10 Dicembre 2023

IL TIRCHIONE DI STEFANIA CATALLO – LA LETTURA DEL SABATO

ASCOLTA IL RACCONTO LETTO DA ALESSIO PAPALINI

Il Tirchione.

– “Pronto? Luciana? Si, so Anna…Senti, ti devo dare una brutta notizia. E‟ morto Michele…” –

M‟è toccato a me fa la telefonata. Madonna mia, che angoscia tutte le volte…ma com‟è morto, ma era giovane, ma adesso la moglie e i figli…

Cominciamo per ordine: c‟aveva il diabete e magnava tutto quello che non doveva magnà…lo sapete come diceva? Per lo meno se dovessi morì, moro sazio! E infatti era morto dopo pranzo…

Poi, giovane manco pe niente! C‟aveva quasi 70 anni e aveva già seppellito la sorella de 41, il cugino de 54 e un nipote de 22 anni…oddio, ma nun è che portava un po‟ jella???

La moglie e i figli?! Ma quelli se so liberati, ah che bellezza, meno male! Li trattava come gli schiavi. Quella poveraccia de Rita era peggio de na serva: stirame questo, cuciname quell‟altro, aiutame de qua…aho!!! E lei sempre zitta e muta, senza ribellasse.

Io che so la sorella una volta gli ho detto:

  • A Rì, ma come fai a sopportallo?”-
  • Eh, Anna mia, tocca avecce tanto fegato! E il suo è malato, quindi…”-

e m‟ha fatto l‟occhietto…che avrà voluto dì? Boh!!!

Comunque, quando è morto Michele, io so stata contenta, sa. Lo so che è brutto da dì, ma io nun l‟ho mai potuto sopportà. Te guardava sempre co quella faccia brutta che pareva che te voleva fa il malocchio, sempre vestito de nero come un beccamorto, secco secco come na scopa…ma mi sorella com‟ha fatto a sposasse uno così? Rita è tanto bella, allegra e sorridente, ma co st‟uccellaccio del malaugurio sempre appresso…

Però ultimamente, mo che ce penso, Rita s‟era tutta ringalluzzita, se vestiva bene come da ragazza, pareva n‟altra…

Secondo voi che poteva esse successo?

E allora, un giorno dopo pranzo, zac! More Michele.

Na morte improvvisa, disse il medico…ma quale improvvisa? Dopo che s‟era magnato mezza teglia de lasagne?

Diciamo na morte…sazia, va.

Immagginateve il panico!

E‟ successo così: io stavo a pranzo da mi sorella, avevamo finito de magnà da un quarto d‟ora, e ce stavamo a beve il caffè. -“Michè, nun mette tutto sto zucchero, dai, lo sai che te fa male! C‟hai il dolcificante de là, vallo a prende…”-

– “A Ri, lo sai, se devo morire voglio morire sazio.”-

E dopo manco 5 minuti…

  • Ahahah oddio oddio sto male…”-
  • A Michè, te ce sta bene, così te impari a fa il deficiente! Rita, va a chiamà il dottore, che qua ce sto io, sbrigate dai…”-
  • Ahahah….”–
  • Michè…Michè…oddio, ma che è morto?

Oggesù, me sa che è morto…”-

Rita c‟ha sentito strillà e è corsa da noi. Io e lei ce semo guardate:

  • E‟ morto?” – avemo detto tutte e due insieme

Poi ce semo guardate e ce semo capite al volo.

Quel beccamorto de mi cognato portava sempre appresso la chiave de un cassetto dove ce teneva i soldi. A mi sorella glie aveva sempre fatto fa na vita da pezzente…

  • A Ri, guarda bene, che sta chiave lui la portava sempre appresso. “ –
  • Aspetta Anna, che mo la trovamo…aiutame a girallo…mortacci quanto pesa…eccola!!!” –

Rita aveva trovato na chiave dorata, la chiave della cassa del tesoro! Ce semo guardate e ce semo capite al volo. Dovevamo sbrigasse, il dottore sarebbe arrivato presto, e dovevamo trovà sti soldi…

E do stavano?

Ce semo guardate un attimo…sa, io e mi sorella se capimo al volo…

E c‟è venuto in mente da guardà dentro a un comò che era de pora nonna…il beccamorto…ops…Michele, stava sempre a sfrucujà la dentro…quindi i soldi dovevano stà là. E infatti! Bingo!

Dentro na scatola pe scarpe, ce stavano un mucchio de soldi. Sto tirchio mica s‟era comprato na scatola de legno, che so, na cassetta de fero, no, l‟aveva messi dentro sta scatola che era pure vecchia…

L‟avemo dovuti nasconne subito, che hanno sonato alla porta. Era il dottore.

-“Oddio dottò, aveva appena finito de magnà che è cascato e è morto! Madonna mia che paura!

La pora Rita sta ancora sconvolta! Come dice? Se magnava? Se magnava?!?!?! Siiiii…un pochino…sa nun era de molto appetito…noooooooo ma che dice? Rita lo faceva stà a dieta, niente zucchero, niente pasta…che aveva magnato? Un po‟ de carne co 2 piselli…ma che scherza? Le lasagne, lui? No, se sarà sporcato col sugo, sa a lui je piaceva servicce a tavola…” –

Dopo che è andato via il dottore, avemo chiamato le pompe funebri. Ma quale cassa de lusso? Questo nun c‟ha lasciato na lira! Ho detto io all‟impiegato. Ce voleva fa comprà na cassa a un prezzo che manco na maserati. Alla fine, io e Rita avemo scelto na cassa…dignitosa…una economica, ecco. Tanto a che je serviva? Ormai era morto!

E poi, quando se more, bisogna esse modesti, no? Che all‟altro mondo ce vai in frac? Je avemo messo il solito vestito nero e via.

Dopo un po‟, hanno iniziato a venì un sacco de donne che portavano roba na magnà.

E si, perchè in ciociaria se usa così: quando uno more, le parenti, le amiche e le vicine de casa te portano da mangià.

A noi nun c‟hanno portato solo da mangià, ma c‟hanno preparato cose speciali: coniglio alla cacciatora, cannelloni, tortino de patate, frittata coi peperoni, e pure na torta co la crema.

Me sa che mi cognato lo conoscevano bene tutti, voi che dite?

A na cert‟ora, quando nun c‟era più nessuno a veglià il morto, io e Rita se semo guardate. Senza dì manco na parola, semo andate in cucina, avemo acceso il forno e c‟avemo messo dentro la tiella col coniglio e le patate.

Poi avemo preso la scatola dei soldi e l‟avemo contati. 10 mila euro! Na piccola fortuna.

  • A Rì e mo che ce farai co sti soldi? “ –
  • Me faccio un bel viaggetto, sorella mia. Alla faccia sua e de sto tirchio! “ –

La cena era pronta, e dentro casa ce stava sto profumo de coniglio alla cacciatora che nun ve dico…

Tanto lui era morto, e che dovevamo fa il digiuno? Noi ce dovevamo tenè in forze, che il giorno dopo c‟avevamo il funerale.

Che è successo dopo, volete sapè?

La pora Rita è partita per il mar Rosso, c‟è stata un mese. Sapete, il dolore era stato talmente forte che c‟aveva bisogno de evade pe potè dimenticà. Daltronde glielo aveva detto pure il dottore, che doveva distrasse, e se te lo dice il dottore te che fai, nun te distrai?

Quando è tornata pareva n‟altra…era rinata la sorella mia! So andata a prendela all‟aeroporto tre giorni fa, e com‟era bella!

Dopo che l‟ho accompagnata a casa, so andata dal dottore. Da qualche giorno me faceva male la schiena, e me so detta: famme andà a fa na visita, va, così sto tranquilla.

Quando è stato il turno mio ho sbarrato tanto d‟occhi: pure el dottore era abbronzato, proprio come Rita.

Ma che coincidenza, vè?

Title: Debora
Author: Dilating Times (/https://freemusicarchive.org/music/Dilating_Times/single/debora/)
Source: Free Music Archive (https://freemusicarchive.org/music/Dilating_Times/)
License: CC BY Attribution 4.0 International License
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Stefania Catallo, romana e fondatrice del centro antiviolenza Marie Anne Erize. Si occupa di storia orale e di diritti delle donne. Giornalista e scrittrice, ha pubblicato diversi libri, l'ultimo dei quali "Evviva, Marie Anne è viva!" (2018, Universitalia), ha ricevuto il Premio Orsello nella sezione Società.

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