IRAN: NON E’ UN PAESE DA DONNE. STUDENTESSE AVVELENATE COL GAS A SCUOLA IL VIDEO

Immagine di copertina: Twitter @SharghDaily

Un nuovo, triste capitolo della repressione iraniana verso le donne: l’uso del gas a scuola per impedire il diritto allo studio delle ragazze.

La politica di repressione e misoginia del regime iraniano ha trovato un altro modo per impedire alle donne di accedere all’istruzione: in diverse scuole femminili, per lo meno dal mese di dicembre, si sono verificati casi di avvelenamento da gas. L’attivista Masih Alinejad ha diffuso diversi filmati di ragazze intossicate che vengono soccorse dalle ambulanze. Alcune di loro gridano disperate, spiegando di non riuscire neanche a respirare.

Circa tre mesi fa si sono registrati i primi casi, dapprima nella città di Qom; successivamente, è stato un crescendo di episodi di avvelenamento. Cinquantotto scuole hanno registrato milleduecento casi di intossicazione causa un composto gassoso, probabilmente diffuso con uno spray, e sembra a base di N2 (azoto). Il video che proponiamo mostra il comprensibile clima di terrore dopo che alcune studentesse di una scuola si erano sentite male. Tutto è lecito, secondo il regime, per impedire alle ragazze di avere un’istruzione e seguire le lezioni.

Finora le autorità non sono riuscite a spiegare la causa del fenomeno. I fondamentalisti incolpano «gli Stati occidentali e anti-rivoluzionari», tra cui l’organizzazione dissidente Mujahedin Khalq. Non si tratta, come appunto il governo iraniano vorrebbe far credere, di una messa in scena, bensì di una realtà la cui conferma è arrivata anche da Younes Panahi, viceministro della Salute: gli estremisti religiosi hanno preparato un gigantesco piano di avvelenamento con composti chimici per impedire l’istruzione delle giovani donne iraniane. E la repressione governativa non colpisce solo le giovani ma anche le madri che protestavano per quanto accaduto alle loro figlie: sono state infatti arrestate. L’Iran non è un Paese da donne.

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Stefania Catallo, romana e fondatrice del centro antiviolenza Marie Anne Erize. Si occupa di storia orale e di diritti delle donne. Giornalista e scrittrice, ha pubblicato diversi libri, l'ultimo dei quali "Evviva, Marie Anne è viva!" (2018, Universitalia), ha ricevuto il Premio Orsello nella sezione Società.

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