ELEZIONI POLITICHE 2022: E I DISABILI? INCONTRO CON LAURA COCCIA (PD)

Essere disabile comporta una serie di grandi difficoltà che non riguardano solo la sfera lavorativa, ma anche la famiglia, la genitorialità, la mobilità. A sei settimane dalle elezioni quali sono le proposte sul tavolo degli elettori?Nell’incessante susseguirsi di dichiarazioni e proposte da parte dei vari partiti – non dimentichiamoci che le elezioni del nuovo governo ci saranno il 25 settembre, cioè tra poche settimane –, non sembra esserci ancora nulla di rilevante riguardo alle politiche sulla disabilità.La coalizione di centrodestra, ha elaborato un solo punto programmatico, inserendolo nell’ambito delle politiche del lavoro, che recita così: “Controllo sull’effettiva applicazione degli incentivi all’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro” (https://www.money.it/programma-elettorale-centrodestra-elezioni-politiche-2022).

Il PD, nella sezione di programma chiamata “Avanti sui diritti civili”, dichiara genericamente di volersi impegnare a contrastare le disuguaglianze, facendo riferimento alle politiche di genere e al DDL Zan, ma senza particolari riferimenti alle disabilità (https://www.partitodemocratico.it/partito/vincono-le-idee/).Il Movimento 5 Stelle invece, pare essere più preciso e orientato all’inclusione sociale dei diversamente abili; resta da vedere però se la creazione del Terzo Polo vedrà tutte le parti d’accordo su questo punto.Tuttavia rimane però basilare comprendere come vive una persona con disabilità, e quali e quante difficoltà comporti esserlo.Difficoltà che non riguardano solo la vita del singolo individuo, ma anche quella del suo nucleo familiare e della comunità, con ripercussioni anche gravi. Basta pensare a cosa significa per un disabile non poter usufruire dell’ascensore e quindi dover essere costretto in casa: guasto che accade spessissimo negli immobili di edilizia popolare. Oppure, dover affrontare il percorso a ostacoli delle strade, dei luoghi pubblici o delle stazioni della metropolitana dove i saliscendi per le carrozzine raramente sono funzionanti. Le disabilità psichiche poi, necessitano di fondi e programmi precisi e specifici, spesso insufficienti, per non gravarne il peso sulla famiglia.Pensiamo poi al “dopo di noi”, ossia alla preoccupazione dei familiari più stretti della persona disabile, che devono organizzarsi per tempo affinché il loro caro possa godere delle cure necessarie quando loro non saranno più in vita. O al sacrificio richiesto quando la cura del disabile è a carico di un familiare, che se ne deve occupare 24 ore al giorno.E di tutto questo pare non ci sia traccia nei programmi elettorali 2022.

LAURA COCCIA – DEPUTATO

Laura Coccia, ex deputata PD nella scorsa legislatura, ha le idee molto chiare in proposito. Già atleta paralimpica, storica e attivista per le disabilità e le donne, è mamma di un vivace maschietto di tre anni. La sua maternità è stata un percorso a ostacoli, sia per le patologie pregresse sia per le difficoltà oggettive che ha incontrato come portatrice di handicap. L’abbiamo incontrata per avere la sua opinione sui programmi elettorali che riguardano le disabilità, e sull’effettiva possibilità che poi essi diventino realtà. Con la sua consueta concretezza, ha tracciato un quadro molto preciso di quella che è la situazione effettiva in Italia.

Laura Coccia, il 25 settembre ci saranno le elezioni politiche. Qual è il suo punto di vista sul panorama attuale, con riferimento ai vari programmi elettorali?

“Il momento politico mi preoccupa molto, sia dal punto di vista nazionale che internazionale, e riferendomi al secondo, le ultime dichiarazioni filo ucraine e la moderazione di Meloni non mi convincono. Contano le azioni e gli atti degli ultimi anni; i legami con le posizioni estremiste di Orban in Ungheria e di Vox in Spagna valgono più delle dichiarazioni di intenti. Il centrosinistra sta tentando di unirsi il più possibile per offrire un’alternativa forte e credibile. Alla fine decideranno gli italiani; dal canto mio, sto con i progressisti e per quanto possibile sono disponibile a dare una mano”.

Secondo lei cosa andrebbe integrato in questi programmi?

I programmi sono un riassunto di progetti e idee, poi bisogna trovare soldi e volontà di trasformarli in realtà. Mi piacerebbe un fondo nazionale strutturale per l’abbattimento delle barriere architettoniche, con sussidi anche per le strutture ancora esenti e un’attenzione ai luoghi di socialità, oltre ad un aiuto nazionale per il rafforzamento dei consultori familiari e delle reti territoriali”.

Parliamo di disabilità. Come cittadina, quali richieste vorrebbe fare alla politica?

“Oltre al piano di cui parlavo prima ,vorrei un’attenzione ai giovani e alle donne con disabilità, attraverso programmi specifici di accompagnamento e inserimento lavorativo, e progetti che aiutino le famiglie nel “durante noi”, oltre ovviamente alla tutela piena dei caregiver familiari”.

Quali sono le difficoltà maggiori che ha incontrato in Italia, dal suo punto di vista?

“Scardinare i doppi pregiudizi che circondano le donne con disabilità, che se poi diventano madri, diventano tripli”.

Prevede un suo ritorno in politica?

“Se posso dare una mano, non mi tiro indietro”.

Speriamo quindi di veder mettere nero su bianco proposte concrete, fattibili e progettuali da parte dei vari schieramenti, altrimenti si tratterebbe di una gravissima, e forse cronica, mancanza di attenzione ai temi sociali più sensibili.

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