set luci rosse

TORNA A CASA E TROVA UN SET A LUCI ROSSE

In copertina: foto @Jo Broughton

Se di primo acchitto sembrerebbe una vicenda da film anni ’70, a ben vedere si tratta di qualcosa di molto più grave: un uomo che aveva preso in affitto un appartamento sul litorale romano, lo scorso 20 novembre, tornando in anticipo a casa dal lavoro, ha trovato una troupe che stava girando un film porno in casa sua, anzi sul suo letto. Questo perché il padrone di casa teneva un doppione delle chiavi e aveva approfittato dell’assenza dell’affittuario per trasformare l’appartamento in un set a luci rosse. Da qui era scaturita una lite, sedata dall’arrivo dei carabinieri mentre cast e maestranze, circa 20 persone a detta della vittima del fatto, si erano date alla fuga prima dell’arrivo della pattuglia.

L’episodio deve far riflettere su due aspetti principali, primo fra tutti, la leicità di girare porno in Italia. La questione è controversa, perché si può, a patto di osservare delle regole contrattuali ed etiche ben precise, come si può leggere sul link seguente:

Il secondo quesito riguarda invece i diritti del proprietario su un immobile in affitto. Alessio Uzzo, consulente immobiliare Remax, al quale abbiamo chiesto lumi, ci ha dichiarato: “con la firma del contratto di affitto, il proprietario perde la disponibilità dell’immobile e può eventualmente accedervi solo con l’autorizzazione dell’affittuario“. Quindi, se le cose stessero davvero come si dice, il proprietario avrebbe commesso un reato, ossia violazione di domicilio.

Ma sorge anche un altro dubbio: possibile che le venti persone che stavano girando siano andate via così facilmente, visto l’ingombro delle attrezzature da set cinematografico? E il vicinato? Nessuno ha visto o sentito niente?

Inoltre, sembra che a oggi nessuna denuncia sia stata ancora presentata, almeno secondo il quotidiano “Il Messaggero”, che per primo ha dato la notizia. Non resta da fare altro, quindi, che aspettare gli eventi, tenendosi strette le chiavi di casa.

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Stefania Catallo, romana e fondatrice del centro antiviolenza Marie Anne Erize. Si occupa di storia orale e di diritti delle donne. Giornalista e scrittrice, ha pubblicato diversi libri, l'ultimo dei quali "Evviva, Marie Anne è viva!" (2018, Universitalia), ha ricevuto il Premio Orsello nella sezione Società.

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