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EX GENERAL VANNACCI ☆ È NATA UNA STELLA ☆ di MAVA FANKU’

Ascolta dalla voce di Mava

Cari lettori, vi ricordate quando interruppi le mie vacanze bruscamente, perchè mentre stavo sotto l’ombrellone, oziando con il cellulare a random, una notizia mi fece venire i brividi, e non di freddo, che con quel caldo sarebbe stata una mano santa?

Era saltato fuori, come un cavalluccio marino sulla battigia, tale generale Roberto Vannacci che, in un incontenibile guizzo di suprematismo in mimetica, sparava a zero, in modo tanto semplicistico quanto nostalgico, su bersagli enormi grandi come un transatlantico, quali i gay, le femministe, gli immigrati e altri cavallucci di battaglia dell’oscurantismo medievale postmoderno più alla moda.

@Foto Web – l’ex ufficiale della Folgore Roberto Vannacci

Il tutto attraverso un saggio, addirittura, autoprodotto (per scelta autoctona o perché nessun editore gliel’ha voluto pubblicare?) titolato “Il mondo al contrario” (mia nonna diceva con più originalità nell’idioma cirotano: “U munn ara liverza“), che l’ex ufficiale della Folgore, non più responsabile dell’istituto geografico militare (perchè è stato destituito), veicola come una bomba a orologeria, solo per fatal combinazione (?) dopo la scomparsa di una delle più autorevoli voci del femminismo, Michela Murgia, che sicuramente l’avrebbe fatto nero, oltre alla sua abbronzatura di ordinanza.

Ciò che perplime è la tempistica (perchè proprio in quel momento?), più che la pronta e prevedibile (meno male!) indignazione generale, a cominciare dal ministro della difesa Guido Crosetto che chiede (e ottiene)”esame e azione disciplinare”, dissociandosi in modo politicamente corretto ed invitando l’opinione pubblica sui social a “non utilizzare le farneticazioni personali di un generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le forze armate” – e continua a precisare il ministro che il generale Vannacci – “ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione”.

E fin qui tutto regolare, anche se le giuste reazioni del mondo politico sono arrivate prontamente, come questo mio articoletto balneare sul bel generale.

@Foto Web Roberto Vannacci ex responsabile dell’istituto geografico militare, perchè destituito.

Per il deputato del Partito Democratico, Piero Fassino, “le necessarie dissociazioni non sono sufficienti. Ci aspettiamo un immediato e adeguato intervento del Ministro Crosetto e dei vertici delle nostre Forze armate”. Ed è arrivato!

Così per il segretario di Sinistra Italiana “quello che non è normale nel nostro Paese è che un alto ufficiale dell’Esercito Italiano si metta pubblicamente a esprimere giudizi incommentabili, insulti omofobi e razzisti, pregiudizi e stupidaggini”.

E continuano il sindaco di Firenze, Dario Nardella, e il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliaruolo: “si tratta di un concentrato di omofobia e volgarità di rara violenza verbale che lede l’onore delle Forze Armate verso cui l’intero Paese nutre stima e rispetto”.

Esaminiamo adesso, per sommi i capi, tali oggettive farneticazioni, e non per partito preso al volo a destra o a sinistra, ma per semplice buon senso.

@Foto Web – il generale Roberto Vannacci in mimetica

Ad esempio, tanto per prendere a caso una citazione dall’incriminato libruncolo di 300 pagine, sparlando di Paola Egonu, campionessa di volley, il generale Vannacci osserva che è “italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”. E qui l’accusa di razzismo patriottico ci sta tutta.

E via degenerando su altri temi cari al pensiero destro più nostalgicamente becero, Vannacci prende posizioni estreme contro coloro che, a suo dire, definiscono “civiltà e progresso” quando gli “occupanti abusivi delle abitazioni prevalgono sui loro legittimi proprietari; quando si spende più per un immigrato irregolare che per una pensione minima di un connazionale e quando le città si trasformano in luoghi per single benestanti e alternativi mentre lavoratori, operai e famiglie sono costretti ad abbandonarle”.

Continuando a blaterare della legittima difesa il generale ex parà, che si autodetermina erede di Giulio Cesare, ipotizza: “se un ladro entra in casa mia, perché non dovrei essere autorizzato a sparargli, a trafiggerlo con un qualsiasi oggetto mi passi tra le mani”, “se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce, ammazzandolo, perché dovrei rischiare di essere condannato?”.

@Foto Web – il generale Vannacci in tutta la sua magnifica presenza.

E così il generale, che secondo la mia immodesta opinione, ha trovato il modo di farsi sponsorizzare dallo stato gratuitamente per un infimo libretto populista autoprodotto, nel suo tomo fa anche riferimenti alla questione migranti e alle “discutibili regole di inclusione e tolleranza imposte dalle minoranze”.

E cosa pensa il modesto generale, che si paragona non solo a Giulio Cesare, di tutto questo “inaspettato polverone”? Ovviamente si giustifica per tutto: “Al ministro non replico – aggiunge -, mi attengo a quelle che sono le sue disposizioni. Ciò che mi procura disagio è la strumentalizzazione: sono state estratte frasi dal contesto e su queste sono state costruite storie che dal libro non emergono”. – Non si preoccupi, generale, ora lo compreremo tutti! – “Sono amareggiato” – continua – “dalla decontestualizzazione e dal processo a delle opinioni: Giordano Bruno (e dopo Giulio Cesare mancava che si paragonasse ad un altro mito della storia) lo hanno bruciato perché aveva un pensiero controcorrente (mentre il nostro parà cavalca l’onda destra del momento?), meno male abbiamo superato quei momenti”. Ah si?

Sarà pure un pò megalomane? Ma il meglio di sè lo dà quando si esprime sui gay, affermando che la società è schiava delle minoranze, delle lobby (alludendo forse ad un’associazione di militari, poliziotti, carabinieri, avieri, marinai, che sono persone omosessuali, lesbiche, transgender) . E parlando di omosessuali e coppie gay: “normali non lo siete, fatevene una ragione!”. E ancora: “la normalità è l’eterosessualità. Se a voi tutto sembra normale, invece, è colpa delle trame delle lobby gay internazionali”.

E fa un altro triplo salto mortale giustificante: “la frase sugli omosessuali viene da uno, ovvero io, che è scappato tutta la vita dalla normalità (contraddizione?): per questo dico che sono a fianco degli omosessuali (ma vah?) nella caratteristica di essere al di fuori della normalità. Nel libro spiego che la normalità non è migliore o peggiore, non è buona o cattiva”

@Foto Web – l’affascinante generale Vannacci col pugno fermo in una ufficiale parata

Bel generale Roberto, è Mava Fankù in persona che le parla, lei forse conoscendolo sarà pure simpatico, ed è sicuramente un bell’uomo 54enne ancora molto aitante; ma con tutto il rispetto, perchè adesso giustifica e smentisce pure la sua tanto decantata normalità? Così facendo mette in dubbio il suo machismo di pensiero e, scendendo a questi compromessi, non fa una buona propaganda a chi vorrebbe. Lei comunque è molto furbo e, grazie a tutta questa bagarre, in questo momento il suo libretto è il più venduto su Amazon!

Altra nota positiva è che, ad oggi, essendo stato destituito dal comando, potrà godersi i suoi successi letterari nella sua terra d’origine, sulle splendide spiagge spezzine, da sotto il suo ombrellone.

Post Scriptum

E così sarà stato, ma guardatelo adesso il nostro ex generale (reduce da una lunga intervista televisiva a “È sempre Carta Bianca” di Bianca Berlinguer, e altre ancora), in una elegante camicia bianca, incorniciato da fiori bianchi, ad uno degli eventi “culturali” (a pagamento:50 euro con bouffet e firmacopie) per presentare il suo libro sull’era meloniana che gli ha già fruttato 800.000 euro. Proprio come una Superstar ☆

@Foto Web – Roberto Vannacci ad un evento in Versilia, per presentare il suo best seller.

Mava Fankù by Emyliù Spataro

Mava Fankù by Emyliù Spataro

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“UNA NUOVA AMICA”. CINEMA TRANSGENDER @ PENSIERINI FILMICI DI EMYLIU’ SPATARO

Ascolta dalla voce di Emyliù

Ozon e il travestitismo saffico parnasiano.

La genesi della componente femminile nell’uomo è nella sua origine cromosomica e ogni storia transgender ha un suo percorso unico. Per non parlare di travestitismo, brutto termine che di solito viene associato ad argomenti morbosi e discriminanti.

Ancor piú complicato per un uomo iniziare ad esplorare la propria diversa identità da adulto, magari proprio accanto ad una compagna comprensiva, durante un matrimonio con prole, e poi con la complicità della migliore amica della moglie appena morta dopo il parto.

É il tema di ”Una nuova amica” di François Ozon. Il vedovo consolabile riporta a galla la propria parte femminile proprio durante l’elaborazione del suo lutto, restando comunque attratto esclusivamente dalle donne, nonchè continuando a fare da amorevole padre e nel contempo anche da madre alla neonata, indossando gli abiti della defunta moglie.

Azzarderei la definizione di “travestitismo saffico”, che mi risulta essere più diffuso di quanto si possa immaginare tra gli “uomini femminili” eterosessuali e dunque “neo-lesbici”...

Una bella sorpresa per chi vede il film senza aver letto recensioni, come nel mio caso, perchè il difficile tema viene trattato in modo estremamente delicato, con levità, seppur esplori la psicologia dei personaggi dal profondo, come solo un talentuoso autore sensibile all’universo femminile riesce a fare.

Una prova d’attore notevole quella di Romain Duris, stilizzato in panni femminili, senza ricadere nel grottesco macchiettismo, con l’ausilio virtuosistico di una magnifica e surreale fotografia.

Anche per questo film si menziona lo stile almodovariano, forse perchè la storia è tratta da un racconto di uno scrittore al quale si è ispirato anche Almodovar.

Ma il bel film di Ozon riesce a superare il limite dell’etichetta, vivendo di vita propria in modo sfolgorante, facendosi a mio avviso persino preferire al più famoso regista ispanico per come affronta analoghe ambigue sceneggiature.

Parola di Emyliù

Copyright@2023The Women’ Sentinel – Diritti riservati – Riproduzione vietata

“UNA NUOVA AMICA”. CINEMA TRANSGENDER @ PENSIERINI FILMICI DI MAVA FANKU’

Ascolta dalla voce di Mava

Ozon e il travestitismo saffico parnasiano.

La genesi della componente femminile nell’uomo è nella sua origine cromosomica e ogni storia transgender ha un suo percorso unico. Per non parlare di travestitismo, brutto termine che di solito viene associato ad argomenti morbosi e discriminanti.

Ancor piú complicato per un uomo iniziare ad esplorare la propria diversa identità da adulto, magari proprio accanto ad una compagna comprensiva, durante un matrimonio con prole, e poi con la complicità della migliore amica della moglie appena morta dopo il parto.

É il tema di ”Una nuova amica” di François Ozon. Il vedovo consolabile riporta a galla la propria parte femminile proprio durante l’elaborazione del suo lutto, restando comunque attratto esclusivamente dalle donne, nonchè continuando a fare da amorevole padre e nel contempo anche da madre alla neonata, indossando gli abiti della defunta moglie.

Azzarderei la definizione di “travestitismo saffico”, che mi risulta essere più diffuso di quanto si possa immaginare tra gli “uomini femminili” eterosessuali e dunque “neo-lesbici”...

Una bella sorpresa per chi vede il film senza aver letto recensioni, come nel mio caso, perchè il difficile tema viene trattato in modo estremamente delicato, con levità, seppur esplori la psicologia dei personaggi dal profondo, come solo un talentuoso autore sensibile all’universo femminile riesce a fare.

Una prova d’attore notevole quella di Romain Duris, stilizzato in panni femminili, senza ricadere nel grottesco macchiettismo, con l’ausilio virtuosistico di una magnifica e surreale fotografia.

Anche per questo film si menziona lo stile almodovariano, forse perchè la storia è tratta da un racconto di uno scrittore al quale si è ispirato anche Almodovar.

Ma il bel film di Ozon riesce a superare il limite dell’etichetta, vivendo di vita propria in modo sfolgorante, facendosi a mio avviso persino preferire al più famoso regista ispanico per come affronta analoghe ambigue sceneggiature.

Parola di Mava Fankù

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  • Registrazione Tribunale di Roma n.133/22 del 8/11/22

Direttore Stefania Catallo

Stefania Catallo, romana e fondatrice del centro antiviolenza Marie Anne Erize. Si occupa di storia orale e di diritti delle donne. Giornalista e scrittrice, ha pubblicato diversi libri, l'ultimo dei quali "Evviva, Marie Anne è viva!" (2018, Universitalia), ha ricevuto il Premio Orsello nella sezione Società.

Redazione:

EMYLIU' SPATARO

Emilio Spataro, in arte Emyliù, attore, chansonnier, fotografo, grafico. Di origine calabrese cirotana, vive a Roma. Opinionista e Web Master del Magazine.

MAVA FANKU'

Opinionista disincantata, dotata di un notevole senso dell'umorismo e di una dialettica tagliente, Mava Fankù cura attualmente due rubriche, La Pillola Politica e I Pensierini di Mava, elzeviri su temi vari che ispirano la nostra signorina agèe, da poco anche in video, oltre che in podcast, oltre che in scrittura.

ALESSIO PAPALINI

Romano, educatore, formatore e appassionato di lettura e comunicazione. Attore del Teatro Studio Jankowski di Roma

PATRIZIA MIRACCO

Psicoterapeuta e giornalista. Appassionata di arte e mamma umana di Aki, una bella cagnolina a quattro zampe di 4 anni.

VENIO SCOCCINI

Diplomato all'Istituto Alberghiero Michelangelo Buonarroti di Fiuggi (FR) - Dopo una lunga esperienza in Italia, e all'estero come chef per personaggi di rilievo, sia in casa che su yacht, nel 2013 si è trasferito a Londra, dove ha appreso nozioni di cucina multietnica continuando a lavorare come chef privato.

ROSELLA MUCCI

Ho sperimentato il palco cimentandomi in progetti di Teatro Sociale tra il 2012 e il 2015 con testi sulla Shoa, sul femminicidio, sulla guerra. Il mio percorso teatrale è poi proseguito in autonomia quando ho sentito il desiderio di portare in scena testi scritti proprio da me.Tutti i miei scritti per scelta hanno

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