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PAROLE, FATTI E MISFATTI SULL’ANTIFASCISMO DEL POST 25 APRILE @ I PENSIERINI POLITICI DI MAVA FANKÙ

Ascolta il podcast dell’articolo dalla voce di Mava Fankù

E così anche questo 25 Aprile – che pare una tortura per taluni – è passato! Ma a differenza di tutte le altre volte, non è stata solo una formale celebrazione in cui, dalla più alta carica dello stato in giù, si onora la memoria della Resistenza al Nazifascismo e la sua sconfitta, acclamando la vittoria della Democrazia su un regime dittatoriale. Almeno questo dovrebbe essere il senso.

Ma mentre le altre volte c’era un fuggi fuggi generale delle destre, con sbrigative dichiarazioni del genere ”non abbiamo nulla da festeggiare”, questa volta, essendo il governo composto dalle destre, in bella mostra come belle statuine dietro il Presidente Mattarella sulla scalinata del Vittoriano, sono stati tutti costretti, non solo a presenziare, ma a rilasciare dichiarazioni più o meno diplomatiche sul senso di questa fondamentale giornata della Storia d’Italia.

Facile dire che in tutto questo ritrarsi e moderarsi (per non dire camuffarsi) per la propria carica istituzionale, l’unico rappresentante dello Stato che ha conclamato il suo antifascismo è stato il nostro Presidente Sergio Mattarella, recandosi in quel di Cuneo (medaglia d’oro per la Resistenza) per onorare le tante vittime del nazi-fascismo.

Il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni ha scritto una lettera aperta al Corriere della Sera in cui si dissocia da quel che è stato il Fascismo storico, ma come al solito non cita mai una parola che sembra non faccia parte del suo vocabolario: antifascismo.

E su questo la neo-segretaria del Partito Democratico d’opposizione Elly Schlein, la sta riprendendo, confermandosi una scelta felice, non facendogliene passare una inosservata.

Segue La Russa che questa volta non si è potuto esimere dal presenziare, per obblighi istituzionali, ma con un gioco di parole illusionistiche, alla provocatoria domanda di un giornalista su cosa rappresenti per lui il 25 Aprile, risponde che è il giorno in cui è stato sconfitto il fascismo.

Che detto così porrebbe essere interpretato “anche” come un suo cruccio per una sconfitta politica. Quindi pure stavolta se l’è cavata sgattaiolando sornionamente.

Mentre il presidente della Camera Fontana, ha preso la palla al balzo attaccando duramente un episodio accaduto a Napoli: nei luoghi simbolo della Resistenza sono stati affissi dei manifesti elettorali capovolti a testa in giù di Meloni, La Russa, dei ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Altro furbesco escamotage per eludere la domanda di rito.

Ma questo continuare a ripetere ossessivamente la stessa retorica domanda “lei è antifascista?” a chi ovviamente antifascista non può essere, consentendo “loro” di continuare il gioco del nascondino, a cosa può servire se non a distrarre l’attenzione dalla vera questione?

La vera questione, secondo la mia elementare opinione, è che bisognerebbe smetterla di offrire dei facili alibi vittimistici, usando ancora termini obsoleti come “fascismo” e “antifascismo”; mentre si troverebbe un riscontro più concreto adoperando un altro termine più attuale: “anti-democratico”.

E alla domanda “lei è anti-democratico?” non ci si potrebbe proprio sottrarre.

Ed è con questo termine che la nostra casta di governanti dovrebbe sempre confrontarsi come cartina al tornasole ad ogni nuova azione, che sia una legge, piuttosto che una vicinanza politica con un altro capo di Stato.

E se una legge non soddisfa i requisiti richiesti dalla nostra DEMOCRAZIA, non dovrebbe proprio passare automaticamente. Così come non ci si dovrebbe avvicinare politicamente ad un altro Stato che DEMOCRATICO non è.

E dopo una sola azione anti-democratica si dovrebbe essere espulsi dal Governo di uno Stato la cui Costituzione è un inno alla DEMOCRAZIA.

Ogni riferimento a fatti e persone NON è puramente casuale.

Questo ci terrebbe al sicuro più di un commemorativo 25 Aprile (formalmente e nemmeno tanto) antifascista.

Elementare Mava Fankù

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