Basilica di San Clemente

ROMA ESOTERICA: SAN CLEMENTE, PALAZZO VENEZIA, CASTEL SANT’ANGELO E LA FORZA DEI TAROCCHI

In copertina: photo @Giovanni Rinaldi

Nella basilica inferiore di San Clemente a Roma, a pochi passi dal Vicus Papisse, di cui abbiamo parlato qualche settimana fa, è conservato un altare dedicato al dio Mitra. Il culto di questa divinità di origine iranica, legata al sole, aveva il suo fulcro centrale a Roma, dove si trovava anche un secondo santuario, eretto nei pressi delle Terme di Caracalla. Osservando l’altare, si può vedere che su uno dei lati è scolpito il dio che tiene fermo un toro, col muso aperto come per mordere, mentre il coltello rituale lo colpisce al collo, uccidendolo. Il dio Mitra volge la testa indietro, noncurante della bestia che si dibatte agonizzante sotto il suo pugnale. Sembra indifferente, distratto, tanto si sente sicuro di sé. La basilica di San Clemente venne eretta quindi su un tempio pagano, dedicato al culto mitralico: il sangue dei tori sacrificati durante i riti serviva a ricoprire il corpo degli iniziati, e quando il cristianesimo divenne la religione ufficiale, anche qui venne operata la stratificazione sui culti e sui luoghi pagani. Questa scena di sacrificio si ritroverà raffigurata, a distanza di secoli e seppur con alcune modifiche, nell’Arcano XI dei Tarocchi, La Forza.

Basilica inferiore di San Clemente a Roma: l’altare del dio Mitra

Analogamente, a Palazzo Venezia è conservato un affresco di epoca quattrocentesca, che raffigura un uomo che afferra e tenta di aprire la bocca di una belva. Anche qui il riferimento con la Carta è molto forte. Nonostante la fiera abbia artigliato l’uomo, non scorre sangue e la figura umana appare calma e imperturbabile.

Palazzo Venezia photo @Daniele D’Ilario

Roma è stata e continua a essere una città fortemente legata all’esoterismo e ai Tarocchi, i cui riferimenti, come già abbiamo visto per la Papessa o la Morte, sono abilmente celati nel nascondiglio più sicuro al mondo, ossia sotto gli occhi di tutti.

Nella stratificazione operata dalla Chiesa nei riguardi delle divinità pagane o degli elementi magici, anche l’arcangelo Michele, la cui statua svetta sulla sommità di Castel Sant’Angelo, può essere considerata una variazione all’immagine classica de La Forza. Qui, l’arcangelo è scolpito nell’atto di rinfoderare la spada dopo aver sottomesso il diavolo, in una dimostrazione di sicurezza di sé e delle proprie capacità, ma anche come trionfo della cristianità su quello che non lo è.

Photo @Peter Anton van Verschaffelt, Arcangelo Michele

La Forza è raffigurata nella maggior parte dei mazzi di Tarocchi come una donna che, senza nessuno sforzo apparente, tiene aperte le fauci di un leone, mostrando così un coraggio eccezionale. Sul capo tiene un cappello a forma di infinito, che ricorda quello dell’Arcano I, Il Mago, a confermare la continuità e il ricorso di alcuni elementi nelle Carte. La Forza rappresenta un’altra delle situazioni sceneggiate dai Tarocchi, quella dove bisogna trovare il coraggio di affrontare una situazione o i nostri demoni, e ci sarà vittoria solo se assieme ad essa, ci saranno calma e pianificazione. La Carta infatti non raffigura tensione né sangue, ma anzi trasmette serenità. La figura è elegante e composta; il suo viso non esprime odio o nessun altro sentimento negativo, ma solo tranquillità: un atteggiamento certo non usuale nel contatto fisico con una fiera, il cui apparire invece provoca terrore e fuga. Ricordiamo anche che l’Arcano XI è la somma del X (La Ruota della Fortuna) con I (Il Mago), come a significare che ognuno è artefice del proprio destino: faber est suae quisque fortunae.

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