FASCI DI CARDI AL GOVERNO @ di Mava Fankù

Mava Emyliù Fankù canta con Milly “Donna e Giornale” dedicandola ai Fasci di Cardi al Governo

Vi ricordate il titolo di un film di Guzzanti, “Fascisti su Marte”?
Oggi non è più fanta-satira filmica, perchè dopo esser caduti rovinosamente dal pianeta rosso sul lato oscuro della mia Luna, rimbalzando senza gravità a braccia tese per prendere slancio, stanno precipitando uno ad uno sulla Terra, a Roma, prima al Senato sotto forma di quel signore vetusto che quando parla se la russa, collezionista di cimeli del nero ventennio, e poi alla Camera, come una punitiva fontana idrante su aborti, gay (anche senza virgola) e migranti. Che fondoschiena!


Con cotanta tracotanza nel far rappresentare le più alte cariche dello Stato a simili paladini-camerati di una destra estrema-mente illiberale, si potrebbe chiedere alla fortunata venditrice di meloni se, in questo caso, sempre senza offesa, si possa parlare perlomeno di pensiero fascista, legittimato dai numeri elettorali, o preferisce il più diplomatico neologismo sinonimo nazionalista? Tanto, invertendo l’ordine dei termini, non cambierebbe l’effetto notte oscurantista.


Comunque, la colpa di questo scempio alla nostra bella Costituzione, non è di “occhi di fuori come pesce da freezer” (Copy Maya) ma di chi le ha permesso nel corso del tempo politico di arrivare a violentarla.
Pongo una domanda ingenua, ma articolata, a chi di politica ne sa più di me: se trasformare la propria abitazione in una sorta di santuario venerante del dux (come il nostro neo Presidente del Senato),


o alzare il braccio a mo di saluto romano proponendolo come saluto alternativo anti-Covid (e perchè no anche con il pugno chiuso, allora)?, potrebbe essere ritenuto solo commemorativo di un regime che non c’è più da 72 anni, dunque tollerato dal nostro ordinamento democratico; vale lo stesso per quegli ideali a chiara ispirazione fascista che vengono imposti dall’estremo pensiero destro del neo Presidente della Camera, come ritenere “schifezza” tutto ciò che non rientri nei valori ultracattolici, tutto sacra famiglia e chiesa com’è la nostra fontana idrante di bassa lega, come il suo capo selfini (il salume appassionato di selfie).


E in quest’ultimo caso, insistere con espressioni quali “le famiglie gay non esistono” o “Vogliamo un’Europa dove il matrimonio sia tra una mamma e un papà e i bambini vengano dati a una mamma e un papà! Le altre schifezze non le vogliamo neanche sentir nominare”, possa determinare di fatto delle profonde discriminazioni, privando di libertà una moltitudine di persone?


E altresì, se un rappresentante delle più alte cariche dello Stato afferma candidamente in una prima serata televisiva: “Siamo tutti eredi del duce”, simpatizzando platealmente con “alba dorata”, bellissimo nome di un’associazione criminale neonazista greca, potrebbe incorrere nel reato di apologia del fascismo previsto dalla nostra Costituzione nell’Articolo 49, oppure ancora non basta e occorre che faccia un golpe armato?

Magari ne riparliamo tra un pò di tempo, quando dalle parole passeranno ai fatti…


Questa volta con il nome e cognome più unito che mai, in loop senza soluzione di continuità.
Mava Fankù

Mava Fankù fusa con Charlotte Rampling
in un fotogramma cult di “Portiere di Notte” di Liliana Cavani

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Stefania Catallo, romana e fondatrice del centro antiviolenza Marie Anne Erize. Si occupa di storia orale e di diritti delle donne. Giornalista e scrittrice, ha pubblicato diversi libri, l'ultimo dei quali "Evviva, Marie Anne è viva!" (2018, Universitalia), ha ricevuto il Premio Orsello nella sezione Società.

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Opinionista disincantata, dotata di un notevole senso dell'umorismo e di una dialettica tagliente, Mava Fankù cura attualmente due rubriche, La Pillola Politica e I Pensierini di Mava, elzeviri su temi vari che ispirano la nostra signorina agèe, da poco anche in video, oltre che in podcast, oltre che in scrittura.

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