“Il popolo due sole cose ansiosamente desidera: pane e giochi circensi” (Giovenale, Satira X).
Nel mezzo dell’incendio mediorientale, con uno Zelensky sparito (apparentemente) dalla circolazione per l’attenzione dell’Europa a più vicini grattacapi; tra scioperi dei trasporti, femminicidi in crescita e centri antiviolenza condannati alla chiusura; più contorni vari di: presidenti ultra ottuagenari in volo transoceanico per la foto di rito e col cerino in mano; un Papa che non ce la fa più a dire basta, affacciato dal balcone del Palazzo Apostolico; la gente sempre più scontenta e arrabbiata: che si può fare allora per calmare gli animi? Idea! Mandare un paio di fuori onda dell’ormai ex di Meloni, il capelluto Giambruno che sembra destinato agli onori del Colosseo, da vittima ovviamente.
Donna Sophia docet. In un momento della sua meravigliosa carriera, dapprima unita a Carlo more uxorio, divenne la signora Ponti dopo il divorzio di lui, scuotendo le pie coscienze di molti. La diva ebbe però un aborto spontaneo e molto doloroso nel 1967: i giornali ne parlarono molto, e l’empatia del pubblico curò il giudizio negativo di cui sopra. E figl sò figl, e le mamme lo sanno: perciò Sophia è una di noi. Meloni può essere antipatica a molti, ma molte solidarizzeranno con lei per le uscite di Giambruno. Quando si tratta di corna, siamo tutte sorelle.
Che poi il fattaccio sia stato costruito ad arte oppure orchestrato dalla stessa Giorgia, come si vocifera (maledette malelingue!), o che si tratti di una vendetta dei Berlusconi che manco il Padrino si sarebbe sognato di fare, non ha importanza, purché se ne parli.
Perché è meglio parlare di Giambruno e Meloni che di quello che, come un film horror, sta avvenendo sia in casa, sia dall’altra parte del Mediterraneo oramai da decenni.
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