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UNA RICETTA PER LA FESTA DEL PAPA’: MALGA GRATINATI ALLA AMATRICIANA

Per la festa del papà, chef Venio ci propone un piatto della tradizione laziale, facile da preparare e molto buono. Siamo certi che i papà apprezzeranno.

MALGA GRATINATI ALLA AMATRICIANA

INGREDIENTI

Guanciale
Pomolo
Vino rosso
Pecorino
Alloro
Cipolla rossa di tropea
Sfoglia

PER LA AMATRICIANA

Far rosolare il guanciale tagliato a cubetti; quando sarà croccante, toglierlo dalla padella lasciando il grasso.
Far scendere di temperatura il grasso del guanciale, mettere la cipolla rossa di tropea e far appassire (non deve bruciare, fatela cuocere a fuoco dolce).
Quando la cipolla è appassita, sfumare con del vino rosso e far evaporare; una volta che l’alcool sarà scomparso, aggiungere il pomodoro e far cuocere 20 minuti circa.
Quando il sugo sarà cotto, fare a pezzi irregolari la sfoglia (potete usare anche quella secca per lasagne).
Una volta cotta la sfoglia, scolarla in padella, aggiungere il guanciale croccante e mantecare.
Attendere qualche minuto che scenda la temperatura della pasta, aggiungere il pecorino e saltare.
Mettere nei piatti, chiudere il tutto con una bella spolverata di pecorino e infornare a 180 gradi, fino a che non abbiamo ottenuto una bella crosta.
Servire con doppio piatto e …buon appetito!


Fate i buoni.

P.S. I più scupolosi possono mettere l’aglio in sostituzione della cipolla.

Chef Venio Scoccini

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AI SUOI PIEDI. I RACCONTI FETISH DI CHARMEL ROSES

In copertina “Models in the studio”, 1999 @Jack Vettriano

I Maneskin lo hanno messo in musica e nel loro look; Emanuelle Seigner lo ha portato sul grande schermo, Quentin Tarantino ne ha fatto uno dei momenti più intensi di “Dal tramonto all’alba) e Jack Vettriano lo ha dipinto, ma ancora nessuno ne parla apertamente e, soprattutto, liberamente: il feticismo è ancora un tabù. Senza entrarne nel merito dal punto di vista psicologico, è da notare comunque la sua diffusione e un, seppur blando, sdoganamento nel mondo dello spettacolo e soprattutto, la netta divisione tra feticismo e disturbo feticista.

https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-psichiatrici/disturbi-parafilici/disturbo-feticista

Per quanto riguarda la letteratura, esistono diversi autor@ che scrivono sul tema, ma purtroppo rimangono di nicchia e soprattutto, ignorati dalle grandi case editrici.

Charmel Roses è uno degli scrittori più prolifici di libri a tema fetish. Come ci ha dichiarato “nasco negli anni Settanta, quando tutto sembra ancora possibile, ma sempre un po’ meno realizzabile. Cresco e mi nutro delle suggestioni della grande letteratura e del cinema, avvicinandomi inesorabilmente alla scrittura e all’arte, perché scrivere e dipingere, per me, è prima di tutto una necessità cui non mi è possibile sottrarmi. Spaziando dalla poesia al racconto, dò vita a mondi surreali in cui emergono pulsioni primordiali, prime fra tutte la tensione erotica e la follia del desiderio”. Riservatissimo, Roses conta all’attivo diversi titoli, sia romanzi che racconti, tra l’altro molto venduti.

@Charmel Roses, Vespri mattutini

Attraverso la scrittura e i disegni, rappresenta un amore devoto e adorante che si riallaccia alla tradizione dell’Amor Cortese e dello Stil Novo, arricchendola con le prepotenti suggestioni del FemDom e della Ginarchia.

I protagonisti dei suoi romanzi sono uomini con una spiccata emotività e una natura romantica che sognano di poter amare in ginocchio e di essere liberi di esprimere la propria natura e il proprio desiderio di sottomissione. Pervasi da un sentimento carico di religiosa devozione, essi pregano di essere schiavi della Donna amata, di poter essere accolti e di appartenerle, nella reciprocità di un amore privo di pudore, andando oltre quel senso di vergogna che l’alterità dei loro desideri li induce a provare. Lo abbiamo incontrato e ne è scaturita una interessante intervista, libera, senza luoghi comuni e banalità.

Ercole e Onfale, Jules Marie Sevestre

Charmel Roses, cos’è per lei la scrittura e cosa vuole comunicare attraverso di essa?

“Nella scrittura cerco di rappresentare ed analizzare non solo i sogni, ma anche i dissidi, i tormenti e le paure di chi nutre o vive il desiderio di un amore sottomesso. Credo sia un mondo molto vasto e sfaccettato che solitamente è sempre rappresentato semplicemente come qualcosa di buffo o perverso o comunque con connotazioni negative. A me piace l’idea di poter creare l’immagine di uno slave (uomo sottomesso alla donna, n.d.r.) romantico, di restituirgli quella dignità umana di cui solitamente è privato non a causa della sua sottomissione, ma per il modo in cui viene comunemente percepito”.

Come è composto il suo pubblico di lettori?

“Per gran parte è formato da chi ha una sensibilità vicina al BDSM e in particolare al FemDom, uomini e donne che lo vivono apertamente, ma ci sono anche persone che si avvicinano perché attratte dagli aspetti romantici e sensuali delle storie che descrivo, dalla poesia amorosa che rimanda alla tradizione dell’elegia latina e dell’amor cortese”.

Perché secondo lei il feticismo è ancora in tabù?

“Probabilmente per dei retaggi culturali da cui è difficile liberarsi. Il feticismo, in particolare del piede, così come la sottomissione nel rapporto amoroso, è presente in gran parte dell’arte e della letteratura. Il piede della donna si potrebbe persino ritenere emblema della sensualità femminile e spesso, anche a livello mediatico e pubblicitario è utilizzato in questo modo. Si tratta, quindi, di qualcosa che appare praticamente naturale, ma evidentemente permane l’idea che implichi un’umiliazione che non è moralmente accettabile, né per chi la infligge e, a maggior ragione, né per chi la subisce, che in genere appare debole e ridicolo”.

Ci sono autori dai quali trae ispirazione per i suoi libri?

“Credo che le mie più grandi fonti di ispirazione, oltre alla già citata elegia latina e l’amor cortese, siano le opere di Fëdor Dostoevskij, che è uno scrittore che ho amato e letto tantissimo, soprattutto durante l’adolescenza. Nei suoi libri ho trovato spesso quella passione assoluta e adorante, quasi folle, che hanno poi caratterizzato anche i miei personaggi”.

Quali sono i suoi prossimi progetti?

“Al momento sono in fase di elaborazione. Ho in mente un romanzo epistolare in stile un po’ ottocentesco di genere più romantico e a un’altra storia un po’ più cruda e tormentata. Oltre a questo, che riguarda il mio lavoro come scrittore, sto valutando anche la possibilità di esporre alcuni dei miei disegni, sempre dedicati al FemDom”.

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FIGLI DI UN DIO ORBAN @ LA PILLOLA POLITICA DI MAVA FANKU’ (CON PODCAST)

Ascolta dalla voce di Mava

🌜Che il fascismo non esista più storicamente é acclarato, perlomeno nella nomenclatura e nei fatti storici.

🌜 Ma nel seno della democrazia, nella nostra Repubblica che ne è subentrata, ne sono sopravvissuti l’ideologia e il pensiero.

🌜E non occorre nascondersi dietro neologismi quali sovranismo o nazionalismo, per verificare che certe azioni di questo attuale governo tendono ad oscurare la democrazia dei diritti civili egalitari, specie se riguardano l’intera comunità europea di cui facciamo parte.

🌜 Come sull’attuale tema dei diritti dei bambini nati nell’interno di una coppia omogenitoriale, riconosciuti dall’Unione Europea, ma disconosciuti solo dall’Ungheria di Orban, dalla Polonia, e ora dal Governo Meloni che vuole sempre più accomunare la sua Italietta al modello oscurantista di Orban.

ANSA – FIGLI DI COPPIE OMOSESSUALI – CENTRODESTRA DICE NO AL REGOLAMENTO UE

@Foto Web

🌜E il tutto, come al solito, colpendo populisticamente la disinformazione politica della maggioparte dell’elettorato cattolico in genere, con lo spauracchio che l’equiparazione in tutti gli Stati europei dei diritti sui figli di due genitori dello stesso sesso, possa favorire la maternità surrogata, pratica proibita in Italia come in altri Stati e che resterebbe tale.

🌜Ma dopo una serie di promesse disattese con retro-march, qualcosa di destra, questo governo di destra, doveva pur fare per distrarre l’elettorato deluso, con il solito effetto speciale del moralismo distraente.

🌜E così per soli 4 (quattro) voti di differenza al Senato, 7 su 11, questa maggioranza ha messo un altro tassello nero non solo  sul puzzle arcobaleno di quelle famiglie con bambini che non vedranno riconosciuti i loro amati genitori come tali non solo se si sposteranno, che so, dalla Francia, dalla Germania o dalla Spagna in Italia, ma soprattutto per le cose di vita quotidiana:

come andare a prendere il figlioletto all’uscita di scuola (se non con una umiliante delega fatta dal genitore biologico), o come andare tristemente a trovare la propria bambina malata in ospedale; ma il tassello nero di cui sopra è stato messo pure sul puzzle di quell’Italia che ama la democrazia e che, con questo modus operandi, sembra sia sempre più in preoccupante minoranza.

🌜Anche se così non è, se uniamo all’opposizione il primo partitone degli astensionisti, che vogliamo chiamare il Partito di…

🌜Mava Fanku’

@Foto Web

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#19 MARZO: ESSERE PADRE, ESSERE FIGLIO. DI MASSIMO D’AQUINO

19 marzo, festa del papà

A Manfredi

Ascolta dalla voce di Emyliù Spataro

Ti avrei raccolto nel mio grembo, appena venuto al mondo;

ti avrei protetto da ogni bruttura; avrei osservato, notte e giorno, ogni più piccolo movimento del tuo corpicino;

ti avrei lavato, sfamato, annusato;

ti avrei fatto ridere;

sarei stato il padre che ogni creatura desidererebbe avere;

e tu, mio figlio.

Chi dei due è mancato all’appuntamento?

Tu, figlio mio?

Per secoli esser padre ha significato semplicemente “metterci il seme” e per molti , purtroppo, ancora oggi è così. Basta poco per diventare padre: un apparato genitale funzionante, una compagna accondiscendente e il resto è noto.

Per diventare padre, ma per esserlo davvero?

Io credo che per essere un buon padre sia indispensabile sentirsi un po’ anche madre. Chiaramente non parlo per esperienza diretta perché a me, in quanto persona trans, questo privilegio è stato negato, tutto ciò che posso fare è scrivere una poesia ad un figlio mai nato (A Manfredi) oppure rivivere la mia personalissima esperienza col mio di padre che non è di certo una bella storia.

Il primo ricordo che ho di mio padre risale a quando avevo otto anni e, scesi dal treno che da Napoli ci portò a Milano, mia madre me lo presentò:

“Lui è Enzo, tuo padre”

Era uno di quei padri che c’aveva messo solo il seme e poi era scappato con un’altra donna, per me un perfetto sconosciuto.

Eppure, se solo avesse voluto, in quel momento avrebbe potuto rimediare agli errori commessi. Ricominciare daccapo, cancellare il passato e fare finalmente il papà. Quello che ricordo è il mio impegno nel vederlo e considerarlo come padre, soprattutto per far contenta mia madre che voleva ritrovare la famiglia che aveva sognato da sempre. Ma lui niente! Imperterrito continuò a perseverare negli errori, inconsapevole di cosa volesse dire esser padre.

“Cosa c’è di più destabilizzante del tradimento di chi ti ha messo al mondo?”

Gli auguri per la festa del papà bisogna meritarseli e non per un solo giorno all’anno ma per tutta la vita. E bisogna meritarseli dal momento stesso in cui si decide di concepire un figlio, pienamente coscienti dell’atto che si sta compiendo: stiamo mettendo al mondo un individuo a sé stante, un essere umano che per i primi anni di vita assorbirà da me, padre, tutto ciò che sarò capace di insegnargli. Un padre è e deve essere di esempio.

Tanti auguri papà

A te che non mi consideri di tua proprietà

A te che non decidi della mia vita, imponendomi di fare ciò che tu non hai potuto fare

A te che mi fai essere ogni giorno una persona migliore

A te che m’insegni ad amarmi e ad amare

A te che mi fai sentire libero

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I RAGAZZI DI VITA DI PASOLINI. Una video lettura di Emyliù Spataro

Avvicinandoci al 19 marzo, la Festa del papà, vogliamo ricordare Pier Paolo Pasolini, uno dei padri della letteratura del Novecento, con una interpretazione di “Ragazzi di vita”, fatta dall’attore teatrale Emyliù Spataro. Pasolini è stato uno dei maggiori autori, forse il massimo del.secolo scorso al quale ha impresso un’impronta del tutto personale. Un ruolo di primo piano ha la lingua: Pasolini fa infatti uso di un gergo molto dialettale, con il quale esprime un mondo suburbano, crudo e violento, quello delle borgate romane tra gli anni ’60 e ’70.

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CLOSE. D’AMORE SI MUORE @ PENSIERINI FILMICI DI MAVA FANKU’

ASCOLTA DALLA VOCE DI MAVA

Ritorno ad amare il Cinema, dopo gli ultimi anni di separazione pandemica, attraverso lo streaming.

“CLOSE” è un film del 2022 e narra della scoperta dell’amore da parte di due pre-adolescenti tredicenni. E a quell’età si sa che i sentimenti amorosi sono puri, perché provati per la prima volta; anche se i nostri inseparabili amici per la pelle, che dormono persino insieme tanto sono uniti, affettuosi e capaci di tenerezza, saranno presto contaminati dal pregiudizio.

“Ma voi due state insieme”? – chiede una maliziosa compagna di classe ai due, imbarazzandoli davanti a tutti – “No, noi siamo molto amici, quasi fratelli” – si schermisce Leo, il più esuberante dei due, mentre Remì, più schivo e sensibile, tace.

Leo e Remi fino a quel momento erano felici e andavano, come si dice, d’amore e d’accordo. Remi suona il flauto e Leo immagina di essere suo manager per andare in giro insieme per il mondo. Ma il pre-giudizio dei coetanei pseudo evoluti intacca la loro idilliaca amicizia amorosa, consacrata fino a quel momento dalle rispettive famiglie che vedono il loro legame come qualcosa di assolutamente naturale, senza quei retropensieri malevoli che fa solo chi non ama.

Mentre i rispettivi genitori di Leo e Remi, amando i loro figli, vogliono solo la loro serenità: “Leo, vai a dormire da Remi stasera?” – Chiede ogni giorno la madre del primo, come fosse la cosa più naturale del mondo, mentre le convenzioni sociali stanno in agguato dietro l’angolo.

Non si parla di outing o coming-out in questo delicatissimo e introspettivo film, ambientato in una natura bucolica dipinta di colori, ma di identità sessuale in bozzolo, che sfocia in una inaspettata tragedia, con la quale quel primo amore appena sbocciato dovrà fare duramente i conti.

I due giovanissimi protagonisti sono sorprendenti, ci regalano la fioritura dei loro innati talenti interpretativi, reggendo anche i primissimi piani con disinvoltura e verità.

Presentato al Festival di Cannes del 2022, “CLOSE” di Lukas Dhont già regista di “Girl”, è uscito nelle sale italiane i primi di Gennaio e ora lo si può vedere in streaming su Sky e Now. Ha fatto man bassa di premi un po’ ovunque ed è candidato ai prossimi OSCAR.

E’ uno di quei film d’autore che se non lo cerchi ti cercherà lui per emozionarti, anche sul piccolo schermo, come ha fatto con me.

Parola di Mava Fankù

TRAILER UFFICIALE

I PRIMI CINQUE MINUTI DEL FILM

https://www.mymovies.it/film/2022/close/news/guarda-la-clip-del-toccante-coming-of-age-di-lukas-dhont/

deGENERE: LA 1° ITALIAN QUEER TANGO MARATHON DI ROMA

Dal 24 al 26 marzo si terrà a Roma deGENERE, la prima maratona di tango queer nei pressi della Stazione Tiburtina, organizzata da Queer Tango Roma.

Dal tango tradizionale al tango queer non è stata una strada breve. Ne sanno qualcosa Cristiano Bramani e Walter Venturini, fondatori di Tango-queer Roma: ” Proviamo a ripartire dall’idea che tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, abbiamo le stesse possibilità e le stesse libertà, anche nel tango. Se rompiamo il codice etero-normativo che blocca le persone a stare in un unico ruolo e necessariamente con persone del genere opposto, offriamo spazio alla “diversità”, stimolando al contempo una maggiore fluidità, una maggiore libertà di pensiero e una conseguente sospensione del (pre)giudizio. Con queste idee abbiamo creato LA MALQUERIDA, prima milonga queer stabile italiana, dove l’obiettivo è proprio quello di dare spazio allo (stra)ordinario e alla diversità, senza creare un “luogo protetto”, bensì un posto in cui tutte le (stra)ordinarietà possano esprimersi fluidamente, incontrarsi e interagire“.

La novità introdotta da Bramani è fondamentale: creare una scuola di tango e un luogo dove si possa ballare senza ruoli di genere prestabiliti, dove nel tango tradizionale l’uomo guida e la donna segue.

Sono da circa 20 anni nel tango “straight”. Circa 13 anni fa ho cominciato ad insegnare tango queer in una associazione romana glbt di balli di coppia“, dichiara Bramani. “Dopo 2 anni ho fatto il mio “coming-out tanghero”, ossia ho cominciato ad organizzare serate di tango queer nelle più importanti milonghe tradizionali romane, insegnando e facendo esibizioni con importanti e conosciuti tangheri straight: l’intento era quello di far emergere una realtà che non veniva nemmeno considerata, di farla conoscere, di proporre un’idea, far venire un dubbio, rivendicare un diritto, provocare, in brevis, un piccolo corto circuito. Dopo circa un anno ho pensato che dovesse esistere un luogo deputato, visibile, la bandiera di  un’idea, sempre a disposizione di chi, nel tango, vuole avere pari diritti e possibilità e dove sa di trovare un luogo dove si sospendono giudizi, cliché e stereotipi di genere. E così 6 anni fa è nata La Malquerida. L’anno successivo, l’incontro con Walter Venturini ha completato il progetto. In questi ultimi anni sono stato invitato in vari festival di tango (Roma, Berlino, Stoccolma e Buenos Aires) per insegnare e esibirmi“.

La musica verrà affidata anche a un trio: Cristiano Lui al bandoneon, Oscar Di Raimo al violino e Stefano Ciotola alla chitarra, per accompagnare le danze dal vivo.

Appuntamento quindi dal 24 al 26 marzo in via Tiburno 23 a Roma. Per tutte le info e le prenotazioni si può visitare il sito:

http://www.degenere.it/?fbclid=IwAR0RhnL3odNLMfxFJJI8-_1KatxVnphqI_-6x-rhxOvbzeOtikjc5Otrty8

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QUEL NUOVO SENSO DI LIBERTA’ @ LA PILLOLA POLITICA DI MAVA FANKU’ (CON PODCAST)

Ascolta dalla voce di Mava

A dieci giorni dalla sua elezione, possiamo dire che la ragazzona del Canton Ticino funziona.

E se ne ha la conferma sopratutto dai suoi difetti, dimostrati subito, come i suoi pregi. E questa trasparenza è vincente.

Elly è di una empatica disinvoltura persino nel suo immediato presenzialismo. Persino nelle sue pose da attivista ecologista. Persino nel suo look fintamente trasandato, ma che se lo guardi con attenzione risulta ricercato, nelle sue sofisticate giacche dal taglio sartoriale, chiccamente di mezza taglia più grandi.

Niente è lasciato al caso, anche se a primo acchito sembra una scappata di casa dopo essersi svegliata in ritardo, senza lavarsi neanche la faccia e pettinandosi i capelli con le dita in ascensore.

E’ cercatrice di alleanze fruttuose con il terzo Partito Italiano: quelle Cinque Stelline seppur cadenti, ma che farebbero la differenza, inconciliabili e riluttanti con il precedente segretario la mammo-Letta, che accetterà l’affettuoso nomignolo, a differenza del Signor Presidente Giorgia che, se ti permetti di trovarle un soprannome, manifesta subito quel coerente autoritarismo ideologico, che fa applaudire la folla che l’ha voluta al Governo.

Così come alla veemente richiesta (da parte della nostra Elly) di dimissioni di un suo ministro, per i tanto tragici quanto ambigui fatti di Crotone, “il nostro beneamato” Presidente del Consiglio (la Meloni al suo insediamento preferiva che la sua carica venisse declinata al maschile), minimizza rispondendo: “L’opposizione chiede le dimissioni ogni giorno di un ministro diverso. Non fa più notizia.”

E il chiedere le dimissioni di un ministro del Governo Meloni, subito dopo un fatto cosi’ grave, è una sincera ingenuità politica dettata dalla fresca inesperienza di Elly. Certamente, sarebbe stato preferibile, ad esempio, sollecitare il Governo ad attuare un programma efficace, per regolamentare le migrazioni planetarie da discutere al Parlamento Europeo, proponendo di aprire nell’immediato dei salvifici corridoi umanitari.

Così come è stato fatto dalla nuova opposizione. Ma senza quella rumorosa richiesta di dimissioni, magari, sarebbe stato tutto più seriamente politico, e meno effettistico. E questa mia critica costruttiva vuole essere di buon auspicio alla diversamente bella ragazzona.

E chi l’attacca dicendole che è brutta e lesbica (come delle pseudo signore sentite a Teatro fare chiacchiere da salotto comprato a un’asta fallimentare) fa cattiva pubblicità a chi vorrebbe propagandare.

Ma noi che sosteniamo Elly, stimoliamola a continuare con il suo bell’entusiasmo che fa venir voglia di una nuova Sinistra, sempre più libera e, scusate il termine banale ma necessario, sempre più democratica.

Mava Fankù

Elly Schlein

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NON UNA DI MENO #8 MARZO SCIOPERO TRANSFEMMINISTA. INFO SUL CORTEO

L’otto marzo è sciopero globale femminista e transfemminista!

COME SCIOPERARE?

La giornata è coperta dalla CONVOCAZIONE DI SCIOPERO DA PARTE DI DIVERSI SINDACATI. Dunque se lavori in aziende o nel pubblico è un tuo diritto scioperare dal tuo lavoro.

Se ancora non è stato segnalato lo sciopero dell’otto marzo sul tuo posto di lavoro oppure hai delle difficoltà a scioperare scrivici al nodo di Non Una Di Meno della tua città o alla mail NUDM nazionale, possiamo organizzarci insieme!

In moltissime città per tutta la giornata dell’8 saremo per le strade, nelle piazze, insieme, per una favolosa giornata di sciopero e lotta, guarda qui gli eventi città per città https://www.facebook.com/events/3085144974964946/

NON LAVORO, NON HO LA POSSIBILITÁ DI SCIOPERARE DAL MIO LAVORO, COME FACCIO A PARTECIPARE ALLA GIORNATA?

Ci sono molte forme di sciopero che negli anni abbiamo sperimentato. Indossa la spilletta o il panuelo, diffondi materiali informativi, lavora con lentezza. Leggi qua: https://nonunadimeno.wordpress.com/2023/03/01/come-posso-scioperare-l8-marzo/

Lo sciopero femminista e transfemminista non è solo sciopero dal lavoro produttivo. Ma anche dal lavoro di cura, dal lavoro relazionale. Sciopero dai consumi e dai generi. Ci sono tante forme di lavoro che ogni giorno vengono invisibilizzate e da cui possiamo scioperare

PERCHÉ SCIOPERARE?

Scioperare l’otto marzo significa prenderci una giornata per stare insieme, per dire insieme no a tutto ciò che non funziona nelle nostre vite e in questo mondo patriarcale e violento. Per tant sicuramente la lotta è quella di tutti i giorni, ma l’otto marzo, insieme ci prendiamo più spazio per urlarla a gran voce insieme Scioperare l’otto marzo significa fermarci insieme e far fermare tutto ciò che possiamo. Perchè se ci fermiamo noi, donne e soggettività lgbtqia+, si ferma il mondo. TUTTO SULLO SCIOPERO DELL’8M SUL NOSTRO BLOG! https://nonunadimeno.wordpress.com/tutto-sullo-sciopero-dell8-marzo-2023/

𝘾𝙊𝙍𝙏𝙀𝙊 𝟖𝙈: RIPRENDIAMOCI LE NOSTRE STRADE! PERCORSO, INFO E PRATICHE

Vorremmo che questo pezzo di strada fosse attraversabile da tutte le donne e le libere soggettività, per farlo abbiamo bisogno del contributo di tutt3! Portiamo in piazza i nostri corpi affinché definiscano la potenza di un corpo collettivo;

Siamo un soggetto fluido, non identitario. Portiamo per le strade la nostra fluidità dandole la forma della marea, per cui preghiamo tutt3 di sintonizzarsi con la piazza e dunque non esporre bandiere o simboli, ma unicamente cartelli e striscioni con contenuti transfemministi;

Porta con te un telo, un piccolo cuscino o un plaid da utilizzare durante il corteo per delle azioni performative perché in un mondo iperproduttivista e performativo anche l’ozio vuole la sua parte, fermiamoci nel corteo!

Ci saranno musica, interventi, rumori: porta con te tappi antirumore se pensi di poterne aver bisogno;

Vestiti di nero e indossa qualcosa di fucsia! Al camion di testa potrai comprare spillette, shopper e magliette per finanziare la marea transfemminista

Percorso del Corteo: ci incontriamo alle ore 17:00

Partenza: Piazzale Ostiense

Via Marmorata

Piazza dell’Emporio

Ponte Sublicio

Via di Porta Portese

Via Girolamo Induno

Viale Trastevere

Arrivo: Largo Bernardino Da Feltre

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  • Registrazione Tribunale di Roma n.133/22 del 8/11/22
  • Direttore Stefania Catallo
STEFANIA CATALLO

Stefania Catallo, romana e fondatrice del centro antiviolenza Marie Anne Erize. Si occupa di storia orale e di diritti delle donne. Giornalista e scrittrice, ha pubblicato diversi libri, l'ultimo dei quali "Evviva, Marie Anne è viva!" (2018, Universitalia), ha ricevuto il Premio Orsello nella sezione Società.

Redazione:

EMYLIU' SPATARO

Emilio Spataro, in arte Emyliù, attore, chansonnier, fotografo, grafico. Di origine calabrese cirotana, vive a Roma. Opinionista e Web Master del Magazine.

SAVERIO GIANGREGORIO

Attivista ANPI e Amnesty International, femminista, si occupa anche di Jus Soli e della causa degli italiani senza cittadinanza. Segue dal primo giorno la vicenda di Giulio Regeni, di cui riporta l'amaro conteggio ogni giorno sui suoi profili social. Attivista ANPI per il senso di profondo rispetto verso coloro che ci hanno liberato da nazisti e fascisti. "Siamo una democrazia e indietro non dobbiamo tornare".

MAVA FANKU'

Opinionista disincantata, dotata di un notevole senso dell'umorismo e di una dialettica tagliente, Mava Fankù cura attualmente due rubriche, La Pillola Politica e I Pensierini di Mava, elzeviri su temi vari che ispirano la nostra signorina agèe, da poco anche in video, oltre che in podcast, oltre che in scrittura.

LORENZO RAONEL SIMON SANCHEZ

Esperto in comunicazione, divulgatore e attivista per i diritti umani della comunità LGBTQ+

ALESSIO PAPALINI

Romano, educatore, formatore e appassionato di lettura e comunicazione. Attore del Teatro Studio Jankowski di Roma

PATRIZIA MIRACCO

Psicoterapeuta e giornalista. Appassionata di arte e mamma umana di Aki, una bella cagnolina a quattro zampe di 4 anni.

VENIO SCOCCINI

Diplomato all'Istituto Alberghiero Michelangelo Buonarroti di Fiuggi (FR) - Dopo una lunga esperienza in Italia, e all'estero come chef per personaggi di rilievo, sia in casa che su yacht, nel 2013 si è trasferito a Londra, dove ha appreso nozioni di cucina multietnica continuando a lavorare come chef privato.

ROSELLA MUCCI

Ho sperimentato il palco cimentandomi in progetti di Teatro Sociale tra il 2012 e il 2015 con testi sulla Shoa, sul femminicidio, sulla guerra. Il mio percorso teatrale è poi proseguito in autonomia quando ho sentito il desiderio di portare in scena testi scritti proprio da me.Tutti i miei scritti per scelta hanno come punto comune una ironia sana e leggera che aiuta il pubblico a riflettere sull'argomento proposto.

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