Iran anno 2023. Accade a Shandiz, cittadina nel nord est del Paese vicino a Mashhad. L’uomo in camicia a quadri entra nel negozio, dice qualcosa a una delle due donne senza velo e poi versa loro sul capo una ciotola di yogurt, in senso di disprezzo per il loro abbigliamento. La rabbia dell’aggressore è visibile, sia nella postura che nel gesto. Peccato però che il suo zelo venga bloccato dal negoziante che gli corre dietro, redarguendolo.
Il video, tratto dalla registrazione di una videocamera di sicurezza, è stato girato in Iran, Paese che certo non è al primo posto per democrazia e rispetto dei diritti delle donne, ed ha fatto subito il giro del web. Il gesto delle due donne, entrare senza velo nel negozio, è però è il sintomo di un cambiamento che, nonostante la durissima repressione seguita alla morte, lo scorso settembre, di Mahsa Amini, la ragazza deceduta sotto custodia della polizia morale per aver indossato male l’hijab, sta continuando ad avanzare. E ancora: le studentesse avvelenate col gas; gli arresti per quelle che girano senza velo; le uccisioni durante le manifestazioni. L’Iran non è un Paese per donne.
Le autorità hanno emesso un mandato di arresto sia nei confronti dell’aggressore, accusato di “aver commesso un atto ingiurioso”, sia contro le due donne con l’accusa di aver “commesso un atto proibito” togliendosi l’hijab.
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