3 Ottobre 2023

Mese: Marzo 2023

31 MARZO: GIORNATA DELLA VISIBILITA’ TRANSGENDER – CON IL VIDEO “CRISALIDE” INTERPRETATO DA EMYLIU’ SPATARO

PERCHÉ IL PRIMO PASSO PER CANCELLARE DISCRIMINAZIONE E PREGIUDIZI RADICATI È INIZIARE A OSSERVARE IN MODO DIVERSO UNA COMUNITÀ PER TROPPO TEMPO GHETTIZZATA E OSTRACIZZATA. ESSERE TRANS È SOLO UN ALTRO MODO DI SENTIRSI BENE NEL MONDO E DI ESSERE PIENAMENTE SE STESSI. E COME TALE VA CONSIDERATO”. (Rachel Crandal)

La Giornata Internazionale della Visibilità Transgender, che si celebra il 31 marzo, è nata grazie all’impegno di Rachel Crandal, nota attivista trans americana, distinguendosi dal TDoR (Transgender Day of Remembrance) per diversi motivi, primo tra i quali quello di non evidenziare solo il dolore e le difficoltà della comunità transessuale, bensì di normalizzare il loro ruolo nella società.

Gli stereotipi a cui è stata sottoposta la comunità trans hanno impedito la narrazione reale, ossia che dietro ogni storia c’è una persona. Quindi, non solo le storie problematiche se non tragiche viste a volte in tv o sul grande schermo, ma anche e soprattutto quelle, ad esempio, dei nostri vicini, colleghi, amici: persone come tutte le altre.

CRISALIDE: STORIA DI UNA TRANSESSUALE, INTERPRETATA DA EMYLIU’ SPATARO

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LA BRUTTEZZA È NEGLI OCCHI DI CHI GUARDA @ LA PILLOLA POLITICA DI MAVA FANKÙ

Nel mio privato sono circondata da persone che attaccano la Schlein per il suo aspetto, definendola troppo brutta per contrastare le silfidi di governo. E ne osservo le modalità di comportamento.

  Ovvio che un atteggiamento del genere nasconda, anzi, dimostri paura della nuova arrivata d’opposizione; così che non potendola attaccare sui contenuti, perché troppo di sinistra (finalmente!), si tenta maldestramente di denigrarla sui suoi tratti somatici non propriamente  canonici, per spostare l’attenzione dal vero problema: la paura che non solo sappia tenere testa alla di nuovo urlante Giorgia, ma abbia un eloquio anche più ricco e articolato. Oltreché tutto il resto.

Ma la cosa più allarmante è che ad esporsi in questo triste spettacolo di pochezza misogina (e mi duole dirlo, sopratutto da parte di altre donne)  siano non solo le persone semplici e di poca cultura, ma anche insigni intellettuali liberali che di solito sfoggiano savoir faire e galanteria rispetto alla figura femminile. E persino il Travaglio – che di destra non è –  ha dedicato alla Schlein una copertina orribile e per fortuna molto criticata.

E se si adduce a questa mancanza di buon gusto il fatto che la nostra Elly, non rappresenti le donne italiane  in quanto dichiaratamente lesbica, allora il problema si complica davanti ad una foto della neo segretaria insieme all’attivista transgender televisivamente più famosa d’Italia, Vladimir Luxuria.

Entrambe appaiono radiose e sorridenti, noncuranti delle loro imperfezioni in nome della piena libertà di essere felici di se stesse, lottando sempre per le libertà e i diritti individuali e collettivi, cosa che spiegabilmente risulta insopportabile agli occhi di chi, chiuso nella prigione della repressione di ogni guizzo vitale di libertà, con lo spauracchio dell’anarchia come peggiore dei mali, preferirebbe i regimi e le dittature alla democrazia.

Ma questo la maggiorparte di noi non lo vuole. Vero?

Mava Fankù

Il trionfo della bellissima faccia di Elly Schlein

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NOI DELLA MAFIA NON ABBIAMO PAURA

In copertina: i ragazzi dell’istituto Luca Ghini di Roma sfilano coi loro cartelloni contro le mafie

I ragazzi delle scuole di Roma si sono mobilitati contro le mafie, sfilando per le strade di Roma. Lo scorso 21 marzo si era celebrata la ventottesima Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, riconosciuta ufficialmente dallo Stato con la legge n. 20 dell’8 marzo 2017.

Come dichiarato da Libera: “[…] dunque, l’azione contro le mafie e la corruzione è un’azione che si deve rendere innovativa, capace di leggere la complessità del presente, guardando le radici della storia e con contemporaneamente lo sguardo rivolto al futuro libero che vogliamo costruire. La pandemia ha generato ulteriori occasioni di profitto e controllo sociale per le mafie, in un sistema di collusioni già collaudato e capace di relazioni profonde con il mondo politico ed economico“.

FARE MEMORIA. IL TEMA LANCIATO DA LIBERA PER IL 2023

Combattere le mafie è quindi un obiettivo da raggiungere, iniziando già dalle scuole. Il tema lanciato da Libera per quest’anno è fare memoria, invitando gli studenti a ricordare e narrare la storia di una vittima innocente delle mafie, dividendo l’azione in cinque aree tematiche:

  • Le stragi del ‘93: alla ricerca di verità e giustizia
  • La zona grigia: imprenditoria, economia mafiosa e corruzione
  • Mafie al Nord e mafie al Sud: oltre le rappresentazioni e gli stereotipi
  • Donne e mafie
  • Le grandi opere: da opportunità di sviluppo a sfruttamento ambientale

L’OPINIONE DI FABIOLA DEL VECCHIO, INSEGNANTE

Tra le scuole che hanno aderito a Roma anche l’istituto Luca Ghini. I ragazzi hanno sfilato per le strade del quartiere prenestino assieme alla loro insegnante Fabiola Del Vecchio.

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TORNA A CASA E TROVA UN SET A LUCI ROSSE

In copertina: foto @Jo Broughton

Se di primo acchitto sembrerebbe una vicenda da film anni ’70, a ben vedere si tratta di qualcosa di molto più grave: un uomo che aveva preso in affitto un appartamento sul litorale romano, lo scorso 20 novembre, tornando in anticipo a casa dal lavoro, ha trovato una troupe che stava girando un film porno in casa sua, anzi sul suo letto. Questo perché il padrone di casa teneva un doppione delle chiavi e aveva approfittato dell’assenza dell’affittuario per trasformare l’appartamento in un set a luci rosse. Da qui era scaturita una lite, sedata dall’arrivo dei carabinieri mentre cast e maestranze, circa 20 persone a detta della vittima del fatto, si erano date alla fuga prima dell’arrivo della pattuglia.

L’episodio deve far riflettere su due aspetti principali, primo fra tutti, la leicità di girare porno in Italia. La questione è controversa, perché si può, a patto di osservare delle regole contrattuali ed etiche ben precise, come si può leggere sul link seguente:

Il secondo quesito riguarda invece i diritti del proprietario su un immobile in affitto. Alessio Uzzo, consulente immobiliare Remax, al quale abbiamo chiesto lumi, ci ha dichiarato: “con la firma del contratto di affitto, il proprietario perde la disponibilità dell’immobile e può eventualmente accedervi solo con l’autorizzazione dell’affittuario“. Quindi, se le cose stessero davvero come si dice, il proprietario avrebbe commesso un reato, ossia violazione di domicilio.

Ma sorge anche un altro dubbio: possibile che le venti persone che stavano girando siano andate via così facilmente, visto l’ingombro delle attrezzature da set cinematografico? E il vicinato? Nessuno ha visto o sentito niente?

Inoltre, sembra che a oggi nessuna denuncia sia stata ancora presentata, almeno secondo il quotidiano “Il Messaggero”, che per primo ha dato la notizia. Non resta da fare altro, quindi, che aspettare gli eventi, tenendosi strette le chiavi di casa.

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“LA DOMANDA” UNA POESIA RITROVATA DI ANNA SEGRE

In copertina: Anna Segre e Baruh

“Ho nascosto tra i libri poesie dell’estate, che pensavo meglio non le leggesse nessuno. Però ora mi sa che questa ci sta”. Anna Segre e la poesia ritrovata dal titolo “La domanda”. Anna Segre e il suo “La distruzione dell’amore”, giunto alla quarta ristampa. Anna Segre e The Women Sentinel, in un ritratto della psicoterapeuta e poetessa romana.

Anna Segre, come nasce l’idea del libro “La distruzione dell’amore”?

“Ho sempre scritto poesie; le ho raccolte e mi sono accorta, nel raccoglierle, che ce ne erano tantissime sul conflitto e quindi abbiamo tracciato una linea rossa, una linea di interpretazione rispetto al libro, riguardo a ciò che accade all’interno di una relazione d’amore. Nel mio caso, relazione d’amore tra donne, quindi conflitto tra donne”.

Lei è una psicoterapeuta. Come si inserisce, se si può inserire, questo libro nella sua carriera?

“Tutto è collegato. Chi legge le mie poesie dice che faccio la psicoterapeuta; ma chi mi conosceva quando avevo 14 anni dice questa sei proprio tu, quindi evidentemente c’è un’amalgama tra la me stessa di una volta e la me stessa professionale, per cui mi ritengo amalgamata, armoniosa”.

Qual è stata l’ispirazione per la poesia?

“Lia. Mia sorella è l’ispirazione. La proiezione di luce del diritto all’amore”.

ASCOLTA LA POESIA DI ANNA SEGRE INTERPRETATA DA ALESSIO PAPALINI

LA DOMANDA

Avevi diritto a tutto.

Ti spettavano gli sguardi della mamma

e di stare attaccata al seno

tenuta con gli occhi

guardata con le mani.

Doveva essere tuo l’ascolto,

noi deliziati della tua voce

com’eri brava a tentare i suoni

fiduciosa che per ogni chicco

ci fosse una parola

per ogni pezzo di realtà.

Sarebbe stato giusto

saperti indispensabile

sarebbe stato il minimo

la natura divina

i miracoli dei tuoi gesti

e delle lacrime

che dove cadevano

facevano prati.

Solo l’amore avrebbe potuto

darti la statura

la signoria

la maestà.

Mia farfalla accartocciata

mia aquila accecata.

E io ti prego:

non lasciarti calmare

dalle cose

anche se sembrava mancassero

proprio quelle

gli zuccheri non nutrono

anche se sul momento

saziano la fame.

Non è vero ciò che hai

bensì ciò che sei.

La tua anima è un rubinetto rotto

che goccia e perde plic ploc

anche se stringi per chiuderlo

questa tua insopprimibile

domanda a dio.

Title: Leaving
Author: Edoy
Source: https://freemusicarchive.org/music/Edoy/introspect/leaving-1/
License: CC BY 4.0
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ROMA SCENDE IN PIAZZA PER I DIRITTI DEI GIOVANI TRANS

La prima manifestazione in Italia per i diritti de@ giovan@ transgender si terrà sabato 1 aprile a Roma. Si chiama “Protect trans youth” e partirà alle 14 da piazza dell’Esquilino per arrivare e concludersi in piazza Madonna di Loreto. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione Gender X per porre l’attenzione sui diritti delle persone trans, soprattutto quelle molto giovani.

La dichiarazione degli organizzatori e il pensiero del Presidente Mattarella

Nel nostro Paese non vediamo ancora riconosciuti e garantiti pienamente i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza per le persone trans, esposte a bullismo e violenza transfobica e a isolamento sociale. Per questo nasce l’iniziativa Protect Trans Youth, per far conoscere le criticità della situazione italiana e avanzare proposte concrete di fronte alle istituzioni: dalla carriera alias a percorsi di formazione per il personale scolastico, fino al supporto alla genitorialità e alla tutela della sicurezza e del benessere psico-fisico dei giovani in tutti gli aspetti. Le voci e i racconti delle ragazze e dei ragazzi saranno al centro della giornata”. Gioele Lavalle, fondatore e coordinatore di Gender X, continua: “Sono tante le giovani persone trans che cominciano molto presto a subire violenza ed emarginazione, dai pari come dagli adulti di riferimento. Ci sono docenti che si rifiutano di usare il genere in cui i loro studenti si identificano, o che ne saltano il nome all’appello, come se per loro non esistessero, e che così finiscono per legittimare il bullismo dei compagni di classe.”

Anche il Presidente Mattarella nel 2020, in occasione della Giornata Mondiale contro l’omofobia si era espresso così: “[…] per promuovere il contrasto alle discriminazioni, la lotta ai pregiudizi e la promozione della conoscenza riguardo a tutti quei fenomeni che, per mezzo dell’omofobia, della transfobia e della bifobia, perpetrano continue violazioni della dignità umana”. Condannando anche le discriminazioni sull’orientamento sessuale che: “costituiscono una violazione del principio di eguaglianza e ledono i diritti umani necessari a un pieno sviluppo della personalità umana“.

Lo sguardo dell’arte sulla transessualità

Tra gli artisti che si sono impegnati sui temi della transessualità, ricordiamo lo scrittore Massimo D’Aquino col suo libro “Camminavo rasente i muri, autobiografia tascabile di un transessuale” (2019, Croce Libreria), un racconto autobiografico che abbraccia tutta l’esistenza dell’autore, utile per sfatare il mito della transessualità come scelta.

Il regista Giuseppe Sciarra, con il corto “Venere è un ragazzo”, vincitore di diversi premi sia per la sceneggiatura che per la regia.

Anche l’attore teatrale Emyliù Spataro ha interpretato “La Crisalide“, in un’intensa interpretazione di una transessuale.

Alla manifestazione hanno già aderito: Genderlens, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Libellula, Le Tre Ghinee, Tdov, Arcobaleno dei diritti (Latina) , Cgil Roma e Lazio, Famiglie Arcobaleno, Di Gay Project , Gay Center, Arcigay Roma, Differenza Lesbica, Azione Trans, MIT Movimento Identità Trans Bologna, Atn Napoli, Associazione Sunderam Torino, Ala Milano Onlus, Agedo Roma, Gaynet Roma, Polis Aperta, Agapanto, Libera Rugby Club, Collettivo Prisma, Lucha Y Siesta, Be Free, Ora d’aria, Collettivo Cattive Ragazze, Romà Onlus, Romni Aps, Associazione Rowni Roma Women Network Italy Aps, Orchidea Latina.

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“UNA NUOVA AMICA”. CINEMA TRANSGENDER @ PENSIERINI FILMICI DI MAVA FANKU’

Ascolta dalla voce di Mava

Ozon e il travestitismo saffico parnasiano.

La genesi della componente femminile nell’uomo è nella sua origine cromosomica e ogni storia transgender ha un suo percorso unico. Per non parlare di travestitismo, brutto termine che di solito viene associato ad argomenti morbosi e discriminanti.

Ancor piú complicato per un uomo iniziare ad esplorare la propria diversa identità da adulto, magari proprio accanto ad una compagna comprensiva, durante un matrimonio con prole, e poi con la complicità della migliore amica della moglie appena morta dopo il parto.

É il tema di ”Una nuova amica” di François Ozon. Il vedovo consolabile riporta a galla la propria parte femminile proprio durante l’elaborazione del suo lutto, restando comunque attratto esclusivamente dalle donne, nonchè continuando a fare da amorevole padre e nel contempo anche da madre alla neonata, indossando gli abiti della defunta moglie.

Azzarderei la definizione di “travestitismo saffico”, che mi risulta essere più diffuso di quanto si possa immaginare tra gli “uomini femminili” eterosessuali e dunque “neo-lesbici”...

Una bella sorpresa per chi vede il film senza aver letto recensioni, come nel mio caso, perchè il difficile tema viene trattato in modo estremamente delicato, con levità, seppur esplori la psicologia dei personaggi dal profondo, come solo un talentuoso autore sensibile all’universo femminile riesce a fare.

Una prova d’attore notevole quella di Romain Duris, stilizzato in panni femminili, senza ricadere nel grottesco macchiettismo, con l’ausilio virtuosistico di una magnifica e surreale fotografia.

Anche per questo film si menziona lo stile almodovariano, forse perchè la storia è tratta da un racconto di uno scrittore al quale si è ispirato anche Almodovar.

Ma il bel film di Ozon riesce a superare il limite dell’etichetta, vivendo di vita propria in modo sfolgorante, facendosi a mio avviso persino preferire al più famoso regista ispanico per come affronta analoghe ambigue sceneggiature.

Parola di Mava Fankù

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NETTUNO: ADUNATA FASCISTA. ANPI E PD: SI VIETI IL RADUNO

La XII disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica italiana recita: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”.

Nettuno, 25 marzo 2023. A un giorno dal ricordo delle vittime delle Fosse Ardeatine, si tiene un’adunata fascista. Questo il comunicato col quale i militanti di Azione Tradizione hanno annunciato il raduno sul proprio sito: “Sabato 25 marzo ci vediamo al Campo della Memoria di Nettuno (RM) per onorare con una commemorazione l‘anniversario del 23 marzo. L’occasione sarà dedicata anche alla celebrazione dei trent’anni del Campo, sacrario dove riposano i Leoni del Barbarigo ed i giovani eroi che difesero Roma dallo sbarco angloamericano. La memoria si onora con l’azione“.

Non sembrano pervenute comunicazioni da parte della maggioranza di Governo; ANPI Nettuno e PD, hanno invece alzato gli scudi contro la manifestazione, che viola palesemente la Costituzione. Così si è pronunciata l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani: “”Apprendiamo che il prossimo 25 marzo presso il Campo della Memoria di Nettuno si svolgerà una iniziativa per commemorare l’anniversario del 23 marzo 1919, data in cui vennero fondati da Benito Mussolini i Fasci  di Combattimento.  Riteniamo inaccettabile che venga concessa l’autorizzazione a svolgere tale manifestazione rievocativa del fascismo e chiediamo alle autorità competenti di intervenire per impedirla e perseguire i promotori in base alla legge Scelba che punisce le esaltazioni di esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo. Nettuno, città Medaglia d’Oro al Merito Civile per le sofferenze subite dalla popolazione durante l’occupazione nazifascista e per il contributo dato alla Lotta di Liberazione non deve e non può essere teatro di simili manifestazioni”

Si tratta quindi di nostalgici o dell’espressione di insofferenza verso la Repubblica di quanti si sentono autorizzati ad alzare la voce e i toni, repressi dall’applicazione delle norme costituzionali? Solo ieri la Presidente del Consiglio, alle Fosse Ardeatine, definiva i caduti “uccisi perché italiani”, frase che però andava strutturata diversamente: “uccisi perché italiani antifascisti”. Forse si è dimenticato che la lista venne scritta da Kappler e dall’allora questore fascista di Roma, Pietro Caruso, in base all’etnia ebraica e alle scelte politiche antifasciste?

In tutto ciò, rimane il faro del Presidente Mattarella, che nonostante il peso degli anni e la fatica, sembra determinato a rappresentare e proteggere un Paese che, purtroppo, sta dimenticando di essere nato dal sangue di chi ha dato la vita per esso.

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IL VIDEOSABATO TEATRALE – VAI COL TANGO! MI BUENOS AIRES QUERIDO, OMAGGIO AL POETA JUAN GELMAN

In copertina: Valentina Bruno e Christopher Humphris con Nicola Viceconti. Photo @Massimo Colasanti

Presentato e premiato alla rassegna teatrale “Interno argentino con tango”, dedicata alla memoria dei desaparecidos, “Mi Buenos Aires querido” è l’incontro immaginario tra il poeta Juan Gelman e il tango. Da un’idea di Ersilia Cacace su testi di Juan Gelman e Cacace; tango e coreografie di Valentina Bruno e Christopher Humphris; voce narrante di Emyliù Spataro.

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47 ANNI FA IL GOLPE MILITARE IN ARGENTINA. I DESAPARECIDOS, IL TANGO, LA RESISTENZA, LA MEMORIA

Il 24 marzo 1976 aveva inizio la sanguinosa dittatura civico-militare in Argentina. Le conseguenze furono disastrose: trentamila desaparecidos, bambini strappati alle madri, fosse comuni, voli della morte sull’oceano. Una vicenda che difficilmente sarebbe stata possibile provare se non grazie alla resistenza del popolo e soprattutto delle madri e delle nonne. Una data condivisa con quella italiana dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.

Gli anni dal 1976 al 1983 circa furono il periodo forse più buio della storia argentina del dopoguerra. Lo Stato sudamericano, pur avendo una storia politica fatta spesso di cambiamenti improvvisi, a partire dal 24 marzo 1976 si trovò stretta nella morsa di una dittatura civico-militare mai vista e dalle connivenze e implicazioni ramificatissime, tanto da arrivare, sembra, anche in Italia con rapporti con P2 di Licio Gelli. Jorge Rafael Videla assunse al potere, governando con pugno di ferro e sterminando una intera generazione di giovani, colpevoli di essere dissidenti. A loro vennero strappati i figli, solo in parte poi ritrovati grazie alla tenacia delle madres e delle abuelas (http://www.hijos.org.ar/)

Gladys, una esule argentina ci ha raccontato quello che accadeva nel suo Paese :”In quegli anni, la giustizia era diventata una chimera; la lebbra e altre malattie galoppavano nelle tante bidonville nate a causa della povertà; la società sembrava caduta in un sonno profondo e senza sogni, nel quale però si aggirava l’incubo di un dittatore, un uomo dallo sguardo duro e spietato. Quest’uomo, Jorge Rafael Videla, aveva instaurato il suo regno oscuro senza clamori: non c’erano carri armati a presidiare i punti chiave delle città, né una militarizzazione eccessiva che potesse rivelare ad un occhio attento la sospensione della democrazia. Capitava invece che ogni tanto qualcuno sparisse: se le prime volte si pensava ad un allontanamento volontario, dopo qualche tempo serpeggiò il terrore che, se si fosse disobbedito al dittatore o se si fossero manifestate idee diverse dalle sue, si sarebbe condivisa la stessa sorte, ossia la desaparicion. Erano sparite intere classi scolastiche, scrittori, artisti e non si sapeva più nulla di tante donne incinte che sembravano volatilizzate assieme al loro pancione. I parenti e gli amici si recavano inutilmente negli ospedali a chiedere dove fossero finite quelle persone e, quando i loro genitori si rivolgevano alla polizia, questa diceva di non sapere nulla e, anzi, li sgridavano accusandoli di avere allevato una generazione senza principi che si allontanava quando voleva senza neanche avere la compiacenza di avvisare. I giovani, che sono la vera forza di una nazione, si ribellarono al dittatore, anche a costo della vita. Ne sparirono 30 mila: sepolti nell’oceano dove venivano gettati dagli aerei, nei famigerati voli della morte, oppure buttati nelle cave, nei pozzi o chissà dove dopo essere stati torturati e seviziati, se non violentati, come accadeva a tutte le donne, nessuna esclusa. I neonati, figli di quelle ragazze fatte sparire, nascevano sui tavoli dei centri di detenzione clandestina e subito erano affidati a famiglie compiacenti, mentre le madri venivano lasciate a dissanguarsi dopo il parto, o finite con un colpo alla testa subito dopo le nascite“.

Una esule getta fiori nel Tevere in memoria dei desaparecidos photo @Massimo Colasanti

Molti anni dopo la dittatura, vennero istituiti i processi Condor, attraverso i quali è stata esercitata la giustizia per una parte dei desaparecidos, riconducendo al sorgere quasi contemporaneo delle dittature sudamericane tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, una mano occulta per destabilizzare e sottomettere l’America latina.

ARGENTINA, MI BUENOS AIRES QUERIDO. IL CORTO TEATRALE

Dalla fantasia di Ersilia Cacace è nato così “Argentina, mi Buenos Aires querido”. Queste le parole di Cacace: “Il corto teatrale mi è stato ispirato leggendo la biografia del poeta argentino JUAN GELMAN e le drammatiche vicende della sua famiglia. In quegli anni terribili della dittatura, il regime uccise suo figlio Marcelo Ariel e sua nuora Maria Claudia, genitori di una bimba nata in carcere che il poeta ritroverà solo nel 1999 in Uruguay. JUAN GELMAN, infatti, per sfuggire alle persecuzioni, ha vissuto lontano dalla sua amata patria, e questo mi ha ispirato ARGENTINA -MI BUENOS AIRES QUERIDO, dove vediamo il poeta oramai anziano, nel suo esilio, ballare uno struggente tango con una ballerina che rappresenta l’Argentina. Leggere le sue liriche mi ha suscitato sentimenti di infinita tenerezza e struggente malinconica bellezza

Corto teatrale di Ersilia Cacace con testi di Juan Gelman ed Ersilia Cacace; coreografie di Valentina Bruno e Christopher Humphris; voce Emyliu’ Spataro. Vincitore del Premio della Giuria alla rassegna di corti teatrali “Interno argentino con tango”, Roma 2015.

Da sinistra: Ersilia Cacace, Emyliù Spataro, Valentina Bruno e Christopher Humpries durante la premiazione

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  • Registrazione Tribunale di Roma n.133/22 del 8/11/22

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