3 Ottobre 2023

DONNE, VITA, LIBERTA’ E BELLA CIAO – VOCI DI SAVERIO GIANGREGORIO

La cattiva qualità del video è indicativa delle condizioni estreme nelle quali è stato girato

ASCOLTA L’ARTICOLO LETTO DA SAVERIO GIANGREGORIO

“Donne, vita, libertà e Bella Ciao”

L’Iran oggi è più un paese simile all’inferno, che un paese che si definisce Repubblica.
Dopo la morte di Mahsa Amini, avvenuta per mano della polizia morale perché aveva un velo messo male, il paese è caduto in un burrone di violenza causato dalle menzogne e dalla violenza della polizia iraniana.
Masha Amini, 22 anni, è deceduta il 16 settembre dopo 3 giorni di coma dovuti a tortura e altri maltrattamenti.
Riporto a sostegno di quanto scrivo due tweet di Amnesty Iran:

“The circumstances leading to the suspicious death in custody of 22-year-old young woman Mahsa Amini, which include allegations of torture and other ill-treatment in custody, must be criminally investigated. 1/2”

Le circostanze che hanno portato alla morte sospetta in custodia della giovane donna di 22 anni Mahsa Amini, che includono accuse di tortura e altri maltrattamenti in custodia, devono essere indagate penalmente. 1/2

“The so-called “morality police” in Tehran arbitrarily arrested her 3 days before her death while enforcing the country’s abusive, degrading and discriminatory forced veiling laws. All agents and officials responsible must face justice. 2/2”

La cosiddetta “polizia della moralità” di Teheran l’ha arrestata arbitrariamente 3 giorni prima della sua morte mentre applicava le leggi del paese sul velo forzato abusivo, degradante e discriminatorio. Tutti gli agenti e funzionari responsabili devono affrontare la giustizia. 2/2

Masha Amini, è bene ricordarlo, non era una attivista  che a un certo punto decide di sfidare un regime.
Era solo una ragazza che si stava recando con i suoi famigliari a fare degli acquisti a Tehran.
Da quel momento la violenza della polizia iraniana non ha conosciuto soste.
Altre ragazze, anche minorenni, sono state barbaramente uccise.
Da quel momento come una pentola a pressione è esplosa la rabbia di un popolo per troppo tempo accondiscendente con una “Repubblica Islamica”che oltre a negare palesi libertà riconosciute come tali ovunque, e che oggi nel tempo di Internet non puoi più nascondere, non vuole più tornare indietro.
Le donne iraniane sono in prima linea, pagando un prezzo altissimo quale la loro stessa vita, pur di proseguire in questo scopo.
È nostro dovere quindi sostenerle, dare voce alle loro richieste, visto che il regime iraniano ha spento internet con lo scopo di uccidere in silenzio.
Donne che hanno scelto una canzone italiana, Bella Ciao, per loro rivendicazioni.
Questo ci deve inorgoglire e spronare nel loro sostegno.
Non si contano più i video dove questa canzone nata come inno alla nostra Resistenza, venga cantata in ogni luogo.
Chiudo ricordando un giovane iraniano, crivellato di colpi dalla polizia,perché suonava il clacson come forma di protesta.
Si chiamava Dariush Alizadeh.
Ecco il messaggio di sua madre per ricordarlo:”“Non porgere le condoglianze. Continua la rivolta. Sarai al sicuro”

Bella Ciao.

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  • Registrazione Tribunale di Roma n.133/22 del 8/11/22

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