MAURIZIO COSTANZO. QUANDO CI LASCIA UNO DI FAMIGLIA @ I PENSIERINI DI MAVA FANKU’
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Detesto fare i necrologi delle persone famose che vanno via. Da opinionista non lo farei mai per pudore e rispetto. Se non in casi straordinari, quando provo un coinvolgimento emotivo. E voglio ricordare chi mi lascia un’eredità così importante, culturale e affettiva, come Maurizio Costanzo.
Un uomo innanzitutto, che ha avuto la capacità di restare tale anche come professionista, inventandosi un modo nuovo e umanizzato di fare giornalismo.
Non per farne il santino, adesso che ci ha lasciati senza preavviso, che di difetti ne aveva tanti il ficcante Maurizio, ma utilizzava anche quelli per valorizzare i suoi pregi, mettendoli a disposizione degli altri, con un’informazione sempre curiosa di umanità.
Anche quando intervistava le persone famose, ma sopratutto quando dava la parola agli sconosciuti, inventando il primo talk show della storia televisiva. Ed è questa la sua genialità.
Come tantissimi fans del suo famigerato “Maurizio Costanzo Show”, che ci ha accompagnati per decenni, ne ricordo le tante persone sconosciute, che poi sono diventate popolari grazie al suo modo di metterle in evidenza nei loro aspetti umani, intraprendendo carriere artistiche di tutto rispetto.
Ma la cosa che più mi divertiva mentalmente erano, oltre alle sue intime interviste, i suoi “Uno contro tutti” di personaggi controversi, dalle stelle alle stalle, ma sempre interessanti: da grandi artisti intellettuali come Carmelo Bene e Vittorio Gasmann, ad altri discutibili protagonisti della cultura/spettacolo, talvolta stucchevolmente egocentrici, come Vittorio Sgarbi, che senza di lui non sarebbero proprio esistiti, se non su qualche notiziola di basso gossip.
E voglio sottolineare anche che i personaggi davvero importanti dello spettacolo, come, ad esempio, Alberto Sordi e Monica Vitti, restii alla mondanità televisiva, si concedevano solo a lui.
“Generoso” – se avessi il dono della sintesi, è il primo aggettivo che mi viene in mente, pensando a Costanzo, avendo fatto molto per gli altri, e per se stesso una cosa in particolare:
lui che ha messo sempre le donne al centro della sua esistenza, facendone l’elemento cardine, sceglie di sposare la sua assistente personale, Maria De Filippi, la donna più importante della sua intensa vita amorosa. La sua anima gemella.
Come disse in una intervista, con la sua proverbiale auto-ironia: “mi sono sposato quattro volte, ce ne ho messo di tempo per trovare quella giusta. Non si può riuscire al primo colpo”.
Il loro non sarà stato un matrimonio motivato dall’amore passionale dei romanzi d’appendice, forse per via della tanta differenza d’età, ma su “Affetto e Rispetto”, ed è un’unione durata per l’ultimo trentennio.
“L’affetto, che non è l’amore, è una cosa più seria”.
Grazie Maurizio.
Mava Fankù

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