei magazine letti dal parrucchiere, e l’ospitalità è leggendaria.

In realtà regna l’ipocrisia, il ricorso delle donne agli psicofarmaci o all’alcol per “tollerare la frustrazione della vita domestica”, l’adulterio, la condanna dell’omosessualità: le belle casette rosa e celesti sono centri di dannazione per i loro abitanti, messi alla prova dai colored, il nemico tenuto d’occhio da una comunità cieca ai propri problemi. Del resto però anche in North Carolina le cose erano molto difficili, e proprio da lì provengono gli incubi e i ricordi spaventosi che affliggono Lucky, la madre dal nome ironico. Perché lei fortunata non lo è proprio, anzi. Durante la breve permanenza nella nuova casa, ognuno degli Emory combatterà col suo demone personale, fino all’epilogo.

Una serie sicuramente da vedere, nella quale i rimandi accennati ai grandi maestri del cinema come ad esempio Kubrik, potenziano la trama dimostrando tutta la banalità del razzismo.

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“ANTONIO LIGABUE”: PROROGA DELLA MOSTRA FINO AL 29 OTTOBRE

Prorogata al 29 ottobre la prima grande mostra in Puglia dedicata
uno degli artisti più straordinari e commoventi del Novecento, Antonio Ligabue.

Proroga fino al 29 ottobre la prima grande mostra in Puglia dedicata a uno degli artisti più straordinari e commoventi del Novecento, Antonio Ligabue.
Le tigri, i leoni, i galli, gli autoritratti e tutto lo spettacolare mondo di Ligabue continuano a riempire di magia le splendide sale del Castello di Conversano.

Tra i pittori più amati del Novecento, Antonio Ligabue è pittore e artista visionario, autodidatta e sfortunato che è riuscito a entrare nell’animo del grande pubblico.
È stato capace di parlare con immediatezza e genuinità a tutti, a chi ha gli strumenti per capirne il valore storico-artistico, così come a chi semplicemente gode della bellezza assoluta delle sue opere.
Una storia umana e artistica straordinaria e unica, che negli anni ha appassionato migliaia di persone, tanto da essere diventato addirittura protagonista di film e sceneggiati televisivi, sin dagli anni ’70.
Memorabile lo sceneggiato RAI di Salvatore Nocita del 1977 con Flavio Bucci, così come il recente film “Volevo nascondermi” del 2020 di Giorgio Diritti con la magistrale interpretazione di Elio Germano.

Tutto questo è raccontato perfettamente nella grande mostra di Conversano.
Attraverso oltre 60 opere, la mostra propone il racconto della vita e dell’opera di Ligabue, l’uomo che fece della sua arte il riscatto della sua stessa esistenza.
La mostra permette di approfondire i nuclei tematici dell’artista, pochi soggetti sempre ripetuti da cui emergono con forza la sua straordinaria sensibilità e la dolcezza della sua anima fragile. Sofferenza e talento che trovano nella creatività il mezzo per riempire il vuoto dell’abbandono e superare il disagio dell’emarginazione e della malattia mentale.

Promossa e sostenuta dal Comune di Conversano Città d’Arte e Museco – Musei in Conversano, con il contributo della Regione Puglia, con il patrocinio del Ministero della cultura, della Città Metropolitana di Bari, di Pugliapromozione e del Teatro Pubblico Pugliese, in collaborazione con Comune di Gualtieri e Fondazione Museo Antonio Ligabue, la mostra Antonio Ligabue è curata da Francesco Negri e Francesca Villanti ed è prodotta e organizzata da Arthemisia.
La mostra vede come sponsor BCC Conversano e Master Italy.
Il catalogo è edito da Skira.

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VIDEOPOESIA – IL CANTICO DELLE CREATURE DI SAN FRANCESCO

Foto di copertina: San Francesco, dipinto di Albert Chevallier

IL CANTICO DELLE CREATURE

Altissimo, onnipotente, buon Signore
tue sono le lodi, la gloria e l’onore
ed ogni benedizione.
A te solo, Altissimo, si confanno,
e nessun uomo è degno di te.
Laudato sii, o mio Signore,
per tutte le creature,
specialmente per messer Fratello Sole,
il quale porta il giorno che ci illumina
ed esso è bello e raggiante con grande splendore:
di te, Altissimo, porta significazione.
Laudato sii, o mio Signore,
per sorella Luna e le Stelle:
in cielo le hai formate
limpide, belle e preziose.
Laudato sii, o mio Signore, per fratello Vento e
per l’Aria, le Nuvole, il Cielo sereno ed ogni tempo
per il quale alle tue creature dai sostentamento.
Laudato sii, o mio Signore, per sorella Acqua,
la quale è molto utile, umile, preziosa e casta.
Laudato sii, o mio Signore, per fratello Fuoco,
con il quale ci illumini la notte:
ed esso è robusto, bello, forte e giocondo.
Laudato sii, o mio Signore, per nostra Madre Terra,
la quale ci sostenta e governa e
produce diversi frutti con coloriti fiori ed erba.
Laudato sii, o mio Signore,
per quelli che perdonano per amor tuo
e sopportano malattia e sofferenza.
Beati quelli che le sopporteranno in pace
perchè da te saranno incoronati.
Laudato sii, o mio Signore,
per nostra sora Morte corporale,
dalla quale nessun uomo vivente può scampare.
Guai a quelli che morranno nel peccato mortale.
Beati quelli che si troveranno nella tua volontà
poichè loro la morte non farà alcun male.
Lodate e benedite il Signore e ringraziatelo
e servitelo con grande umiltà.

Title: Sonata 8, ‘Pathetique’ – II. Adagio cantabile
Author: Daniel Veesey
Source: Free Music Archive (https://freemusicarchive.org/music/Daniel_Veesey/Beethovens_Sonata_No_in_C_Minor_Pathetique/Sonata_8_Pathetique_-_II_Adagio_cantabile/)
License: CC PD

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PORNO TELEGRAM: IL LATO OSCURO DI UN SOCIAL

Le foto mostrano ragazze appena maggiorenni, seppure lo sono, perché non è possibile verificarlo. Seminude, con biancheria tipo filo interdentale, le forme perfette, la bellezza della gioventù esibita e messa all’asta. Le immagini non sono scatti artigianali, ma foto fatte con professionalità, con le luci giuste, la posa ammiccante, i particolari bene in mostra. D’altronde, la concorrenza è spietata. Gli annunci sono quasi tutti uguali, ma è difficile scegliere perché l’offerta è numerosa. E quindi, ergo, la richiesta è sicuramente il doppio. Ma dove si vendono queste ragazze? E chi le compra?

Il lato oscuro di Telegram

Per chi non conosce Telegram, ecco alcune informazioni di base. Prima di tutto, è una delle chat migliori dal punto di vista della crittografia, molto al di sopra di Whatsapp. Significa che le conversazioni non possono essere intercettate o hackerate, quindi si ha la massima sicurezza sulla privacy, salvo lo screenshot che non può essere controllato. Però è anche vero che da molto tempo Telegram adotta le modalità di cancellazione totale e di autocancellazione delle chat dopo la lettura e, cosa importantissima, permette l’anonimato. In pratica, si può decidere di non rendere visibile il proprio numero, adottando invece un nickname. Altro particolare interessante: non è possibile vedere gli accessi degli utenti iscritti. Tutto ciò ha reso Telegram il terreno ideale nel quale creare gruppi di ogni tipo, che possono anche essere segreti; terreno sul quale ha attecchito di tutto, ma davvero di tutto.

Parliamo per esempio, di uno dei temi oggi più ricercati sul social: il feticismo. Che non sia una novità è evidente; che non sia un comportamento anomalo, a meno che non diventi una parafilia, e che negli ultimi anni si sia emerso in maniera esponenziale, è una realtà. Complici le campagne pubblicitarie, gli ammiccamenti di rock star, addirittura alcune scene di House of the Dragon. Fin qui tutto lecito. Ma quando il feticismo viene considerato una fonte di guadagno; quando una ragazzina decide di vendere foto dei piedi o biancheria usata, o di mettersi in cam per una sessione di sesso virtuale pagato, allora siamo ben oltre la liceità, e soprattutto siamo al fallimento culturale. La ciliegina sulla torta sono poi i siti di recensioni o di segnalazione dei migliori gruppi porno su Telegram, con tanto di link da cliccare per l’iscrizione.

Sono poi numerosissimi i gruppi di escort, con indicazioni precise di età, di taglia, di peso, corredate da foto, dai prezzi, dal menù e dalla “specialità della casa”. Anche qui, operano ragazze giovanissime e sono presenti sul web siti di recensioni, che per le operatrici del sesso sono importantissime ai fini dell’autopromozione.

Ma si tratta di prostituzione?

Screenshot da Telegram

Che la si eserciti dal vivo o da remoto, va chiamata col suo nome. Laddove c’é uno scambio di denaro come compenso di una prestazione sessuale, c’é prostituzione. In Italia, la prostituzione non è considerata reato perché, secondo la legge Merlin, chi decide di prostituirsi non commette nessun illecito. Ci si può prostituire in casa e neanche questo è reato (https://www.money.it/prostituzione-e-reato-in-italia-legge). Ed è in questa zona grigia che prospera la prostituzione sul web.

Il revenge porn e l’odio sul web

Altro filone è quello del revenge porn. Ci sono gruppi nei quali vengono condivisi video e foto intime oppure, peggio ancora, si diffondondo foto prese da altri social, ad esempio Instagram o Facebook. Le immagini, per la maggior parte di donne, vengono poi bersagliate di commenti offensivi, sessisti, denigratori, spesso con incitamento allo stupro; oppure, sotto la foto viene posta la domanda: “Cosa le faresti a questa?” e qui di una grandinata di commenti da voltastomaco. Alcuni utenti si sono superati, pubblicando foto e numero di telefono, addirittura l’indirizzo delle donne-bersaglio. I casi scoperti dalla Polizia Postale sono solo la punta di un iceberg. Insomma, non c’é da stare tranquilli, ognuno di noi potrebbe essere preso di mira inconsapevolmente da questi gruppi.

Ma chi sono gli utenti paganti?

La dottoressa Anna Segre

Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Anna Segre, medico e psicoterapeuta, per capire, se possibile, quale meccanismi ci sia dietro questo comportamento.

Dottoressa Segre, quali sono secondo lei i motivi che portano una persona a diventare utente pagante di siti pornografici?
“Pagare per avere una relazione è essere sicuri di aver dato la propria parte, che non si deve altro”.

Quale tipo di relazione, o di non relazione, cercano queste persone?

“Ho avuto pazienti che non avevano né amici né amori, però avevano me e le prostitute, cioè relazioni il cui contratto ha dei limiti di tempo e si può concludere col pagamento.
Una relazione (quella con le prostitute non con me) senza aspettative, senza progetto, senza orizzonte. Volta al momento di condivisione del piacere, anzi, volta al proprio piacere, senza doversi preoccupare del piacere dell’altro. Considerato che l’impiego di calorie di un rapporto sessuale con una persona amata è secondo solo al lavoro di muratore (era in una tabella del libro di fisiologia medica, quando io la studiai), possiamo calcolare quanta energia serve per una relazione vera, non a pagamento. Tanta. Conviene pagare, è meno caro in termini di emozioni, impegno, coinvolgimento”.

Secondo lei la ricerca di una relazione intima sul web è sintomo di una difficoltà di qualche tipo?

“Il web è un luogo, ci si incontra dovunque, quindi anche lì, non è questa la cosa inquietante. Molte persone che conosco si sono incontrate su siti web, ma si amano. Ma nei siti di sesso a pagamento non funziona così. La temporaneità del contatto, l’intensità dell’effetto della foto, dei video, il fatto che si paghi, rende prostituente chiunque verso chiunque altro, cioè letteralmente che fa le veci di altro, pro-stituta, significa che si sostituisce a. A cosa, ci dobbiamo chiedere? Alla relazione affettiva, che è impegnativa, al preliminare, al dialogo necessario per essere in rapporto con qualcuno: nessun preliminare, direttamente il corpo nudo, direttamente la disponibilità degli orifizi. Potremmo dire che una relazione vera è paragonabile a un pasto completo, carne, verdura, minestra, impegna pancreas e fegato, ci vuole tempo perché le proteine e i nutrienti siano a disposizione del corpo, ma durano altrettanto come disponibilità energetica e anabolica, cioè possono essere usati per nutrire i muscoli e altre strutture interne.
Il sito porno invece è solo il dolce, viene digerito in bocca, immediatamente disponibile come energia ma di breve durata e non ha nutrienti anabolizzanti, cioè non costruisce.
Ma perché non c’è motivazione a costruire e questi siti sono molto gettonati?
Possiamo fare delle ipotesi, io penso alla disgregazione sociale innescata dalla pandemia, alla perdita di senso della comunità umana, all’impossibilità di fare cose insieme, di incontrarsi, di provare il piacere di lavorare insieme, di cantare insieme, di progettare un mondo diverso. Se una persona di 25 anni non può sperare di lavorare e di vivere per conto proprio o di costruirsi una famiglia, se è impossibile muoversi, esplorare, se la cultura non ha più un territorio di incontro ma è fine a se stessa, un sito del genere è l’imbuto più ovvio in cui cadere. Almeno si gode. E’ temporaneo, ma vero, come riflesso. L’orgasmo è un riflesso incontestabile”.

Compagn3 perfett3 agli occhi del pubblico – utent3 pornografic3 in privato. Esiste una dipendenza dal porno?

“Il porno accede a un piacere, come la cioccolata, la cocaina, l’eroina, buttarsi con l’elastico, l’alcol. Cerchi la sensazione forte. Lo svincolo dal controllo. E all’inizio funziona. Ma in breve tempo devi aumentare le dosi. Se all’inizio bastava guardare il corpo nudo di qualcuno, poi devi vedere una persona che fa la fellatio a qualcun altro e poi devi vedere il rapporto anale e poi devi vedere i gruppi, le orge e poi potrebbe non bastarti, potresti aver bisogno di vedere la violenza, per eccitarti. E lo stesso con la cocaina, l’eroina, l’l’alcol, il lancio di se stessi in un vuoto pericoloso. Devi aumentare le dosi, sennò non senti la stessa sensazione della prima volta, e tu è quella, che cerchi. E non la ritrovi. E allora aumenti ancora, in un fomento ossessivo che non raggiunge più quel terrore stupore e piacere della prima volta. E’ una vera e propria dipendenza, nel DSM IV la classificazione dei disturbi di dipendenza ha dentro il disturbo alimentare, il gioco compulsivo, le sostanze, il porno.
Sì, l’artificialità e l’esponenzialità necessaria dell’assunzione rende dipendenza il porno”

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IL TRASH DISTRAENTE DELLA POLITICA BALNEARE @ di Mava Fankù

Ascolta l’articolo dalla voce di Mava Fankù

Ben ritrovati cari lettori, che siate fedeli o solo curiosi non importa, conta solo che mi leggiate con un qualche interesse.

Riprendere a scrivere dopo queste vacanze, nell’ultima parte forzate, non è cosa semplice; perciò, per semplificarmi il compito, vi farò un riassuntino di tutto il peggior trash del “miglior” gossip politico vacanziero, da sotto l’ombrellone, seppur lo sconvolgimento climatico abbia reso il tempo bipolare ormai, essendo ancora estate ad inizio autunno.

Tutto è cominciato con un ex generale, tale Vannacci, rimosso dall’incarico, per un libruncolo autoprodotto di idee fascistoidi sui gay, le femministe, i migranti, e via degenerando, che subito dopo la bagarre è saltato ai primi posti nelle vendite di Amazon.

Avevo già dedicato una mia speciale pillola politica a questa notiziola di gossip distraente dai seri problemi, ipotizzando che il tutto fosse stato congegnato, appunto, come distrazione di massa dall’inadeguatezza del nostro attuale andazzo.

@FanPage Salvini paragona il generale Vannacci a Che Guevara, Giordano Bruno e Galileo.

Ma al nostalgico generale con manie di facile protagonismo, segue l’assoluta guest star del momento: Andrea Giambruno, giornalista compagno della nostra volitiva e sempre più diplomatica Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

”Sistemato” a Mediaset dal (sembra poco) compianto Silvio Berlusconi, malgrado non abbia, a mio immodesto avviso, le doti necessarie per la conduzione di un programma televisivo di informazione, prima fra tutte la fluidità di linguaggio senza incespicamenti, ma sopratutto il non lasciarsi andare in imbarazzanti pensierini alla Vannacci (che oramai ha assunto la valenza di una parolaccia) in diretta televisiva.

In occasione di un triste accadimento di cronaca, quale uno stupro di gruppo a Palermo, ai danni di una ragazza inerme, abusata in ogni modo e lasciata in fin di vita da un gruppo di giovanissimi stupratori, uno dei quali minorenne all’epoca dei fatti, si espresse con una a dir poco infelice frase:

« Se vai a ballare hai tutto il diritto di ubriacarti, ma se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi».

La risposta di Ornella Vanoni sui social è folgorante: “Ma il lupo non è nel bicchiere, è fuori dal bicchiere”.

@GuidaTV Ornella Vanoni replica a Giambruno

Elsa Fornero prende posizione in modo lapidario: “Il compagno di Meloni non ha contezza di come si parla alle donne”.

@La7 In ONDA – Elsa Fornero prende posizione su Giambruno

Ma non basta, ultimamente l’aitante Giambruno ha fatto l’en plein di figuracce nel suo programma di Rete 4 “Diario del giorno”, parlando del triste caso dell’Orsa Amarena. Il giornalista chiede ironicamente ad una rappresentante dei Verdi se l’uccisione dell’orsa Amarena (assolutamente innocua, ndr) da parte di un cacciatore, fosse colpa del governo.

Citando anche Saviano, che in modo ben più articolato, attribuiva la responsabilità dell’accaduto alla campagna pro legittima difesa fatta dal governo, che avrebbe legittimato il gesto del cacciatore d’orsi, influenzato anche dal precedente caso, totalmente differente, dell’uccisione di un giovane runner da parte di un’orsa.

Così, l’attivista dei Verdi Benedetta Scuderi, prende la palla al balzo ed esordisce con una battuta invidiabile (esaltata da Andrea Scanzi) che mette Giambruno in evidente difficoltà: “Potremmo dire che è responsabilità dell’orsa, perchè se non fosse uscita di notte da sola non avrebbe incontrato il cacciatore o il lupo, e quindi queste cose non sarebbe successe”. Alludendo chiaramente alla precedente gaffe del giornalista sullo stupro.

Memorabile l’espressione di Giambruno che si tocca il labbro nervosamente con uno stentato sorriso da “touchè”. Ma tutto si risolve con il pronto intervento della regia che stacca l’inquadratura dal povero Giambruno, distraendo il pubblico con una foto dell’orsa.

@Europa Verde – Rete4 Diario del giorno – Benedetta Scideri Vs Giambruno

Insomma, pare che la metà di Meloni non ne faccia bene una e che tutti lo prendano in giro per la sua maldestrità, ultimo Fiorello con una delle sue:
«L’opposizione a Meloni non è il Pd ma suo marito Giambruno» – “Cosa ha detto oggi?” – continua a ipotizzare Fiorello che si chieda ogni giorno preoccupata la compagna di Giambruno, e una volta appresa la perla del giorno del compagno, completerebbe con una intuibile imprecazione in romanesco.

@LucaGiannolo – Fiorello satirico su Giambruno e Meloni

Concludendo, vi lascio con una mia maliziosa ipotesi: e se tutto questo sia avvenuto per lanciare un nuovo divo televisivo, seguendo il celebre aforisma di Oscar Wilde:
«Nel bene o nel male, purché se ne parli» ?

Mava Fankù

by Emyliù Spataro

Mava Fankù by Emyliù


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LA VIDEORICETTA CHETOGENICA DI CHEF VENIO: ZUCCHINE RIPIENE LIGHT

INGREDIENTI

6 zucchine
300 gr di macinato
100 gr parmigiano
250 gr Philadelphia
1 uovo
Sale
Pepe
Timo fresco
Olio extravergine di oliva.
2 agli tritati freschi

PREPARAZIONE

Tagliare le zucchine a metà e svuotarle, salare, pepare, aggiungere un filo di olio e infornarle a 170 g per 10-15 minuti. La zucchina non deve bruciare ma deve semplicemente arrendersi.
Nel frattempo, preparate il ripieno: macinato, uovo, Philadelphia, parmigiano, sale, pepe, timo e aglio.
Riempire le zucchine e cuocere in forno a 185 gradi per 35 minuti circa.
Questa è una ricetta BASE per una dieta chetogenica; potete chiuderla condendo le zucchine con del pomodoro fresco tagliato a cubetti, condito con sale, pepe, timo e basilico o con una salsa al pomodoro fresco.
Buon appetito e…fate i buoni!

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  • Registrazione Tribunale di Roma n.133/22 del 8/11/22

Direttore Stefania Catallo

Stefania Catallo, romana e fondatrice del centro antiviolenza Marie Anne Erize. Si occupa di storia orale e di diritti delle donne. Giornalista e scrittrice, ha pubblicato diversi libri, l'ultimo dei quali "Evviva, Marie Anne è viva!" (2018, Universitalia), ha ricevuto il Premio Orsello nella sezione Società.

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Emilio Spataro, in arte Emyliù, attore, chansonnier, fotografo, grafico. Di origine calabrese cirotana, vive a Roma. Opinionista e Web Master del Magazine.

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