La XII disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica italiana recita: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”.
Nettuno, 25 marzo 2023. A un giorno dal ricordo delle vittime delle Fosse Ardeatine, si tiene un’adunata fascista. Questo il comunicato col quale i militanti di Azione Tradizione hanno annunciato il raduno sul proprio sito: “Sabato 25 marzo ci vediamo al Campo della Memoria di Nettuno (RM) per onorare con una commemorazione l‘anniversario del 23 marzo. L’occasione sarà dedicata anche alla celebrazione dei trent’anni del Campo, sacrario dove riposano i Leoni del Barbarigo ed i giovani eroi che difesero Roma dallo sbarco angloamericano. La memoria si onora con l’azione“.
Non sembrano pervenute comunicazioni da parte della maggioranza di Governo; ANPI Nettuno e PD, hanno invece alzato gli scudi contro la manifestazione, che viola palesemente la Costituzione. Così si è pronunciata l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani: “”Apprendiamo che il prossimo 25 marzo presso il Campo della Memoria di Nettuno si svolgerà una iniziativa per commemorare l’anniversario del 23 marzo 1919, data in cui vennero fondati da Benito Mussolini i Fasci di Combattimento. Riteniamo inaccettabile che venga concessa l’autorizzazione a svolgere tale manifestazione rievocativa del fascismo e chiediamo alle autorità competenti di intervenire per impedirla e perseguire i promotori in base alla legge Scelba che punisce le esaltazioni di esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo. Nettuno, città Medaglia d’Oro al Merito Civile per le sofferenze subite dalla popolazione durante l’occupazione nazifascista e per il contributo dato alla Lotta di Liberazione non deve e non può essere teatro di simili manifestazioni”.
Si tratta quindi di nostalgici o dell’espressione di insofferenza verso la Repubblica di quanti si sentono autorizzati ad alzare la voce e i toni, repressi dall’applicazione delle norme costituzionali? Solo ieri la Presidente del Consiglio, alle Fosse Ardeatine, definiva i caduti “uccisi perché italiani”, frase che però andava strutturata diversamente: “uccisi perché italiani antifascisti”. Forse si è dimenticato che la lista venne scritta da Kappler e dall’allora questore fascista di Roma, Pietro Caruso, in base all’etnia ebraica e alle scelte politiche antifasciste?
In tutto ciò, rimane il faro del Presidente Mattarella, che nonostante il peso degli anni e la fatica, sembra determinato a rappresentare e proteggere un Paese che, purtroppo, sta dimenticando di essere nato dal sangue di chi ha dato la vita per esso.
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