10 Dicembre 2023

ARTICOLI

#25 NOVEMBRE. DIMENSIONE DONNA E CONSULTA DELLE DONNE: EDUCARE AL RISPETTO E ALLE DIFFERENZE

Aspettando il 25 novembre abbiamo chiesto a Patrizia Sacchi, presidente di Dimensione Donna, e ad Amelia Ciampa, al vertice della Consulta delle Donne di Civitavecchia, quali sono secondo loro gli interventi necessari e improrogabili da attuare per fermare i femminicidi che, fino a questo momento, sono stati 106. Una linea di sangue che ha attraversato e purtroppo continuerà ad attraversare l’Italia e che, si spera, possa interrompersi definitivamente. Ecco le loro risposte.

In foto: da sinistra Amelia Ciampa e le attiviste della Consulta delle Donne

Amelia Ciampa: “Non credo sia efficace istituire una materia scolastica che riguardi la violenza di genere, quanto invece preparare i docenti a parlare di educazione emotiva ai propri allievi. Che la scuola non sia solo veicolo di istruzione, ma che i docenti abbiano ben presente il fatto che i loro allievi hanno un mondo interiore fatto di emozioni, e che puntino quindi a farle sviluppare in maniera sana. E’ poi evidente la necessità di finanziare le associazioni che si occupano di donne e di violenza di genere, perché i fondi sono pochi e insufficienti. Per quanto riguarda la Consulta delle Donne, i colloqui individuali attraverso i quali la donna prende consapevolezza della relazione che sta vivendo e di quali siano le dinamiche interiori che possono spingerla verso la dipendenza affettiva, ci hanno sempre dato dei risultati molto positivi. Anche il sostegno che forniamo ormai da trent’anni attraverso i gruppi AMA, danno alla donna anzitutto la sensazione di non essere da sola e creano una rete di sostegno attraverso la competenza e l’esperienza di donne che hanno vissuto cose simili. Sarebbe inoltre opportuno che lo Stato, attraverso i suoi organi anche locali, si occupasse per lo meno di fornire un servizio utile alla diffusione della cultura della parità di genere, stringendo rapporti costanti con le associazioni che si occupano del fenomeno. Non basta delegare tutto al solo intervento del servizio sociale, che spesso viene percepito come giudicante specialmente nell’ambito delle separazioni conflittuali”.

In foto: a destra Patrizia Sacchi presidente di Dimensione Donna durante un evento

Patrizia Sacchi: “Per il contrasto alla violenza di genere, l’inasprimento delle pene è sicuramente auspicabile, così come l’uso del braccialetto elettronico o di altri strumenti di dissuasione; quello che però andrebbe fatto con urgenza è accelerare i tempi dei processi. Con l’applicazione del Codice Rosso si è ottenuta sicuramente una maggiore velocità nell’ascolto sia della donna che dell’abusante; tuttavia, per arrivare alla prima udienza passa ancora molto tempo e quindi arrivare alla fine dei processi comporta tempi molto dilatati. Dopo la denuncia le donne sono spesso lasciate sole, con l’unico sostegno dei centri antiviolenza, quindi è assolutamente necessario pensare alla creazione di progetti di sostegno emotivo dedicati a loro. Parliamo comunque però di provvedimenti che vanno a curare il sintomo e non la malattia, nel senso che si va a punire il colpevole ma non si fa prevenzione. La violenza contro le donne è un problema culturale, lo abbiamo sempre detto e lo ripetiamo ancora, quindi gli investimenti andrebbero fatti a supporto della famiglia, nella scuola, con la creazione di percorsi all’educazione sentimentale come materia di studio. Secondo me questo è l’unico modo concreto e reale per il contrasto alla violenza. Investire sull’educazione, sull’istruzione, rieducare all’espressione dei sentimenti, all’ascolto dell’altro, al rispetto, a sviluppare l’empatia potenziando i servizi anche nelle scuole e sostenendo le famiglie attraverso i corsi alla generosità: queste sono le chiavi giuste, secondo me”.

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#TDoR 2023, MASSIMO D’AQUINO: COMBATTERE IL PREGIUDIZIO SI PUO’ E SI DEVE FARE

Il 20 novembre in tutto il mondo si celebra il TDoR, ossia la giornata del ricordo delle vittime di omotransfobia. Il nostro magazine ha intervistato lo scrittore e poeta Massimo D’Aquino, per parlare dell’importanza di questa data e di quanto ancora c’è da fare per fermare un massacro contro vittime innocenti perpetrato da chi vede in loro un pericolo e, spesso, una vergogna da cancellare col sangue.

“Ho acceso una candela bianca, perché non so più che fare per alleviare il dolore per la morte di tutte queste persone. Dicono circa 400, ma se questi sono i dati ufficiali, quelli che mi danno più da pensare sono le morti non denunciate, i casi che non hanno fatto clamore; purtroppo non si tratta di un traguardo da raggiungere: la corsa all’odio non la vogliamo percorrere. Ognuno di loro ha una storia, una vita vissuta, persone che le hanno amate e che ora si disperano ancora incredule per la fine che hanno fatto. E se fossi nato in un altro posto? Avrei subito la stessa fine. Qualcuno avrebbe potuto uccidermi perché trans e attivista e chi mi ama mi starebbe piangendo. Chiunque lotti per i diritti delle persone trans* ed è contrario ad ogni forma di discriminazione, in un posto diverso da qui, in Italia, potrebbe essere già morto ammazzato. Ciò di cui dobbiamo essere pienamente consapevoli è che non è soltanto l’essere trans che ci porta ad essere potenziali vittime tutt*, bensì l’indotto sociale che non ci dà l’opportunità per vivere una vita dignitosa. Ogni notizia, ci fa entrare nelle loro vite, nelle loro passioni. Stiamo facendo rivivere l’anima di queste persone attraverso la nostra di anima e non proviamo nessun timore; vorremmo consolarle, dare loro l’affetto e il sostegno mancato. Inseguite, spaventate, incredule dinnanzi a tanta crudeltà e violenza, si saranno rese conto che stavano per essere assassinate? Vi ricordate di Cloè, l’insegnante trans che dapprima era stata licenziata perché trans, poi riammessa e che infine si è data fuoco nel camper dove viveva? Così come Chiara, una ragazza trans di diciannove anni suicida come un’altra donna trans di ventisette anni, morta suicida, dopo essere stata violentata. Non solo è importante ricordare ogni anno questa ricorrenza per le persone appartenenti alla comunità t, ma ciò che più conta, a mio avviso, è renderne partecipi quante più persone al di fuori del nostro ambito affinché ci si renda conto di dove può portare l’odio gratuito verso persone che chiedono solo di poter essere se stesse senza nulla togliere a nessuno. E’ importante non dimenticare questo eccidio spesso silenzioso che anno dopo anno miete vittime innocenti”.

Secondo lei se ne parla abbastanza?

“Mi chiede se se ne parla abbastanza, le dico che basta fare un semplice esperimento e, parlando con qualcuno, uscirsene col dire: “domenica sera vado al TDOR” , la risposta dell’ottanta per cento delle persone non appartenenti alla comunità (e non solo) è : “al T che???”. Non se ne parla abbastanza e non bisognerebbe ridursi a parlarne solo durante il mese di novembre, la battaglia per queste vittime, ripeto, INNOCENTI, dovrebbe essere quotidiana”.

“E’ vero, da qualche tempo, mi sto dedicando anche alla poesia e la prima che scrissi parecchio tempo fa era proprio dedicata al suicidio di un ragazzo trans di vent’anni, Lukas. Finora ne ho raccolte una trentina e perché no potrei anche pensare ad una raccolta da pubblicare; l’ispirazione arriva quando meno te l’aspetti, spesso basta una parola, una notizia ascoltata di corsa, un avvenimento che mi colpisce particolarmente e poi l’Amore”.

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#TdOR 2023: “PAMELA” LA STORIA DI UNA TRANS INTERPRETATA DA EMYLIU’ SPATARO

In copertina: Emyliù Spataro ritratto da @Beatrice Canino

Tratto da una storia vera, “Pamela” è la storia di una trans, che proponiamo ai nostri lettori in occasione del TDoR. Scritta da Stefania Catallo e interpretata da Emyliù Spataro, racconta la vita, le speranze e le fragilità di una creatura a volte aliena al mondo.

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#TDOR 2023. LA VIDEOPOESIA “PERCHÉ TU” DI MASSIMO D’AQUINO

In occasione del TDoR, l’attore teatrale Alessio Papalini interpreta una toccante poesia inedita di Massimo D’Aquino, scrittore e poeta transessuale, intitolata “Perché tu“.

Perché Tu (?)

Ho trapiantato nel mio Corpo le ferite della mia Anima per lenirle
ma non è mai bastato
Allora ho steso teli bianchi, puri e freschi
Li ho legati a pali di solido legno
profondi nella sabbia
e li ho fatti agitare dal vento
sul mare
E ho aspettato che arrivassero fino a te
le tracce di me

Ecco perché sei qui

Massimo D’Aquino

Musica:
Title:
That Kid in Fourth Grade Who Really Liked the Denver Broncos
Author:
Chris Zabriskie
Source:
https://freemusicarchive.org/music/chris-zabriskie/undercover-vampire-policeman/that-kid-in-fourth-grade-who-really-liked-the-denver-broncos/
License:
CC BY 4.0 international
Music edit

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ARTEMISIA GENTILESCHI CORAGGIO E PASSIONE. LA MOSTRA A GENOVA DAL 16 NOVEMBRE AL 1 APRILE 2024

Dal 16 novembre 2023 al 1° aprile 2024, a Palazzo Ducale di Genova saranno esposti i capolavori di una delle artiste più amate di sempre, dalla vita appassionante, tragica, ricca di colpi di scena e successi straordinari.

È Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 – Napoli 1653), importante esempio di tenacia e genialità, donna dalla vita tutt’altro che facile, segnata dalla prematura scomparsa della madre, dal contesto sociale che non le permette di affermarsi come pittrice, fino al traumatico stupro.

Una donna che, con la maestria del suo pennello, è riuscita a rappresentare il suo controverso rapporto con gli uomini a partire da quello intenso e travagliato con il padre Orazio Gentileschi – suo maestro, grande pittore dell’epoca e amico di Caravaggio – trasformatosi poi in rivalità fino alla riconciliazione negli ultimi anni. Orazio e Artemisia sono raccontati attraverso confronti serrati tra tele con lo stesso soggetto, per comprendere come la ragazza abbia potuto superare il linguaggio del padre. I due artisti sono anche messi in dialogo con lo stile del Caravaggio.

Tra vicende familiari appassionanti, soluzioni artistiche rivoluzionarie, immagini drammatiche e trionfi femminili, la mostra – a cura di Costantino D’Orazio con la collaborazione di Anna Orlando – offre l’opportunità di vedere raccolti oltre 50 capolavori sparsi in tutta Europa, opere che permettono di delineare un ritratto preciso della personalità complessa di una delle artiste più celebri al mondo.

La mostra è promossa e organizzata da Arthemisia con Palazzo Ducale Fondazione per la CulturaComune di Genova e Regione Liguria.
La mostra vede come sponsor Generali Valore Culturaspecial partner Ricolamedia partner Il Secolo XIX e mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale.

La mostra rientra nel progetto “L’Arte della solidarietà” realizzato da Arthemisia con Komen Italiacharity partner della mostra.
Unire l’arte con la salute, la bellezza con la prevenzione: è questa l’essenza di un progetto che vede il colore rosa della Komen Italia fondersi con i capolavori esposti nelle mostre.
Nel concreto, una parte degli incassi provenienti dalla vendita dei biglietti di ingresso della mostra verrà devoluta da Arthemisia per la realizzazione di specifici progetti di tutela della salute delle donne.
Con questa partnership Komen Italia si prepara al grande evento nazionale per festeggiare il suo 25esimo anno della “Race for the cure” il prossimo maggio 2024.

Il catalogo, edito da Skira e a cura di Costantino D’Orazio, presenta i testi di Pietrangelo Buttafuoco, Riccardo Lattuada, Anna Orlando, Yuri Primarosa e Claudio Strinati

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CERNIERA: LA STORIA DEL DESIDERIO SECONDO SEGRE&CAMBIERI, IL 14 E 15 NOVEMBRE AL TEATRO PORTA PORTESE DI ROMA

Dal felice sodalizio umano e artistico tra Anna Segre, poeta e psicoterapeuta romana, e Giuditta Cambieri, autrice, attrice e docente di Teatro, è nato “Cerniera” uno spettacolo dedicato alla Storia del Desiderio che promette di divertire e commuovere gli spettatori. L’evento si terrà dal 14 al 15 novembre presso il Teatro Porta Portese di Roma; noi per l’occasione abbiamo incontrato le creatrici e ideatrici per farci dire qualcosa di più.

“Nasce dall’idea di dare corpo alle parole del libro A corpo vivo, di dare rappresentazione alle metafore, ai non detti, all’ironia che, malgrado il lato tragico e fomentato, vive nelle maglie del testo. C’è un clown che inciampa nella Cyrana che canta cercando di raggiungere l’amata. E da qui lo spettacolo dell’attrice, performer Giuditta Cambieri”.

In foto: da sinistra Anna Segre e Giuditta Cambieri

Cambieri: “Mi son fatta guidare dal piacere di dare corpo e tridimensionalità alle parole di Anna. La sua poesia è carica di immagini che smuovono emozioni, ho seguito questa sua partitura emozionale per scrivere una mia personale  partitura scenica dove il corpo diventa parola e viceversa. Come in un circo illusionistico le metafore si concretizzano in oggetti e azioni e  il gioco diventa quello di svelare e rivelare verità. Fondamentale è stato l’ apporto registico di Christian Angeli che ha compreso profondamente ciò che desideravo portare in scena e mi ha guidata con maestria”.

Segre: ” l’acquisizione della terza dimensione, quella del gesto nello spazio, per me che ho sostituito la grazia e la fluidità dei movimenti con la pertinenza e il suono della parola, è molto impressionante. A volte Giuditta Cambieri traduce in modo così preciso le mie parole in gesti, da farmi pensare questo sulla comunicazione: ciò che vogliamo dire cerca strade per uscire e l’arte funge da tramite. La poesia o la danza o la musica, possono dire quella cosa ognuna nel suo modo e ognuna fedelmente. Cioè: un gesto può contenere un verso, esprimerlo perfettamente”. 

Segre: “Cerniera era l’altro titolo di A corpo vivo. La perfetta corrispondenza delle due parti necessaria alla funzionalità della cerniera metaforizzava molto bene il trovarsi tra le due anime”. 

Segre&Cambieri: “La locandina viene fuori dall’arte di Riccardo Fortuna e si propone di rappresentare la protagonista (beh, in effetti somiglia molto a Giuditta Cambieri…) che, armata di penna, va all’arrembaggio di nemmeno lei sa cosa, la verità? L’altra? La mosca con gli occhiali è Anna che prova a ronzare attorno senza molestare, ma è anche l’amore che invece turba e molesta, è l’animalesco desiderio imprendibile e incontenibile”. 

Segre&Cambieri: “Primo: E’ divertente.

Secondo: potresti commuoverti.

Terzo: è una formula diversa dal solito poiché c’è l’integrazione tra il testo che è solo poesia e l’azione che sublima il senso a volte rivelando ulteriori significati”.

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NUOVO OLIMPO IL FILM DI OZPETEK SU NETFLIX. CON UN’INTERVISTA A EMYLIU’ SPATARO SULLA ROMA DEGLI ANNI 70 E 80

Ferzan Ozpetek sbarca su Netflix e inanella un nuovo successo. Lo sguardo del regista si è fermato sulla Roma degli anni 70 e 80, e sull’incontro di Enea e Pietro, il primo aspirante regista e il secondo studente di medicina, che si conoscono in un cinema, il Nuovo Olimpo appunto, iniziando una storia d’amore tra le poltrone di una sala che ospita retrospettive e film d’autore, ma anche fugaci incontri clandestini. A distanza di anni e dopo la fine della relazione, entrambi adulti ma mai dimentichi dell’amore che li aveva uniti, arriverà il colpo di scena: Pietro assisterà alla proiezione di un lavoro di Enea, autobiografico sul loro amore, e nel tentativo di ritrovarlo tornerà al Nuovo Olimpo, per accorgersi che si è trasformato in una sala porno.

La Roma di quegli anni ospitava molti cinema che fungevano da luoghi di incontro per coppie clandestine, che si incontravano per la durata di un film e poi si lasciavano senza quasi sapere il nome l’uno dell’altro. Ozpetek ha voluto invece dare vita a una vicenda che prosegue nel tempo, seguendo le vite dei protagonisti fino al finale che, ovviamente, non sveleremo.

Abbiamo chiesto al nostro Emyliù Spataro di parlarci di quel periodo, quale testimone della vita artistica capitolina dell’epoca. Vi proponiamo quindi una breve intervista in cui ripercorrerà, anche con un pizzico di nostalgia, i tempi e i luoghi della Roma degli anni 70 e 80.

In foto: Emyliù Spataro negli anni ’70

Emyliù Spataro, è uscito da pochissimo “Nuovo Olimpo”, il film di Ozpetek che fa riferimento nel titolo a un cinema di Roma dove i protagonisti si incontrano per poi innamorarsi. Siamo negli anni 70/80. Che ricordi ha di quel periodo e di quelle sale?

“Il film autobiografico di Ozpetek “Nuovo Olimpo” è da poco uscito in streaming su Netflix. Il cinema al quale fa riferimento il regista  è il Nuovo Olimpia che attualmente è come allora una sala d’essai, ma oggi vi si proiettano film d’autore solo in lingua originale, e non è più un ritrovo di cuori solitari, come all’epoca.

Di quegli anni ho un ricordo struggente, perché sono gli anni della mia formazione artistica, ambientata a Roma dove ero approdato da Cirò Marina di Calabria, per realizzare il mio sogno di fare teatro, cominciando giovanissimo con un provino/spettacolo per Vittorio Gasmann al teatro Quirino gremito di pubblico, e proseguendo col frequentare varie accademie, e nel contempo lavorando per compagnie e mettendo in scena dei miei spettacoli nei teatri off della capitale.

A Piazza del Pantheon, punto di ritrovo degli artisti, conobbi Pino Pellegrino, che oggi è un affermato agente di cinema, e che ha sempre curato il casting dei film di Ozpetek; e attraverso lui partecipai ad un film importante: ”La Pelle” di Liliana Cavani, con Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale. 

Erano gli anni di piombo e quando meno te l’aspettavi scoppiava una sparatoria tra Polizia e gruppi terroristici rossi e neri. E fu proprio durante un tafferuglio nel centro storico che mi rifugiai in un cinema dove proiettavano Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni.

 E quel cinema era proprio il Nuovo Olimpia. La platea era troppo piena, così pensai di salire in galleria. Le due nicchie attraverso le quali si accedeva in sala erano intasate di persone, stranamente tutti uomini. Passai nella folla come attraverso dei rulli umani di braccia e gambe tentacolari. Ma una volta in sala ebbi la conferma dei miei sospetti: tutte le poltrone erano completamente vuote. Mi misi seduto in mezzo a vedere il film beatamente solo, ma dopo pochi minuti qualcuno si avvicinò e, chissà perchè, si mise seduto proprio accanto a me. 

Con la coda dell’occhio identificai il profilo di un ragazzo, più grande di me che avevo vent’anni. Ricorda la trama del film di Ferzan Ozpetek, ma con quel ragazzo ebbi una storia d’amore  piuttosto travagliata”.

Le sale come il Nuovo Olimpo ospitavano anche rassegne d’autore. Come pensa che sia cambiato il panorama dei cinema d’essai?

“Il Nuovo Olimpia era un cinema fantastico, perché rivestiva di arte e cultura quel che in altri posti era sordido e squallido. La ricerca di quel piacere fisico e mentale, ritenuto all’epoca ancora proibito, tra persone non conformi dello stesso sesso, trovava in quella sala magica la sua comfort zone. Ma non era l’unica sala di questo genere, dove ospitavano rassegne d’autore, ne ricordo altre come l’Augustus o il Rialto. 

Oggi il panorama delle sale d’essai e dei cinema in genere è tristemente cambiato dopo la pandemia. Qualche sala storica è stata chiusa e i cineclub trasteverini come il Film Studio sono ancora attivi, ma non li frequento più. Mi ritengo un cinefilo puro convertito mio malgrado allo streaming. Fino all’inizio del Corona Virus frequentavo assiduamente i cinema, prediligendo le sale d’essai come il Quattro Fontane o l’Eden, e i multisala del mio quartiere, come il Trianon e, finché non è stato chiuso con mio dispiacere, il glorioso Maestoso”.

Alcuni cinema capitolini erano dei veri e propri luoghi d’incontro, dove si consumavano anche amori clandestini. Come è cambiata la geografia delle relazioni durante questi anni?

“La geografia delle relazioni di qualunque genere si è internettizzata nell’ultimo ventennio. Tra siti e app di incontri reali o intrattenimento virtuale, detto sextining (scambiarsi messaggi e/o foto/video a sfondo sessuale), o più genericamente cybersex onanistico (compiere atti sessuali esibizionistici e voyeristici perlopiù attraverso videochiamate), non occorrerebbe più uscire di casa per avere relazioni. 

Aborro! – direbbe Mughini – e lo dico anch’io.

La conoscenza reale sembra in disuso, specie tra i giovani, e questo ancor prima del Covid. Pur continuando a proliferare discoteche e club privè di ogni tipologia, oltre a luoghi di incontro anche all’aperto, come un tempo Monte Caprino o Valle Giulia, pare che la paura di relazionare realmente, prevalga sull’istintualità del contatto fisico. 

Così, vuoi per timore delle malattie sessualmente trasmissibili, vuoi per la pigrizia relazionale a cui inducono le chat e i social, siamo a mio avviso in un’epoca dove impera il dio Onan.

E noi personcine agée, che in queste cose siamo all’antica, non possiamo non aver nostalgia del Nuovo Olimpio, che tanto romanticamente ci racconta il nostro Ferzan”.

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BANDA JORONA: LAMENTO PER LA MORTE DI PASOLINI, MARTEDI’ 7 NOVEMBRE A ROMA

Spettacolo concerto della BandaJorona per ricordare Pasolini con parole e musica, un grande artista scomparso nella notte tra il primo e il due novembre 1975, brutalmente assassinato all’Idroscalo di Ostia.

L’evento si terrà presso la Biblioteca Galline Bianche, Via delle Galline Bianche, 105 (Labaro – Roma).

All’interno della rassegna di eventi culturali 2023 del Municipio XV “Libertà è partecipazione”, con il patrocinio del Municipio Roma XV e la cura dell’associazione Ondamusic.it, “Lamento per la morte di Pasolini – parole e musica per un poeta”. Nel lungo percorso della BandaJorona il dialogo con le figure fondamentali della cultura italiana transitate per la Capitale è stato stretto e proficuo: tra queste figure spicca quella di Pier Paolo Pasolini, del quale presenta in questo spettacolo, nella ricorrenza del suo assassinio, una scelta dal canzoniere insieme a brani che possono richiamarsi direttamente al suo vissuto e al suo insegnamento.

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QUESTO SFRATTO NON S’HA DA FARE. BARBARA GUERRA E ALESSANDRA SORCINELLI PRESTO FUORI DALLE VILLE DI BERLUSCONI. INTANTO SPUNTA UN AUDIO

In copertina: Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli foto web

Le raccomandate sono arrivate nei giorni scorsi, ma forse loro già se le aspettavano. Il tono delle missive è simile: “La invitiamo a prendere contatto con la scrivente (una società immobiliare riconducibile alla famiglia Berlusconi, ndr) per definire le modalità di restituzione dell’immobile che dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2023“. In pratica, Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli, ex olgettine, ex frequentazioni affettive del Cavaliere, dovranno lasciare le ville brianzole di Bernareggio, due costruzioni speculari di circa 600 mq ciascuna, in quanto gli eredi Berlusconi non intendono rinnovare i contratti di comodato d’uso gratuito, decaduti con la morte di Silvio. Gli immobili hanno ciascuno un valore stimato di 850 mila euro.

Visto così non sembrerebbe affatto un caso d’interesse nazionale, ma se si inserisce la vicenda in un’ottica più ampia e relativa al costume berlusconiano di donazioni e favori a stelline, soubrettine o comunque donne di una certa, anche se discutibile, avvenenza e soprattutto di facile attaccamento – se al Cavaliere, al suo denaro o a entrambi non è dato sapere e non ci interessa – si vede quanto gli eredi si stiano impegnando a smembrare l’effimera corte paterna, a cominciare dalle epurazioni nelle televisioni di famiglia.

Si tratta di un ritorno alla professionalità e alla meritocrazia? Chissà. Nel caso della Guerra, lei dovrà rinunciare all’assegno mensile di 2.500 euro che il Cavaliere versava alle olgettine a titolo di risarcimento per i danni di immagine provocati dal caso Ruby e dallo scandalo delle cene eleganti, provvedimento che presto si estenderà a tutte.

Sorcinelli invece non riceve più l’assegno da tempo, come ha dichiarato al Corriere della Sera; invece, sta attendendo circa 3 milioni di euro che Berlusconi aveva inserito in un accordo risarcitorio, insieme al comodato d’uso della villa.

Questo sfratto non s’ha da fare

Proprio per quanto riguarda le ville, Guerra e Sorcinelli hanno deciso, insieme ai loro avvocati, per un ricorso allo sfratto, forti di un certo numero di registrazioni audio di telefonate intercorse tra loro e il defunto Berlusconi proprio in merito alla volontà di quest’ultimo di donarne una a ciascuna. Registrare le telefonate tuttavia, fa pensare a una mancanza di fiducia nella parola del Cavaliere, forse a causa di eventi precedenti; Guerra dice infatti nell’audio: “Ho paura che tu mi prenda in giro come l’altra volta” (quale altra volta? e di cosa si trattava?), mentre Sorcinelli ha dichiarato di avere registrato le chiamate: “Perché volevamo tutelarci per il futuro“. Basta la fiducia, insomma, come recitava un famoso spot televisivo di parecchi anni fa.

Forse è giunto per entrambe il momento di guardare alle offerte di lavoro? Lo sapremo a breve. Nel frattempo, vi proponiamo uno degli audio in questione, dal sito @RepubblicaTv.

Cliccando sul link si può ascoltare la telefonata tra Barbara Guerra e Silvio Berlusconi.

https://video.repubblica.it/edizione/milano/l-audio-tra-berlusconi-e-barbara-guerra-che-gli-chiede-una-villa-alla-fine-del-processo-te-la-intesto/456189/457155

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MISTER CHEF: LE RICETTE DI VENIO SCOCCINI – CALAMARI GRIGLIATI CON PATATE

Chef Venio ci propone oggi una ricetta leggera e sana: calamari con patate. Gli ingredienti non hanno grammatura così da rendere tutto semplice.

CALAMARI GRIGLIATI CON PATATE

INGREDIENTI PER 4 PERSONE


4 calamari
4 patate
Olio extravergine di oliva
Olio di semi
4 spicchi di aglio
2 limoni
Sale
Pepe
Timo
Zenzero
Semi di finocchio

PROCEDIMENTO

Tagliare le patate a rondelle abbastanza spesse e condirle con sale, pepe, due spicchi di aglio, timo e olio di semi, semi di finocchio e infornare a 200 gradi per 35 minuti circa a forno già preriscaldato.


Pulire l’interno dei calamari con le teste, senza togliere la pelle e incidere i calamari orizzontalmente, creando degli anelli uniti tra loro.
Condirli con: aglio, sale, pepe, timo e succo di limone.
Scaldare la padella sul fuoco (deve essere rovente), e mettere i calamari, cuocendoli il tempo che si colorino.
Prendere la marinatura dei calamari, aggiungere la buccia di un limone grattugiato, lo zenzero ed emulsionare.
Disporre le patate sul fondo del piatto, mettere sopra i calamari grigliati e condire con la salsa.

Buon appetito!

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  • Registrazione Tribunale di Roma n.133/22 del 8/11/22

Direttore Stefania Catallo

Stefania Catallo, romana e fondatrice del centro antiviolenza Marie Anne Erize. Si occupa di storia orale e di diritti delle donne. Giornalista e scrittrice, ha pubblicato diversi libri, l'ultimo dei quali "Evviva, Marie Anne è viva!" (2018, Universitalia), ha ricevuto il Premio Orsello nella sezione Società.

Redazione:

EMYLIU' SPATARO

Emilio Spataro, in arte Emyliù, attore, chansonnier, fotografo, grafico. Di origine calabrese cirotana, vive a Roma. Opinionista e Web Master del Magazine.

MAVA FANKU'

Opinionista disincantata, dotata di un notevole senso dell'umorismo e di una dialettica tagliente, Mava Fankù cura attualmente due rubriche, La Pillola Politica e I Pensierini di Mava, elzeviri su temi vari che ispirano la nostra signorina agèe, da poco anche in video, oltre che in podcast, oltre che in scrittura.

ALESSIO PAPALINI

Romano, educatore, formatore e appassionato di lettura e comunicazione. Attore del Teatro Studio Jankowski di Roma

PATRIZIA MIRACCO

Psicoterapeuta e giornalista. Appassionata di arte e mamma umana di Aki, una bella cagnolina a quattro zampe di 4 anni.

VENIO SCOCCINI

Diplomato all'Istituto Alberghiero Michelangelo Buonarroti di Fiuggi (FR) - Dopo una lunga esperienza in Italia, e all'estero come chef per personaggi di rilievo, sia in casa che su yacht, nel 2013 si è trasferito a Londra, dove ha appreso nozioni di cucina multietnica continuando a lavorare come chef privato.

ROSELLA MUCCI

Ho sperimentato il palco cimentandomi in progetti di Teatro Sociale tra il 2012 e il 2015 con testi sulla Shoa, sul femminicidio, sulla guerra. Il mio percorso teatrale è poi proseguito in autonomia quando ho sentito il desiderio di portare in scena testi scritti proprio da me.Tutti i miei scritti per scelta hanno

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