PEPPA PIG UNA DI NOI – RAFFAELLA CARRA’ DOCET
Raffaella Carrà, in una famosa intervista, rivelò di essere cresciuta in una famiglia di donne, madre e nonna, dopo che il padre l’aveva quasi abbandonata. Tuttavia, il genitore assente e inaffidabile, ogni tanto si faceva vivo telefonicamente per sincerarsi che fosse ancora vergine: in caso contrario, l’avrebbe tolta dal centro sperimentale nel quale studiava, e dalla madre.
Un padre modello, insomma.
La compianta showgirl non sembra però che fosse cresciuta male. Così come non sono cresciute affatto male le migliaia di donne allevate in famiglie monogenitoriali o di sole donne: da madri abbandonate, oppure vedove o separate o ragazze madri .
Le donne sanno da sempre come allevare da sole i propri figli. Magari fanno degli sbagli ma chi è senza peccato, scagli la prima pietra.
Vista dall’estero, l’Italia non ci fa una bella figura, con la storia della puntata di Peppa Pig che si vuole censurare. In realtà, non ci fa una bella figura neanche coi suoi cittadini, se è per questo.
Il censore è Federico Mollicone, deputato FdI e commissario della vigilanza Rai, che già nel 2019 aveva criticato l’abbigliamento delle colleghe deputate, a suo dire, troppo scollate.
Forse, girano per Montecitorio e per la RAI squadre di controllori che, col metro in mano, si mettono a misurare orli e lunghezze delle femminili vesti. Oppure, ce ne potrebbero essere altri, incaricati di guardare i cartoni di Peppa Pig, coprendosi gli occhi con le mani, quasi come se fosse un film horror.
“Come ha dimostrato recentemente Meloni, siamo e saremo sempre in prima linea contro le discriminazioni, ma non possiamo accettare l’indottrinamento gender”, ha dichiarato Mollicone per motivare la richiesta inoltrata alla RAI di non trasmettere la puntata del cartone nel quale Peppa Pig ha due mamme.
Indottrinamento. Dove ho già sentito questa parola?
Stefania Catallo
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