PARLAMENTO

UN REFERENDUM PER ABOLIRE L’IGNORANZA IN PARLAMENTO @ LA PILLOLA POLITICA DI MAVA FANKÙ

Ascolta dalla voce di Mava

Camilleri lo definiva analfabetismo di ritorno. Ci manca il Maestro antifascista.

Si riferiva ai sovranisti e populisti e a chi ne guida il gregge. Oggi estenderebbe la definizione al Governo tutto, e sopratutto a chi occupa alte cariche dello Stato senza merito e senza cultura.

Se non proprio con scarsa proprietà di linguaggio che, più per constatazione di fatto che per partito preso, sono riscontrabili quasi completamente tra le fila delle destre.

Quindi proporrei un Referendum per rendere obbligatoria perlomeno  la conoscenza di un italiano alto, perché chi entra in Parlamento dovrà rappresentarci non solo davanti agli italiani, ma al mondo intero.

Cosa che diventa sempre meno scontata; anzi, sembra ci si stia abituando al degrado linguistico del nostro bell’italiano, come per un gioco di identificazione nelle inflessioni dialettali dei nostri governanti, sempre più pop e meno competenti e preparati nei loro ruoli istituzionali.

Come il Presidente del Senato, il simpaticamente imitato da Dario Ballantini a Striscia la Notizia, Ignazio La Russa, che di recente ha dimostrato di non conoscere nemmeno la Storia d’Italia.

Così, prendendo per buone le fake news della propaganda di regime contro la Resistenza Antifascista, tenta di smontare pure un’importante pagina di storia come quella di via Rasella, durante l’ultima guerra mondiale.

Tanto per infangare un’azione dei Partigiani, come a dire che non erano stati uccisi dei soldati tedeschi (che ordivano rappresaglie repressive contro la popolazione civile di Roma), ma una innocua banda di musicanti mezzi italiani e mezzi tedeschi che c’entravano poco o nulla con le azioni  di guerra.        

Ora, mi chiedo ingenuamente: ma è ammissibile che un Presidente del Senato di una Repubblica Democratica con una Costituzione antifascista, divulghi a mezzo stampa una simile chiacchiera da Bar del Fascio?

E col chiaro intento di denigrare la Resistenza italiana al Nazifascismo proprio in prossimità della Festa della Liberazione del 25 Aprile che lui, peraltro, non ha mai riconosciuto?

Come ogni anno la storia si ripeterà? Vediamo se anche stavolta i rappresentanti più importanti della destra non liberale, ora al governo, a partire dalla nostra Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si asterranno dal partecipare alle celebrazioni per la Liberazione dal NaziFascismo.

Ricordo che Salvini, interpellato sulla questione in una passata legislatura, una volta dichiarò candidamente di non aver nulla da festeggiare.

Non ricordo però se Berlusconi, rappresentante di una destra più libertina che liberale, abbia mai condiviso questa fondamentale ricorrenza per la nostra Democrazia.

Ecco, da opinionista sarebbe un peccato veniale esprimere un’opinione senza verificare le fonti di una notizia poco importante, come il dubbio espresso nel paragrafo precedente. Anche se sollecitata dalla mia scrupolosa direttrice cerco sempre di verificare le fonti.

Ma tornando alle notiziole di gossip storico del nostro Presidente del Senato (una delle cariche più importanti dello Stato), da lui giustificate in modo ancor più imbarazzante della gaffe stessa, per usare un lieve eufemismo, sarebbe ammissibile che con un tale ruolo istituzionale si commettano simili leggerezze?

Non a caso sono state chieste le dimissioni di La Russa con una petizione che in pochi giorni ha già superato le 70.000 firme!

Così come io chiedo a voi lettori, non tanto provocatoriamente, se e cosa votereste ad un Referendum per abolire l’ignoranza nel nostro Parlamento.

Mava Fankù 

P.S. Dopo la scrittura di quest’articolo abbiamo appreso la notizia del ricovero di Silvio Berlusconi in terapia intensiva al San Raffaele di Milano. Gli facciamo i nostri più sinceri auguri. (n.d.r.)

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