UN 25 NOVEMBRE DAL SAPORE UN PO’ PIÙ AMARO – VOCI DI SAVERIO GIANGREGORIO

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Un 25 novembre dal sapore un po’ più amaro.

Dalla prima Primer donna di questo Paese mi aspetto che faccia cose per le donne, e non contro le donne.
Si, contro le donne.
Se decidi di farti chiamare il Presidente, e non la Presidente, vai contro le donne.
Se decidi di introdurre il quoziente familiare come parametro nel Superbonus al posto dell’Isee, vai contro le donne: meno tasse a chi ha più figli.
E se una donna non volesse figli?
E se una donna non volesse più figli?
Ma soprattutto, se una donna non potesse avere figli?
Il quoziente familiare spinge la donna a stare a casa: pensa a fare figli, piuttosto che andare a lavorare.
Non è forse questa una scelta contro le donne?
Contro l’emancipazione?
Da una Presidente Premier mi aspetto misure che colmino il divario economico di stipendi tra uomo e donna, e non una che invita le donne a stare a casa!
Ma andiamo ancora avanti: madre non può essere la parola più bella del mondo solo quando è pronunciata al singolare, ma se diventa “madri” diventa pregiudizio.
Se due madri decidono di fondare una famiglia e avere figli perché si amano, tu che sei Donna e Premier devi agevolare la loro vita;
non renderla un inferno!
È di pochi giorni infatti fa sentenza di un tribunale civile di Roma che riconosce il ruolo genitoriale delle coppie omosessuali sui documenti dei minorenni.
C’è voluto un giudice a rompere un pregiudizio reso legge dal decreto Salvini del 2019, e contro il quale questo governo guidato appunto da una donna prepara la crociata.
Infine da una donna Premier mi aspetto che faccia introdurre il prima possibile la parola “consenso” nel codice penale per quanto riguarda i rapporti sessuali.
Perché se non c’è consenso non è sesso, ma violenza.
Ecco perché reputo questo 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, una occasione persa.
Non basta essere donne per far si che vengano rispettati i diritti di tutte le donne: naufraghe, migranti, lesbiche, trans.
Tutte, perché come diceva Gino Strada:”I diritti devono essere di tutti, sennò chiamateli privilegi”.

Di Saverio Giangregorio per #Voci..

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Stefania Catallo, romana e fondatrice del centro antiviolenza Marie Anne Erize. Si occupa di storia orale e di diritti delle donne. Giornalista e scrittrice, ha pubblicato diversi libri, l'ultimo dei quali "Evviva, Marie Anne è viva!" (2018, Universitalia), ha ricevuto il Premio Orsello nella sezione Società.

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Emilio Spataro, in arte Emyliù, attore, chansonnier, fotografo, grafico. Di origine calabrese cirotana, vive a Roma. Opinionista e Web Master del Magazine.

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Attivista ANPI e Amnesty International, femminista, si occupa anche di Jus Soli e della causa degli italiani senza cittadinanza. Segue dal primo giorno la vicenda di Giulio Regeni, di cui riporta l'amaro conteggio ogni giorno sui suoi profili social. Attivista ANPI per il senso di profondo rispetto verso coloro che ci hanno liberato da nazisti e fascisti. "Siamo una democrazia e indietro non dobbiamo tornare".

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