Ascolta l’articolo letto da Saverio Giangregorio
Social e femminicidi.
Continua la mattanza di donne uccise da parte di uomini che le considerano più come prede, che persone vere e proprie.
Il 1 ottobre 2022 è stata assassinata a Scalea(CS) Ilaria Sollazzo, 31 anni.
Assassinata dall’uomo che diceva di amarla, ma non si rassegnava alla fine di questa storia.
Ilaria lascia orfana una bambina di poco più di due anni.
Dal 2012 ad oggi uccise 1158 donne, 105 donne all’anno.
Una mattanza che non conosce soste, nonostante anche le nuove leggi approvate.
Mi riferisco al Codice Rosso, le cui pene evidentemente non bastano come deterrente come scrivevo in un precedente articolo.
Ilaria è stata braccata dal suo assassino, poi suicida, con telefonate, messaggi, social usati per studiare ogni suo passo.
Non era più una donna libera, ma una preda da braccare, appunto.
Non era più amore, ma caccia.
Perché se tu ami, accetti anche che questo amore possa finire.
Che l’altro possa andarsene liberamente e senza doversi preoccupare di essere spiato sui social, braccato come un animale in fuga.
Quindi si arriva all’assurdo che le donne oggi per poter sopravvivere alla fine di storie malate, rischiano di dover rinunciare alla loro libertà di usare i social per non dover lasciare “impronte” ai loro cacciatori.
Rinunciare a parte della propria libertà, per essere un po’ più al sicuro dall’odio scaturito per quello che pubblichi su Facebook, Instagram, Twitter, Tik Tok.
Questo è il mondo delle donne oggi.
E come se non bastasse il neo prossimo governo di Giorgia Meloni, sarà quello dove la presenza femminile è in continua discesa: su 600 eletti, solo 193 sono donne.
Il partito della futura Premier, il peggiore di tutti: su 185 eletti, solo 52 donne.
A questo calo di elette, farà seguito un maggior impegno a tutela delle donne da parte degli uomini?
Se così non sarà, vorrà solo dire che Giorgia Meloni rischia di diventare una foglia di fico di una società misogina.
Saverio Giangregorio
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