5 Ottobre 2023

MELONI

IL FOTOSERVIZIO. ROMA PRIDE 2023 IN 32 FOTO (E CE N’E’ PER TUTTI, POLITICA COMPRESA) BY @GEMMA BUONANNO

Sabato 10 giugno si è tenuto a Roma il Pride 2023, mai così ricco. Sarà forse a causa del governo delle destre, o della retromarcia del presidente della Regione Lazio? Non è chiaro e forse non è importante saperlo, ma sta di fatto che l’edizione di quest’anno è stata memorabile. Il reportage che presentiamo ai lettori è di Gemma Buonanno, la fotografa che ha documentato per il nostro magazine l’onda arcobaleno che ha animato le strade della Capitale.

SFOGLIA LA GALLERY

Photo @Gemma Buonanno

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IL NAUFRAGIO DI CUTRO, LA CANZONE DI MARINELLA E IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI

In copertina: immagine web

Se la politica è l’immagine di un Paese, allora è lecito chiedersi quale immagine si sia fissata nella retina dei cittadini, dopo il naufragio di Cutro. L’impressionante numero di bare tra le quali quelle piccole e strazianti dei bambini, oppure il karaoke, a Como, per il compleanno del vicepremier Salvini? Che il Mediterraneo sia diventato un cimitero non c’è alcun dubbio, e a nulla sono valse le iniziative poste dai vari governi per arginare le migrazioni che dal nord Africa giungono sulle nostre coste. E si parla dei governi di centro sinistra fino al giallo verde della penultima legislatura: insomma l’italiano medio ha visto tutti i colori dell’opportunismo politico. Prima ci fu la legge Bossi Fini del 2002, in merito alla quale oggi l’ex segretario di AN dichiara oggi: “La cosiddetta legge Bossi Fini è in vigore da vent’anni, va cambiata perché è mutata profondamente l’origine del fenomeno migratorio. Esso ha oggi dimensioni globali ed è sempre più correlato al dovere morale, oltre che al diritto internazionale, di garantire diritto d’asilo a chi fugge da guerre, rischi di genocidio, catastrofi naturali, violazioni di massa dei diritti fondamentali dell’uomo”.

https://documenti.camera.it/_dati/leg17/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/022bis/021/00000002.pdf (Per leggere il testo della legge cliccare sul link)

Poi si passò, nel 2010, all’amicizia tra Berlusconi e Gheddafi, con seguito di amazzoni e tende beduine piantate a villa Pamphili, per giungere al 30% delle importazioni di gas; e poi via via tutti gli altri governi, fino all’accordo sul gas e le migrazioni firmato da Meloni il 28 gennaio scorso a Tripoli , come riportato da ANSA cliccando sul link sottostante:

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/01/28/meloni-intesa-italia-libia-per-potenziare-guardia-costiera-_fc86d2f8-f92e-4c5e-b14d-d132752b17af.html

La questione migranti si è quindi sempre discussa solo in funzione del conteggio dei voti elettorali e dei vantaggi in termini di accordi commerciali con la Libia, e soprattutto in un periodo come questo, nel quale le forniture di gas sono quanto mai necessarie. Quanto vale quindi, la vita di un migrante in termini di gas? Un metro cubo, due, dieci, cento?

Video @Repubblica

Se poi è vero, come dice Salvini, che dai barconi sbarcano solo immigrati che vengono a fare la pacchia in Italia, allora forse sarebbe doverosa una sua spiegazione circa la presenza della giornalista afghana Torpekai Amarkhel, morta nel naufragio del barcone a Steccato di Cutro, in fuga dal suo Paese per non essere uccisa dai Talebani. Alla memoria di Amarkhel, l’Ordine dei Giornalisti ha dedicato la Giornata internazionale della Donna, avvisandone tutti gli iscritti tramite mail, che sicuramente è arrivata anche a Tajani e Meloni, essendo anch’essi giornalisti (i dati sono consultabili sul sito, cliccando sul link in basso).

Il problema vero è che per anni gli italiani sono stati bombardati da notizie in grado di azzerare le loro facoltà cognitive e critiche, attraverso l’uso sapiente di certa stampa e dei social; attraverso le fake news, le stanze dell’eco e le incitazioni all’odio (“Rimandiamoli a casa loro!”, “Prima gli italiani!“); attraverso l’ignoranza della geopolitica dell’ultimo secolo, senza la cui conoscenza è impossibile comprendere il perché delle migrazioni verso l’Europa; alimentando un popolo a tv spazzatura e dipendenza da internet. A chi giova tutto questo? Certo non ai poveri disperati che sono affogati nel mare davanti a Cutro. Proviamo a respirare cinque secondi mettendo la testa dentro la vasca da bagno e cerchiamo di immaginare quale calvario abbiano vissuto quelle persone. Loro non hanno avuto il modo di festeggiare il loro arrivo e nemmeno di cantare di felicità per avercela fatta. Ma al posto loro, lo hanno fatto altri, allegri e spensierati, a centinaia di chilometri da dove giacevano le loro bare, che non hanno meritato neanche uno sguardo di pietà o un fiore da chi, la nostra Italia, la rappresenta.

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SOS HUMANITY. SBARCATO ANCHE IL “CARICO RESIDUALE” DI PIANTEDOSI – VOCI DI SAVERIO GIANGREGORIO

Dalle parole ai fatti.

Quello che si è appena insediato rischia di diventare il governo della ferocia, si della ferocia.
Della ferocia contro gli ultimi.
Le ultime dichiarazioni del neo ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, su chi può sbarcare e chi non può sbarcare in Italia, portano dritto alla ferocia: “uscire dalle acque territoriali con il carico residuale“.
Il “carico residuale” in questione non era un insieme di pacchi indesiderati destinati all’Italia, ma uomini a cui era vietato di sbarcare dalla Ong Sos Humanity.

IL VIDEO DELLA DICHIARAZIONE DEL MINISTRO PIANTEDOSI

https://www.huffingtonpost.it/politica/2022/11/07/news/piantedosi_migranti_opposizione-10581196/?ref=pay_amp


Dichiarazioni che contrastano a loro volta con quanto affermato in campagna elettorale dal neo Premier Giorgia Meloni, scrivo neo perché ci tiene al maschile, sul concetto a sua volta discriminatorio di famiglia naturale.
Si dividono famiglie in fuga da Paesi dove è impossibile vivere per accontentare la ferocia del proprio elettorato.
Quei 35 uomini è evidente che avrebbero rappresentato un problema non risolvibile per l’ordine pubblico nazionale…
Siamo caduti dalla pentola Salvini con i suoi decreti sicurezza, alla brace Piantedosi.
Umanità, questa sconosciuta.
Di Saverio Giangregorio per #Voci.

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FOSSI GAY DALL’ ITALIA FUGGIREI – VOCI DI SAVERIO GIANGREGORIO

ASCOLTA IL PODCAST LETTO DA SAVERIO GIANGREGORIO

“Fossi gay, dall’Italia fuggirei”.

Con il nuovo governo di Giorgia Meloni, prima donna premier italiana, essere gay, anzi, appartenere alla comunità LGBTQ+, potrebbe essere difficile. Molto difficile.
Cominciamo da quanto detto da Giorgia Meloni il 12 giugno 2022, mentre si trovava a Marbella per sostenere un partito di estrema destra, xenobofo e omofobo come Vox: Si alla famiglia naturale, no alle lobby Lgbtq+. Si all’identità sessuale, no all’ideologia di genere”.(https://tg24.sky.it/politica/2022/06/14/discorso-meloni-spagna)

Passiamo a Lorenzo Fontana, presidente della Camera e, sembra, tifoso di Putin; amico per sua stessa ammissione di Alba Dorata, partito criminale greco di estrema destra i cui vertici sono stati arrestati e condannati dopo l’omicidio del rapper antifascista Pavlos Fyssas, avvenuto il 18 settembre 2013 a Keratsini. Il nuovo Presidente della Camera, terza carica dello Stato, definì nel 2018 ad un comizio le coppie omosessuali “schifezze“. (https://www.repubblica.it/politica/2022/10/17/news/camera_lorenzo_fontana_lgbt_intergruppo-370333062/)
Schifezze?
No, non sono schifezze ma esseri umani che amano come tutti gli altri esseri umani.
Non è colpa di omosessuali, lesbiche, trans se si coltivano pregiudizi.
Pregiudizi che generano odio, e odio che si trasforma in violenza.
Non esistono al mondo oggi persone più perseguitate di loro.

E arriviamo all’ultimo campione di questo triste podio, Roberto Calderoli, leghista.
Ecco come definiva i gay nel 2006: “La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni. Qua rischiamo di diventare un popolo di ricchioni”.(https://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/01_Gennaio/15/calderoli.html).
Come si fa quindi a restare in Italia, con queste persone che ricoprono le più alte cariche dello Stato, appunto per un gay?
Fuggire, forse è una delle soluzioni.

Di Saverio Giangregorio per #Voci.

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O SULDAT ‘NNAMMURAT. LA DICHIARAZIONE D’AMORE DI KAINERUGABA A MELONI

ASCOLTA DALLA VOCE DI MAVA FANKU’

Avere un corteggiatore fa sempre piacere, salvo gli stalker ovviamente; e ricevere attenzioni da uno spasimante poi…quale donna non sarebbe contenta di ricevere un regalo, che so, un bel mazzo di rose rosse? Ma addirittura offrire cento mucche Nkore, come ha fatto il generale ugandese Muhoozi Kainerugaba ammaliato da Giorgia Meloni, fa sbarrare gli occhi per lo stupore. Cento mucche?! Si, cari lettori, avete letto bene. Bovini della miglior razza africana, mica roba di seconda scelta.

Che poi, per colpire la leader di FdI, il generale (che detto tra di noi, non è per niente male), aveva in mente di far sfilare la mandria lungo via del Corso. Così, tra il traffico già congestionato, dove il “cornuto!” è un epiteto gentilmente offerto agli automobilisti troppo lenti o ignoranti del codice della strada, sarebbe stato difficile distinguere tra il bovino africano e l’indisciplinato portatore di corna umano. E poi, diciamocelo: le sfilate a Roma o si fanno a piazza di Spagna, o niente. Quindi, bisognerebbe avvisare Kainerugaba e dirgli di cambiare location.

La risposta di Meloni è stata tombale: “Lo trovo fuori luogo. Fatemi lavorare”, che immagino sarà stata accompagnata da una delle sue occhiatacce migliori.

Sono certa che il generale, se davvero innamorato della Giorgia nazionale, non demorderà. Magari cambierà tattica e omaggio. L’Uganda è rinomata per i gorilla di montagna, che potrebbero essere dei validi alleati in Parlamento, dove spesso si fa a gara a chi strilla di più.

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  • Registrazione Tribunale di Roma n.133/22 del 8/11/22

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