3 Ottobre 2023

VOCI

L’INQUIETANTE POTERE DELLE APP DI GEOLOCALIZZAZIONE – VOCI DI SAVERIO GIANGREGORIO

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Qualche giorno fa girovagando su Instagram mi sono imbattuto in una nuova applicazione, e fino qui nulla di straordinario.
La cosa che però mi ha colpito è stata la sua finalità: basta inserire il numero di cellulare di una persona cara, e l’applicazione ti dice precisamente dove si trova.


Uno potrebbe subito pensare: che forte!
Ora potrò sempre sapere dove sono i miei cari, e in caso di necessità, o anche per semplice curiosità, raggiungerli.
Tuo figlio dice che è a scuola? Grazie a questa applicazione saprai che è in una caserma dei carabinieri perché ha imbrattato i palazzi delle istituzioni. Succede, chi non è mai stato giovane e rivoluzionario?


Cerchi tuo marito perché non rientra dal lavoro?
Scopri che è presso il tabaccaio da ore a giocarsi lo stipendio ai gratta e vinci. La povertà morde, e la fortuna prima o poi arriverà.
Nel mentre ti sei ipotecato casa, ovviamente senza dire nulla a tua moglie, perché a furia di “grattare”, hai preso in prestito dei soldi dalla banca e acceso un’ipoteca sulla stessa come garanzia.


La cosa che però mi sorprende di queste nuove applicazioni, perché ce ne sono di diverse, ma che pare sia invece sfuggita ai creatori, è la palese violazione della privacy.
Infatti, potremmo in ogni istante della nostra vita essere pedinati, grazie a queste nuove app, che tra l’altro sono anche gratuite.
E qui la cosa inizia a non essere più tanto simpatica.
Anzi, dovrebbe suscitare dubbi e proteste verso coloro che creano queste potenziali nuove armi.
Si armi.

Faccio un esempio. Nel nostro Paese ogni tre giorni una donna viene uccisa da chi dice di amarla.
Il nuovo anno è appena iniziato, e c’è stato già il primo femminicidio a Genova. Queste app che ti consentono di sapere in tempo reale dove si trova la tua compagna, non solo violano la sua privacy, ma sono potenziali armi contro di lei.
Le storie finiscono, e nei casi più gravi l’amore viene sostituito dall’odio.
Odio che diventa tragedia quando la donna viene uccisa.
Spesso nelle cronache dei femminicidi si legge che la vittima è stata pedinata per giorni, sia materialmente che attraverso i social: foto, post, commenti, sono tracce che lasciamo senza sapere che potrebbero determinare, in casi estremi, anche la nostra fine.
E purtroppo succede, la cronaca in questo non è mai avara.
Mi chiedo quindi: sono proprio necessarie queste nuove applicazioni che consentono di individuare le potenziali vittime, violando la loro privacy?
Quante donne in questo modo esponiamo alla furia cieca dei loro aguzzini, ora che questi potranno usare le applicazioni di geolocalizzazione per vendicarsi, perché quello che fino a ieri era amore, oggi è odio, vendetta, follia?
Penso che sarebbe cosa buona e giusta chiuderle tutte, e pensare invece un po’ di più a come evitare che il femminicidio sia facilitato dalle nuove tecnologie.
E non a specularci sopra.

#Voci, di Saverio Giangregorio.

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I MERITI DELLE SINISTRE ITALIANE

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I meriti delle Sinistre.

L’attuale sinistra italiana ha indubbiamente alcuni meriti che, in questa fine d’anno è doveroso ricordare, se non altro per onestà intellettuale. Il primo merito è quello di aver portato le destre dall’1,96% del 2013 al trionfo delle elezioni politiche del 25 settembre scorso.
Agli attuali rappresentanti dei tanti partiti di sinistra, possiamo dare infatti la palma della vittoria in quanto a frammentazione e distruzione di tanta parte della politica e dell’elettorato. Se così non fosse stato, non avremmo avuto alcuni discutibili personaggi come rappresentanti delle maggiori cariche dello Stato.
Bravi, compagni!
Secondo merito. La nostra Costituzione, nata dalla Resistenza al nazifascismo, potrebbe essere cambiata. Non è certo una novità, visto che nel passato anche Berlusconi, ad esempio, aveva provato a farlo. E non è casuale che l’attuale ministro della Giustizia, Carlo Nordio, vi cannoneggi contro da quando è stato nominato al dicastero.
Ecco la sua dichiarazione raccolta e pubblicata dal quotidiano La Repubblica il 17 dicembre 2022 :”È incompatibile (la Costituzione, n.d.r.) con il nostro sistema giudiziario”.

Da parte nostra speriamo vivamente che stavolta l’opposizione faccia il suo lavoro.
Terzo merito: l’attenzione ai diritti dei lavoratori.
Secondo una tabella pubblicata su La Repubblica il 17 novembre 2022, gli stipendi italiani, secondo un calcolo che copre il periodo dal 1990 al 2020, sono decresciuti del 2,9% rispetto al resto dei Paesi europei.


Bravi compagni, bravissimi, avete distrutto anche la classe operaia, trasformandola in classe “nuovi poveri” grazie a contratti sempre più precari e sottopagati.
Bravi!
Poi, siamo tutti, o quasi, sorpresi per l’aumento dei poveri.
No, non c’è da sorprendersi:
é una condizione alla quale si è arrivati per scelta politica e accondiscendenza.
E’ più opportuno far valere i diritti delle multinazionali, che aprono e chiudono quando vogliono, lasciando per strada sempre più persone, e
che licenziano tramite whatsapp.
Quarto merito: il diritto di cittadinanza negato per quasi 1 milione di ragazze e ragazzi stranieri che vivono in Italia senza diritti, nonostante siano perfettamente integrati nella nostra società.
La scuola di oggi, con classi sempre più multietniche, lo conferma.
Ma questo non ferma l’intolleranza delle destre, che ne fanno soggetti a uso propagandistico con slogan quali: “ci invadono, ci rubano il lavoro, violentano le nostre donne”.
Odio che passa anche dai social e travasa nelle strade con atti criminosi verso le persone di colore, la comunità LGBTQ, le altre fedi religiose.
Odio che si rafforza in assenza di leggi specifiche, dando l’errata percezione dell’impunità. Queste sono solo alcune delle conseguenze della cecità delle sinistre e, anche, della diatriba sul DDL Zan.
Ecco, questi sono in breve i principali meriti delle nostre sinistre.

Infine, chiudo l’anno rivolgendo un sentito e dovuto saluto ai genitori di Giulio Regeni: Claudio Regeni e Paola Deffendi.
Persone semplicemente eccezionali a cui non verrà mai meno il mio sostegno come attivista, per la loro ricerca di verità e giustizia, mai di vendetta.

#Voci di Saverio Giangregorio

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UN 25 NOVEMBRE DAL SAPORE UN PO’ PIÙ AMARO – VOCI DI SAVERIO GIANGREGORIO

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Un 25 novembre dal sapore un po’ più amaro.

Dalla prima Primer donna di questo Paese mi aspetto che faccia cose per le donne, e non contro le donne.
Si, contro le donne.
Se decidi di farti chiamare il Presidente, e non la Presidente, vai contro le donne.
Se decidi di introdurre il quoziente familiare come parametro nel Superbonus al posto dell’Isee, vai contro le donne: meno tasse a chi ha più figli.
E se una donna non volesse figli?
E se una donna non volesse più figli?
Ma soprattutto, se una donna non potesse avere figli?
Il quoziente familiare spinge la donna a stare a casa: pensa a fare figli, piuttosto che andare a lavorare.
Non è forse questa una scelta contro le donne?
Contro l’emancipazione?
Da una Presidente Premier mi aspetto misure che colmino il divario economico di stipendi tra uomo e donna, e non una che invita le donne a stare a casa!
Ma andiamo ancora avanti: madre non può essere la parola più bella del mondo solo quando è pronunciata al singolare, ma se diventa “madri” diventa pregiudizio.
Se due madri decidono di fondare una famiglia e avere figli perché si amano, tu che sei Donna e Premier devi agevolare la loro vita;
non renderla un inferno!
È di pochi giorni infatti fa sentenza di un tribunale civile di Roma che riconosce il ruolo genitoriale delle coppie omosessuali sui documenti dei minorenni.
C’è voluto un giudice a rompere un pregiudizio reso legge dal decreto Salvini del 2019, e contro il quale questo governo guidato appunto da una donna prepara la crociata.
Infine da una donna Premier mi aspetto che faccia introdurre il prima possibile la parola “consenso” nel codice penale per quanto riguarda i rapporti sessuali.
Perché se non c’è consenso non è sesso, ma violenza.
Ecco perché reputo questo 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, una occasione persa.
Non basta essere donne per far si che vengano rispettati i diritti di tutte le donne: naufraghe, migranti, lesbiche, trans.
Tutte, perché come diceva Gino Strada:”I diritti devono essere di tutti, sennò chiamateli privilegi”.

Di Saverio Giangregorio per #Voci..

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FOSSI GAY DALL’ ITALIA FUGGIREI – VOCI DI SAVERIO GIANGREGORIO

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“Fossi gay, dall’Italia fuggirei”.

Con il nuovo governo di Giorgia Meloni, prima donna premier italiana, essere gay, anzi, appartenere alla comunità LGBTQ+, potrebbe essere difficile. Molto difficile.
Cominciamo da quanto detto da Giorgia Meloni il 12 giugno 2022, mentre si trovava a Marbella per sostenere un partito di estrema destra, xenobofo e omofobo come Vox: Si alla famiglia naturale, no alle lobby Lgbtq+. Si all’identità sessuale, no all’ideologia di genere”.(https://tg24.sky.it/politica/2022/06/14/discorso-meloni-spagna)

Passiamo a Lorenzo Fontana, presidente della Camera e, sembra, tifoso di Putin; amico per sua stessa ammissione di Alba Dorata, partito criminale greco di estrema destra i cui vertici sono stati arrestati e condannati dopo l’omicidio del rapper antifascista Pavlos Fyssas, avvenuto il 18 settembre 2013 a Keratsini. Il nuovo Presidente della Camera, terza carica dello Stato, definì nel 2018 ad un comizio le coppie omosessuali “schifezze“. (https://www.repubblica.it/politica/2022/10/17/news/camera_lorenzo_fontana_lgbt_intergruppo-370333062/)
Schifezze?
No, non sono schifezze ma esseri umani che amano come tutti gli altri esseri umani.
Non è colpa di omosessuali, lesbiche, trans se si coltivano pregiudizi.
Pregiudizi che generano odio, e odio che si trasforma in violenza.
Non esistono al mondo oggi persone più perseguitate di loro.

E arriviamo all’ultimo campione di questo triste podio, Roberto Calderoli, leghista.
Ecco come definiva i gay nel 2006: “La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni. Qua rischiamo di diventare un popolo di ricchioni”.(https://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/01_Gennaio/15/calderoli.html).
Come si fa quindi a restare in Italia, con queste persone che ricoprono le più alte cariche dello Stato, appunto per un gay?
Fuggire, forse è una delle soluzioni.

Di Saverio Giangregorio per #Voci.

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CHI HA PAURA DI PEPPA PIG? – VOCI di SAVERIO GIANGREGORIO

ASCOLTA DALLA VOCE DI SAVERIO GIANGREGORIO – CHI HA PAURA DI PEPPA PIG?

Ci sarebbe da ridere, se la faccenda non fosse così dannatamente seria e delicata.
La destra italiana, che a parole si professa “atlantista”, si scaglia contro un cartone animato in cui compaiono due mamme.
Due mamme!
Talmente offesa da questo cartone animato, che il responsabile cultura di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, tra l’altro commissario della Vigilanza Rai, ha chiesto di non trasmettere la puntata incriminata, dove compaiono appunto le due mamme con il loro piccolo come protagoniste di una famiglia!
Perché per loro, questa non è “famiglia”!
Così dicendo, sembra che la Rai non sia dei cittadini che ne pagano il canone e hanno diritto a una informazione libera, ma dei partiti!
Oggi quindi la destra italiana ha un nuovo e potentissimo nemico: Peppa Pig!
Non mi meraviglierei quindi se nei prossimi giorni, come fatto coi migranti africani, quelli neri per intenderci, perché se poi sono bianchi, occhi azzurri e provengono dall’Ucraina tutto va bene, chiedessero il “Blocco Navale” contro la povera Peppa…
Tornando invece seri, abbandonando il mondo dei pregiudizi, ho raccolto in merito la testimonianza di Gianmarco Capogna, queer, transfemminista:”Occorre abbandonare propaganda e ideologie oscurantiste che, invece, vedono la diversità come un muro per separare e ghettizzare le persone, le identità, i corpi. In altre parole, a noi sta strettissimo lo slogan “Dio, Patria e Famiglia” e crediamo che sia solo uno strumento per promuovere una visione patriarcale e restrittiva della nostra società a cui ci opponiamo con la forza delle idee e dei progetti in grado di assicurare a tutt* di essere liber* e ugual*.”
A lui e Peppa dico solo Grazie.
Grazie.

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QUANDO UCCIDE, NON CHIAMATELO AMORE – VOCI DI SAVERIO GIANGREGORIO

ASCOLTA DALLA VOCE DI SAVERIO GIANGREGORIO – VOCI 2

Femminicidi, in Italia:


2019, 92 donne uccise.

2020, 101 donne uccise.

2021 , 103 donne uccise.



Nel 2022, al 27 agosto siamo a 71 donne uccise; secondo alcune fonti, le vittime sarebbero addirittura 77.
Questo significa che ad oggi, e nonostante l’approvazione del Codice Rosso del 19 luglio 2019, ogni misura a tutela della donna ha fallito.
Se ogni tre giorni una donna viene uccisa, non si può che scrivere e parlare di fallimento.
Che il Codice Rosso poi non sia sufficiente a contrastare il femminicidio, lo dicono il numero delle donne uccise in continuo aumento dalla sua entrata in vigore.
Non basta aumentate le pene come deterrente per non uccidere una donna.
Alessandra Matteuzzi è stata uccisa dal suo ex fidanzato nonostante l’avesse denunciato per stalking.
E come lei, altre.
Se Alessandra Matteuzzi fosse stata invece dotata di una scorta, come chiede da anni Gessica Notaro (La Repubblica del 26 Agosto), a sua volta sfregiata con l’acido dal suo ex, sarebbe ancora viva.
Se vogliamo contrastare veramente la mattanza del femminicidio, non dobbiamo chiederci quanto costa tutelare una donna.
Il rischio di femminicidio non può essere visto e trattato come un costo per la comunità, ma come un investimento a tutela della società, prima ancora che a tutela delle donne.
Una dichiarazione su tutte, che mi ha impressionato moltissimo, è stata quella del magistrato Fabio Roia rilasciata a La Repubblica giovedì 25 agosto:”Tutte le donne che dicono no a un uomo violento oggi sono a rischio”.
Un pozzo nero senza fondo sarebbe sempre meno profondo di questa dichiarazione.
Le donne che dicono no a un uomo non devono più essere a rischio.
Per fare questo, quindi, va colmata la lacuna di operatori di polizia giudiziaria, e quella dei magistrati.
Ad oggi infatti mancano 1617 magistrati su 10558 in organico.
Il femminicidio si combatte sensibilizzando quotidianamente sul tema, e investendo in più risorse umane; rendendo i tribunali più efficienti.
La fine di una storia non deve più apparire come la fine del mondo.
Le donne non sono “nostri oggetti” che possiamo decidere anche di distruggere quando la storia finisce.
Mio non è per sempre.
Una donna che non vuole essere più “mia” ha tutto il sacrosanto diritto di continuare a vivere.
Cambiare quindi approccio, quando la donna rinuncia a continuare una relazione, deve essere il primo passo da parte dell’uomo per contrastare la mattanza del femminicidio.

Saverio Giangregorio

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VOCI DI SAVERIO GIANGREGORIO

Al via la rubrica quindicinale di Saverio Giangregorio, che farà il punto sulle principali questioni politiche e di attualità. In questo primo appuntamento, si parla di crisi energetica, di gas e di Egitto

VOCI di SAVERIO GIANGREGORIO (CRISI ENERGETICA – GAS -EGITTO)

Agli egiziani verrà tagliato il gas fino al 15%, gas che serve a produrre l’elettricità.

Questo, nonostante la scoperta del più grande giacimento del Mediterraneo.

Questo, per permettere ad Al Sisi di fare cassa: e noi siamo tra i suoi clienti, visti i 3 miliardi di metri cubi che ci venderà nel 2022, per sopperire alla mancanza del gas russo.

Questo, vista la grave crisi economica in cui versa l’Egitto da anni.

Però mi chiedo: questo taglio verrà applicato anche alle Forze di Sicurezza, che di elettricità pare ne facciano uso durante gli interrogatori?

(Fonte: https://www.reuters.com/business/energy/egypts-cabinet-approves-plan-ration-electricity-save-gas-export-2022-08-11/ )

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  • Registrazione Tribunale di Roma n.133/22 del 8/11/22

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